Nularse: Sospesi
di: Paolo Polidoro
Tutti siamo sospesi, lo siamo nella vita, nelle decisioni e nelle indecisioni, lo siamo nel modo di stare al mondo, “Sospesi” poi diviene un bellissimo disco di pop digitale Tutti siamo sospesi, lo siamo nella vita, nelle decisioni e nelle indecisioni, lo siamo nel modo di stare al mondo, “Sospesi” poi diviene un bellissimo disco di pop digitale, elettronico e ricco di vapor acqueo che si sviluppa in 9 inediti in cui troviamo anche la partecipazione del basso di Saturnino in “È tutto qui”.
Alessandro Donin firma un lavoro che ha preso forma e maturazione in anni di rivoluzione, da una terra straniera e da lontananze importanti, musica altamente spirituale in cui la melodia è altamente curata lasciando ad ogni brano la forza di farsi ricordare fin dalle prime battute, come la splendida “Non cambierà”, il primo singolo estratto di cui troviamo anche un bel video in rete.
Il richiamo di tutto è all’indie attuale a cui Nularse, questo il suo moniker, sa aderirne con gusto soprattutto con questo modo di codificare le liriche vocali, ma al tempo stesso sa anche prenderne distanze con carattere e personalità, con arrangiamenti sottili e assai particolari e con una scrittura per niente leggera e banale, nonostante sia davvero rilassante ogni passaggio di questo disco.
Questo dualismo che vince nella sua estetica la ritroviamo in tutti i brani tra cui sottolineo “Tregua” e “Stiamo cadendo” con questo drumming che attinge, forse per mia suggestione, a qualcosa di esotico o africano, ed è qui che la mia immaginazione spazia e si chiede cosa ne sarebbe di questo disco se fosse suonato da strumenti reali più che avere una confezione quasi totalmente digitale.
Bellissima la chiusa con “1999” che precede una “ghost track” che porta il titolo del disco, bellissimo il suo intro, dicevo, con questa cadenzata tessitura di flauto un poco dissonante che mi riporta tra i banchi di scuola, due scritture decisamente strumentali e visionarie queste ultime due che elevano tutta l’opera dal semplice lavoro di visioni cantautorali.
Insomma davvero un bellissimo disco che si lascia ascoltare e ci regala spunti interessanti di riflessione, oltre che a visioni sospese come quelle che ognuno conserva dentro di se, guardandosi attorno.
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