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Pubblicato il 06/11/2009 alle 11:16:15Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Yes al Tendastrisce di Roma (4/11/09) il ritorno del grande prog

di: Paolo Ansali

C’era una buona curiosita' nel vedere dal vivo la nuova line-up degli Yes, un gruppo che in quarant’anni di carriera ha avuto vari cambi di formazione. Uno show con due ore di piacevoli ricordi e di grande musica: non e' poco di questi tempi!

C’era una buona curiosita' nel vedere dal vivo la nuova line-up degli Yes, un gruppo che in quarant’anni di carriera ha avuto vari cambi di formazione. Uno show con due ore di piacevoli ricordi e di grande musica: non e' poco di questi tempi!

Questa volta accanto alla vecchia guardia composta da Steve Howe, Chris Squire e Alan White, due innesti giovanili. Per sostituire un’icona del prog-rock come Jon Anderson è stato scelto Benoit David, che ha esaudito il sogno di chi canta in una tribute-band, quello di andare in tour con il gruppo originale e i propri idoli. Alle tastiere un figlio d’arte come Oliver Wakeman, nato nel '72 (l'anno di "Close to the edge"), chiamato a svolgere diligentemente il suo compito. La serata romana al Tendastrisce ha richiamato oltre mille persone, nonostante il diluvio che si è abbattuto poco prima dello show, un pubblico di over 40 ma anche di ragazzi. Il quintetto è partito un po’ in sordina ma ha preso scioltezza via via. Ha raggiunto il culmine con la magnifica And you and I, il momento migliore, quello più applaudito, non poteva essere altrimenti. La voce di Benoit David fa impressione per la somiglianza con quella di Anderson. Non poteva mancare un set acustico di Steve Howe con la celebre "The clap". In scaletta, come gia anticipato da Chris Squire, due brani recuperati da Drama, il disco dell’80 che all’epoca fece gridare allo scandalo per l’ingresso di Trevor Horn e Geoff Downes, ex Buggles di “Video killed the radio star”. Riascoltando oggi “Tempus fugit” e “Machine messiah” sembra di sentire prog-metal ante litteram. Meno bene “Owner of a lonely heart”, il loro hit più famoso ma troppo legato a sonorità anni’80. I fan di vecchia data vengono ripagati da classici come “Heart of the sunrise”, “Roundabout” e a chiudere “Yours is no disgrace”.

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