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All’Arè Rock Festival il rock più trascinante, tra chitarre, violini e ballatedi: Ambrosia J.S. Imbornone Giovedì 15 all’Arè Rock Festival, concorso nazionale organizzato dall’associazione Europa Giovane a Barletta, è stata la volta della carica trascinante degli One Way Ticket, del fascino dei ritmi degli Oloferne, del britrock all’italiana dei B_crunch Alla quinta serata dell’Arè Rock Festival, concorso nazionale organizzato dall’associazione Europa Giovane a Barletta, uno scontro serrato ancora una volta tra band di ottimo livello. Nonostante l’atmosfera rilassata, calorosa e amichevole che sempre contraddistingue le qualificazioni live presso il pub “I Bucanieri” di vico Gloria, la gara si è rivelata anche il 15 marzo entusiasmante e ricca di suspence per i verdetti della giuria tecnica, annunciati poi il 19 marzo sul sito ufficiale del festival, vista la qualità di questo, come già degli altri precedenti concerti della manifestazione. L’onere e l’onore di dar inizio alla quinta manche del concorso (che vede in gara 36 gruppi, su 126 iscrizioni pervenute da tutt’Italia in poco più di un mese e mezzo) è toccato ai baresi One Way Ticket . La loro esibizione è stata un puro concentrato di adrenalina rock, secondo le migliori tradizioni musicali italiane e non. E’ evidente nell’interazione con il pubblico e soprattutto nella capacità di tenere il palco l’esperienza del gruppo, che ha alle spalle 50 concerti solo nel 2005. I brani in scaletta graffiano e accarezzano allo stesso tempo, associando un sound “elettrico” trascinante a ritmiche di sicuro effetto (con il grandioso basso di Enzo Modugno) e melodie accattivanti. Tra le canzoni della band, tratte dal primo album ufficiale pubblicato il 14 dicembre scorso dalla Ululati dall’Underground, si segnalano i crescendi e l’interpretazione del frontman Maurizio Maremonti in “Stagioni diverse” e il netto cambio di ritmo (con tanto di momento reggae!) di “Pareti mute”. Secondi a salire sul palco del concorso sono stati, direttamente da Jesi (AN), gli Oloferne, che vantano collaborazioni con la Gang e La Macina. Il loro nome ricorda l’antico intreccio di biblica memoria tra seduzione e giustizia sanguinosa, la loro musica è impregnata della sensualità e della ritualità quasi salmistica di linguaggi e atmosfere millenarie, della forza travolgente di suoni e ritmi senza tempo e senza latitudine. Aleggiano i profumi di Irlanda nel violino elettrico di Giuseppe Cardamone e nel flauto del bassista Alessandro Piccioni, i sapori d’Oriente nell’arabeggiante “Habiba”, la polvere di strada e di luna delle danze popolari nelle contaminazioni world dei pezzi più ballabili. Un avvio particolarmente beatlesiano ha caratterizzato infine il set dell’ultimo gruppo in gara nella serata, i tranesi B_crunch , con il solare brit-rock involontariamente à la Travis di “A Step Outside”. Più cupo e torbido il mood venato di tracce di new-wave della successiva breve e magnetica “Breathe”, che sfoggia sonorità più aggressive, affidate soprattutto alla chitarra solista di Claudio Natale. La band presenta al festival anche nuove canzoni in italiano, in cui la potenza e l’enfasi stadium della voce di Raffaele Fiantanese e il gusto british negli arrangiamenti trovano una misura diversa che rammenta la malinconia struggente e zuccherosa e le aperture melodiche delle ballate pop-rock dei Negramaro. Articolo letto 5017 volte Riferimenti Web
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