Paul Weller, un modernista a Roma (29/10/05)
di: Paolo Ansali
Paul Weller ha inaugurato il nuovo Tendastrisce di Roma regalando due ore di grande energia e classici come "Wild wood" a "Shout to the top".
E' stato davvero un grande ritorno quello di Paul Weller a Roma che, dopo un'assenza decennale dalla Capitale, ha inaugurato il nuovo Tendastrisce di Roma con uno show vibrante e incisivo, confermando il talento di genuino performer che ben conosciamo. Dopo l'opening acustico del cantautore Marco Conidi partono in sottofondo alcuni classici del soul. Siamo già in piena atmosfera "wellerina" e non manca un coro di "We are mods, we are mods" tra i 1200 presenti che accoglie il Mod-Father sul palco. Chioma brizzolata e movimenti secchi apre con alcuni dei momenti migliori del nuovo lavoro "As is now", il secondo per la V2 dopo il live "Studio 150", "Blink!", "Paper smile" e la notevole "Savages". Dal passato recente arriva "Going places" l'unico estratto da "Illumination", il disco che vedeva ospite Noel Gallagher, quasi un "figlioccio" del mitico Paul. Proprio dagli Oasis dietro la batteria siede Steve White, uno dei migliori drummer inglesi in circolazione, che si concede anche un breve assolo. "Wild wood" è una magica ballad che sembra scritta negli anni '70 dai Traffic di Stevie Winwood e il compianto Jim Capaldi. L'influenza di questo storico gruppo, assolutamente da riscoprire, è ben presente nella produzione di Weller. Melodia ed energia anche per "C'mon lets go" mentre "You do somenting to me" regala una bella dose di romanticismo. "Changing man" sembra il manifesto di un musicista per tutte le stagioni. La sorpresa nel bis con una travolgente versione di "Shout To The top", cavallo di battaglia degli Style Council che fu suonato al Live Aid nel 1985, un ritorno al mitico new-cool anni 80. La classica ciliegina sulla torta per un live che lascia appagati.
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