Amazon va forte in borsa e YouTube paga le royalties al mondo rock inglese
di: Giancarlo Passarella
I leader dell'e-commerce varano lo store di musica digitale libera da tecnologie di protezione Drm, mentre YouTube paghera' i diritti sulle riproduzioni musicali utilizzate dagli utenti nel servizio video sharing di Google. I leader dell'e-commerce varano lo store di musica digitale libera da tecnologie di protezione Drm, mentre YouTube paghera' i diritti sulle riproduzioni musicali utilizzate dagli utenti nel servizio video sharing di Google.
L'asse Seattle-Londra si muove in piena sintonia con l'evoluzione del mercato, tenendo conto di come cambiano i modi per fruire la musica, soprattutto da parte dei giovanissimi: cosa si fa invece tra Roma e Milano per arrivare una volta prima che i buoi siano scappati dalla stalla?
Solo repressione? Dove sono le iniziative per far capire il piacere della legalita' a chi consuma musica in modo continuo?Tutto questo mi ricorda (in un pericoloso parallelismo) quello che succede con la piaga degli incendi estivi e la sua percentuale di dolosita' del 99% : sino ad ora si e' cercato di non far sfruttare le terre bruciate, mentre forse e' piu' logico premiare chi si adopera per non incendiare i suoi terreni. Stessa cosa si potrebbe fare qui da noi: fai musica? La suoni? La produci? Organizzi eventi? Ti vengo incontro, ti do un contributo, un sussidio e/o una agevolazione, affinche' tu possa continuare a farlo anche in futuro.
Se la nuova generazione di musicisti ed operatori esisteranno (rappresentando la generazione del ricambio), allora tutti noi potremmo continuare a giocare in questo mondo musicale, con relativo indotto. Se invece continuiamo ad agire in modo repressivo ed aumentando il costo di cd e biglietti di concerti, vedo un panorama futuro assai triste: chi comprera' i biglietti ed i supporti fonografici (che si chiamino cd o vinili o chissa' cos'altro..) saranno sempre meno. Saranno una razza in via d'estinzione, invece che un patrimonio che va tutelato ed incoraggiato a crescere di numero.
A Londra ai giovani musicisti danno il sussidio e ci sembra di parlare di una cosa da fantascienza: intanto Youtube ha firmato un accordo con la società degli autori compositori ed editori inglesi, per il pagamento dei diritti sulle riproduzioni musicali utilizzate dagli utenti nel servizio video sharing di Google. In base a questo accordo l'azienda paghera' un forfait all'associazione che sarà ridistribuito agli iscritti all'associazione inglese. Sarebbe rivoluzionario (ed i mezzi tecnici lo consentono telematicamente) che queste royalties arrivino ai singoli musicisti in modo analitico e non su una base di forfait! Amazon dal canto suo vara fra poche settimane lo store di musica digitale libera da tecnologie di protezione Drm: questo servizio inizia con un milione di brani in formato Mp3 ed ogni utente puo' portare cosi' i files dove preferisce e gli e' comodo.
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