Alexander Lonquich e l'Orchestra di Santa Cecilia inaugurano la 70° stagione della IUC di Roma
di: Alessandro Sgritta
Si inaugura con Alexander Lonquich e l'Orchestra di Santa Cecilia la 70° stagione della IUC, che prosegue con Concerto Italiano, David Krakauer, Avi Avital, Peppe Servillo, Peppe Barra, Viktoria Mullova, Fazil Say, Hilliard Ensemble e tanti altri... Si inaugura stasera all'Aula Magna della Sapienza di Roma con Alexander Lonquich e l'Orchestra di Santa Cecilia la 70° stagione della IUC (Istituzione Universitaria Concerti), che prosegue con Concerto Italiano, David Krakauer, Avi Avital, Peppe Servillo, Peppe Barra, Viktoria Mullova, Fazil Say, Hilliard Ensemble e tanti altri...
Saranno l'Orchestra di Santa Cecilia con Alexander Lonquich (nella foto) e Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini, due realtà musicali romane che tutto il mondo ammira, a inaugurare la stagione serale del martedì e quella pomeridiana del sabato, rispettivamente il 14 e il 18 ottobre.
L'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia tra le sue tante tournée nazionali e internazionali ha voluto inserirne anche una a Roma stessa, per inaugurare la settantesima stagione della IUC così come vent'anni fa aveva inaugurato la cinquantesima. Accanto alle ben note e apprezzate doti di pianista, Alexander Lonquich sta dimostrando da qualche anno un non meno spiccato talento di direttore: sarà lui a salire sul podio e assieme ad interpretare come solista al pianoforte due Concerti di Haydn e Mozart.
Concerto Italiano e Rinaldo Alessandrini hanno rivoluzionato il modo di eseguire la musica barocca, portando la foga, l'estro e la fantasia italiane laddove dominavano le inamidate esecuzioni "filologiche" dei complessi d'oltralpe. Festeggiano nella loro città i tre decenni di attività con un concerto interamente dedicato a Claudio Monteverdi, di cui Alessandrini è considerato interprete insuperabile per la capacità di coglierne l'intensa drammaticità ed esprimerne le sottili e modernissime intuizioni psicologiche, come ha dimostrato nella trilogia operistica monteverdiana realizzata alla Scala con la regia di Robert Wilson e in tante altre occasioni. In programma un'ampia scelta di madrigali e sinfonie.
Per farsi subito un’idea della varietà delle proposte basta considerare i due concerti inaugurali, entrambi all’insegna del repertorio classico, e quello conclusivo, che propone invece una serata tutta in dialetto napoletano, con la prima romana di "Vurria addeventare" di quel vero "animale da palcoscenico" che si chiama Peppe Barra, che qui mette insieme i brani più belli e significativi della musica e della poesia partenopea dal '600 ai giorni nostri, creando un affresco sonoro dal sapore antico e allo stesso tempo contemporaneo, tra musica e teatro.
La IUC prosegue dunque la linea che la caratterizza dalla sua fondazione, ignorando gli steccati tra la musica classica e l'altra musica e praticando il cross-over. Il 28 marzo fa debuttare a Roma un musicista che frequenta ogni tipo di musica e fonde i vari generi, il mandolinista Avi Avital, che a trentasei anni ha già conquistato fans in tutto il mondo, ha suonato sia alla Carnegie Hall e alla Philharmonie di Berlino che alla Notte della Taranta ed è diventato il primo mandolinista a ricevere una candidatura ai Grammy nella sezione "instrumental soloists". Ha riscattato il mandolino dall'angolo un po' polveroso in cui era relegato ed ha entusiasmato i pubblici eterogenei, eseguendo musica barocca, klezmer e popolare balcanica. Il suo debutto romano, sarebbe già un evento da non perdere, ma con lui debutta a Roma anche Gilad Harel, clarinettista avido di ogni genere di musica e attivo nella musica klezmer, world e pop. Non basta, assieme a loro suonano la Geneva Camerata e il pianista e direttore David Greilsammer, di cui tutti ricordiamo l'originale e stimolante recital solistico del suo debutto alla IUC nella scorsa stagione. Il programma spazia da Bach ai contemporanei - Arvo Pärt e due prime esecuzioni in Italia di Ben Amots e Jonathan Keren - al klezmer.
Dai club più cool di New York giunge il clarinettista più creativo della scena internazionale, David Krakauer, che l'11 novembre suona per la prima volta in Italia insieme ad Ancestral Groove, la sua nuova band. Krakauer riassume così il suo personalissimo percorso alla scoperta di tanti modi diversi di fare musica: "In compagnia di tanti musicisti straordinari, ho attraversato il mondo del klezmer, del jazz d'avanguardia, del funk, dell'elettronica e della musica classica, alla ricerca delle radici della mia identità ebraica di matrice est europea: Ancestral Groove mette insieme tutte queste esperienze".
Il superamento dei confini tra le arti significa che anche un pittore può essere protagonista di un concerto: è quel che avverrà il 17 febbraio, quando Gabriele Amadori, Stefano Battaglia e Michele Rabbia realizzeranno la prima esecuzione assoluta di Nove colori in nove movimenti. Amadori, allievo di Emilio Vedova, è un artista versatile e ha creato una forma d'arte interdisciplinare, una performance pittorica e insieme musicale connessa all'esperienza del teatro totale, in cui gesto, suono e colore contribuiscono alla nascita di un evento unico e originale. Stefano Battaglia è pianista e compositore molto attivo nel circuito internazionale, ha dato oltre settecento concerti e inciso oltre sessanta dischi, i più recenti con ECM. Michele Rabbia è stato definito "funambolo della batteria e di tutto ciò che si può percuotere". Oltre a suonare in vari gruppi musicali, le sue collaborazioni si estendono al teatro, alla danza, alla letteratura e alla pittura.
All'ormai secolare connubio tra altre due arti, musica e cinema, la IUC dedica le giornate del 22 e 23 novembre, che vogliono ricordare due anniversari molto diversi: nel 1914 scoppiava la prima guerra mondiale e veniva anche girato il primo film in cui compare l'immortale Charlot. Sabato 22 verranno proiettati i due mediometraggi di Charlie Chaplin "Charlot Soldato" (1918) e "L’emigrante" (1917), per la prima volta a Roma con le musiche originali dello stesso Chaplin restaurate e dirette da Timothy Brock sul podio dell'Orchestra Italiana del Cinema. Domenica 23 sarà proiettata
"La febbre dell'oro", anch'essa con le musiche originali, che la IUC ha già presentato nel 2012.
Il ricordo della prima guerra mondiale torna il 26 gennaio, per la giornata della memoria, consacrata al ricordo di un altro orrore del secolo appena trascorso, la Shoah. Il pianista Antonio Ballista - ideatore di questo progetto intitolato "Musica sull'abisso: dalla Grande Guerra alla Shoah" - e il soprano Lorna Windsor eseguiranno musiche composte al fronte, in trincea e in campo di concentramento o anche solo ispirate a quell'immane tragedia, tra cui Souvenir d'une marche boche, rarissimo pezzo di Stravinskij del 1915, e prime esecuzioni italiane o romane di Georg Butterworth, Frederik Delius, André Caplet e Ilse Weber, poetessa e compositrice ebrea uccisa ad Auschwitz. Conclude la serata Peppe Servillo, voce recitante nell'Histoire du Soldat di Stravinskij, insieme all'Ensemble Berlin, formato dai solisti dei Berliner Philharmoniker: composta nel 1918, questa favola in musica del soldatino e del diavolo è, anche al di là dell'intenzione degli autori, una spietata metafora della guerra.
Si cambia decisamente registro con lo stravagante duo Igudesman and Joo che, ribelle ad ogni schema, gira il mondo eseguendo i grandi capolavori classici in chiave irresistibilmente comica. Dopo il clamoroso successo del 2011, tornano in Aula Magna il 21 marzo con "And now Mozart!". Basta vederli immortalati in una foto con due grandi parrucche settecentesche per cominciare a ridere nell'attesa di questo loro nuovo spettacolo a base di umorismo grottesco e irriverente.
Il 13 dicembre è la volta de "Il Jazz visto dalla luna" di Luigi Cinque, eclettico clarinettista, compositore e videomaker. Partecipano al progetto il Balanescu Quartet, che nei suoi concerti spazia dalla contemporanea ai Depeche Mode, Mimmo Cuticchio, uno degli ultimi eredi della tradizione dei "cuntisti" siciliani, Maria Pia De Vito, che nella sua ricerca sulla vocalità spazia dal free jazz alla tradizione napoletana e dall'elettronica alla musica barocca. Alle tastiere Patrizio Fariselli, già pianista degli Area, e Sal Bonafede, premiato per il migliore disco dell’anno dalla rivista Musica Jazz.
Anche un programma rigorosamente "classico" può e deve offrire nuove emozioni ed esperienze: ecco il 28 aprile Bach nell'impeccabile ed emozionante esecuzione di una grande violinista quale Viktoria Mullova e di uno dei migliori gruppi barocchi a livello internazionale, l'Accademia Bizantina di Ottavio Dantone. In programma quattro concerti, di cui due trascrizioni di concerti originali di Bach andati perduti.
Il 14 marzo è la volta del debutto italiano de Les Paladins diretti da Jérôme Correas, uno dei migliori ensemble francesi nel campo della musica barocca, che ha vinto numerosi premi per le sue incisioni. Prendono il nome da un capolavoro di Jean-Philippe Rameau e naturalmente per il loro debutto in Italia eseguiranno proprio il grande compositore francese, di cui si celebrano nel 2014 i duecentocinquanta anni dalla morte, mettendolo a confronto con il suo contemporaneo Vivaldi. Rende ancor più prezioso questo concerto la splendida voce del soprano Sandrine Piau, acclamata protagonista della renaissance della musica barocca.
Un'emozione particolare è quella che si proverà il 29 novembre con lo Hilliard Ensemble, perchè questa è la loro tournée d'addio dopo quarant'anni di attività. Inevitabilmente ogni addio porta con sé un po' di tristezza, ma sarà compensata dal piacere di sentire ancora una volta lo Hilliard in Bach e Pärt, gli autori che meglio riassumono il loro lungo percorso, sempre rivolto all'esplorazione di nuovi mondi musicali, spingendosi da una parte indietro nel tempo e dall'altra avanti nella contemporaneità.
Compiono quarant'anni anche i Tallis Scholars, che il 16 dicembre presentano un superbo programma di musica rinascimentale, aperto da Després e Palestrina, due compositori tanto famosi quanto poco eseguiti: una vera assurdità, come se i musei tenessero ben nascosti nei depositi i Michelangelo e i Raffaello. Anche i Tallis Scholars riservano, accanto ai polifonisti del Cinquecento, un posto a Pärt, che è riuscito a far rivivere in chiave contemporanea la spiritualità dell'antica musica religiosa.
Pochi giorni dopo, il 20 dicembre, si esibisce un gruppo vocale molto diverso per composizione e repertorio, ma egualmente capace di immergere l'ascoltatore in profonde emozioni musicali: Le Mystère des Voix Bulgares, sponsorizzato da superstar pop come Paul Simon, George Harrison e Bobby McFerrin e vincitore di un Grammy Award nel 1990. Il Chicago Tribune ha scritto: "La magia delle armonie e dei ritmi della tradizione vocale bulgara è indescrivibile, ma ognuno di noi potrà considerarsi più ricco di spirito dopo aver ascoltato Le Mystère des Voix Bulgares".
Dopo quindici anni di assenza torna a Roma il 2 dicembre il mitico ensemble
Les Percussions de Strasbourg. Dal 1962 a oggi hanno dato oltre 1600 concerti in più di 70 paesi, hanno collaborato con direttori come Pierre Boulez, hanno convinto i più grandi compositori contemporanei a scrivere per loro, elevando le percussioni al rango di protagoniste della musica d'oggi. Eseguiranno Michael Levinas e Oliver Schneller in prima esecuzione italiana e due classici del ‘900 quali Xenakis e Cage.
L’11 aprile sarà la volta di un eccellente ensemble di percussioni italiano molto attivo nel campo della musica contemporanea, Ars Ludi, che sa ideare programmi intelligenti e intriganti, come quello intitolato Musikautomatik e ispirato alla passione per gli strumenti meccanici che ha contagiato compositori antichi e moderni, come Haydn, Beethoven, Rota e Stockhausen. Di quest’ultimo sentiremo eccezionalmente in prima italiana "Musik im Bauch" (Musica nella pancia) che Stockhausen compose negli anni ’70 in seguito ad un gioco scherzoso con sua figlia piccola.
I gruppi formati da sole percussioni sono rari, ma ancora più raro è un quartetto di due violoncelli e due pianoforti, come quello costituito da Giovanni Sollima, vulcanico compositore e violoncellista nonché direttore e concertatore della Notte della Taranta, Giuseppe Andaloro, uno dei più brillanti pianisti italiani della giovane generazione, Monika Leskovar e Ilya Rashkovsky, che il 17 gennaio eseguono Stravinskij, Lutoslawski, Debussy e Ravel, in versione originale o in trascrizioni realizzate appositamente per questo ensemble.
Le formazioni classiche come il quartetto d'archi sono e saranno sempre le colonne portanti di una grande stagione di musica da camera. L'8 novembre e il 24 gennaio prosegue il ciclo beethoveniano iniziato nel 2013 dal Quartetto di Cremona, che ha in corso l'incisione di tutti i quartetti di Beethoven, raccogliendo i più lusinghieri giudizi della critica: finalmente l'Italia ha trovato dei giovani pronti a raccogliere l'eredità del mitico Quartetto Italiano.
Un altro quartetto italiano già affermato in campo internazionale (Concertgebouw di Amsterdam, Musikverein di Vienna e Wigmore Hall di Londra) è il Quartetto Prometeo, che nel 2012 ha ricevuto il Leone d'Argento alla Biennale Musica di Venezia: il 31 marzo proporrà un raffinato accostamento tra l'op. 51 n. 2 di Brahms, con il suo finale "all'ungherese", e i Sei momenti musicali di Gyorgy Kurtag, il maggior compositore ungherese contemporaneo.
Due grandi virtuosi che non hanno bisogno di presentazioni, il violoncellista Lynn Harrell e il violinista Julian Rachlin, insieme alla pianista Zhang Zuo - uno dei giovani fenomenali talenti cinesi - appartengono a tre diverse generazioni e le loro esperienze si integrano e si arricchiscono a vicenda, esaltandosi soprattutto nell'esecuzione dei grandi autori: il 28 ottobre portano a Roma i due massimi capolavori mai scritti per trio, l'"Arciduca" di Beethoven e l'op. 100 di Schubert.
Il solista - colui che domina il proprio strumento e propone la propria personale interpretazione dell'autore eseguito - esercita un fascino unico, cui nessun appassionato di musica può sottrarsi. E il solista per eccellenza è il pianista.
Il 7 febbraio ecco Fazil Say, che ha tenuto il suo primo recital romano proprio alla Iuc dove è poi tornato più volte. Ma dall'ultima volta è avvenuto qualcosa che ha cambiato la sua vita, inducendolo a lasciare il suo Paese: nel 2013 è stato infatti condannato da un tribunale turco a dieci mesi di prigione per offesa all'Islam, un'accusa che egli respinge decisamente. Le sue interpretazioni sono sempre originali e trascinanti, come sicuramente confermeranno le due Sonate di Mozart in programma. Ma Say è anche un compositore molto interessante, che getta un ponte tra le tradizioni musicali del suo paese e la musica occidentale: in quest'occasione presenterà tre suoi lavori, tra cui la prima italiana della Sonata intitolata "Gezi Park", con un chiaro riferimento alle dimostrazioni che hanno scosso Istanbul nel 2013.
Il 13 gennaio è la volta di Andrea Lucchesini, amatissimo dal pubblico, che suona Schumann e Rachmaninov e ci regala anche una sorpresa, accostando i Children's Songs di Chick Corea al quasi omonimo Children's Corner di Debussy. Un debuttante di lusso è il pianista cinese Yundi Li. Si stenta a credere che non abbia mai suonato a Roma prima d'ora, dato che è una star dal 2000, quando ha vinto il Concorso "Chopin" di Varsavia. Sulla stampa internazionale si parla molto della sua rivalità con il connazionale Lang Lang, tanto che è stata presentata come una sua vittoria la notizia che quest'ultimo ha lasciato la Deutsche Grammophon, dando campo libero a Yundi Li, che con il marchio tedesco ha un contratto d'esclusiva. In questi mesi la sua attività in sala d'incisione è intensissima: l'"Imperatore" di Beethoven con i Berliner Philharmoniker e Harding e concerti di Liszt e Schumann ancora con i Berliner. Per il suo debutto romano del 10 marzo ha scelto un programma monografico su Chopin, con le quattro Ballate e i ventiquattro Preludi op. 28.
Un altro debutto è quello dell'inglese Nicolas Hodges, ammirato soprattutto per le sue rigorose interpretazioni della musica contemporanea: ha suonato tra l'altro con le orchestre filarmoniche di Los Angeles, Londra, Tokyo e Melbourne, e proprio in questi giorni è impegnato al Festival di Berlino. Il 14 aprile eseguirà Debussy, Busoni e due novità per l'Italia di Harrison Birtwistle, Variations from the Golden Mountain e Gigue Machine.
La IUC non si limita a far debuttare i migliori talenti ma ne segue poi con attenzione la crescita, come nel caso del non ancora trentenne Gabriele Carcano: il pubblico dell'Aula Magna l'ha conosciuto giovanissimo, poi l'ha ascoltato negli anni in cui si è trasferito a Parigi e Berlino per ampliare i propri orizzonti e lo riascolta ora che ha raggiunto una maturità rara per la sua età. Il suo concerto del 25 ottobre ha un titolo curioso, "... e il programma lo scegliete voi", perché il pubblico potrà scegliere (ovviamente con il dovuto anticipo) tra i due programmi proposti dall'artista: in entrambi figura la Sonata op. 5 di Brahms, ma per il resto uno è più tradizionale, con Mozart e Schubert, e uno più moderno, in quanto accosta Schoenberg a Bach.
Il ventenne pianista cinese Zhi Chao Julian Jia ha già suonato all'Aula Magna lo scorso maggio nella finale del Concorso "Casagrande", vincendo a man bassa con la sua esecuzione del Concerto n. 1 di Chopin: si è aggiudicato infatti non solo il primo premio ma anche quelli attribuiti dal pubblico e dagli studenti della Sapienza. Il 21 febbraio si metterà alla prova in un programma molto più ricco e vario.
Il 3 febbraio torna il violoncellista armeno Narek Hakhnazaryan, che ha debuttato alla IUC nel 2011 in qualità di vincitore del concorso "Ciajkovskij" di Mosca. In quell'occasione molti gli pronosticarono un luminoso futuro e a distanza di soli tre anni quella previsione si è già realizzata e torna come una star del concertismo internazionale. Il Washington Post ha scritto di lui: "è un violoncellista fenomenale,... destinato a una carriera stellare" e il Guardian, all'indomani del suo debutto a Londra, l'ha definito “la stella più brillante della serata".
Altra stella nascente è la violinista svizzera Rachel Kolly d'Alba, non soltanto una virtuosa ma una dei "pochi interpreti che emergono...così coinvolgente... vive attraverso la musica" (BBC Music Magazine). Per il suo debutto romano, il 28 febbraio, ha preparato un programma interamente dedicato alla scuola francese.
Che tra i debuttanti in Italia si debba annoverare anche l'Ensemble di fiati della London Symphony Orchestra è un paradosso. La London Symphony ha infatti ben centodieci anni di vita, è la più antica orchestra londinese ed è unanimemente considerata una delle migliori d'Inghilterra e del mondo, ha al suo attivo innumerevoli incisioni e una quantità impressionante di premi. All'inizio del secolo scorso incideva Beethoven con il mitico Arthur Nikisch sul podio, Claudio Abbado ne è stato il direttore musicale dal 1971 al 1988 e ora è Valery Gergiev a ricoprire questo prestigioso ruolo. Il 9 maggio quest'ensemble eseguirà serenate di Mozart e Dvořák.
È un debutto italiano anche per l'Orchestra Sinfonica di Guanajuato, che è relativamente giovane ma ha comunque oltre sessant'anni di attività alle spalle ed è una delle migliori orchestre messicane, con sede nell'università di quella antica città, che è un importante centro artistico e culturale. Nel corso del suo concerto del 18 novembre eseguirà la Sinfonia n.3 "Ofrenda a los muertos" di Juan Trigos, un'immersione nei suoni e nelle atmosfere esotiche della festa dei morti, che affonda le sue radici nell'epoca precristiana ed è vissuta ancora con totale partecipazione nei villaggi messicani. In seguito al grande successo della prima esecuzione assoluta a Houston nel 2012 è stata subito messa in programma in molte città d'America e d'Europa. Sarà la IUC la prima a presentarla al pubblico italiano, diretta dall'autore stesso.
Prosegue la fortunata serie "Musica Pourparler", matinées aperte a tutti gli appassionati ma dedicate specialmente agli studenti, per avvicinarli in modo simpatico e coinvolgente alla grande musica attraverso le parole e le esibizioni dei suoi protagonisti. Sono tre incontri, curati da Gianluca Ruggeri, che quest'anno prendono spunto da tre importanti anniversari: il 27 ottobre "200 anni a suon Sax" con il Cecilia Sax Ensemble e il Cecilia Percussion Ensemble del Conservatorio "Santa Cecilia", il 22 novembre "100 anni di Charlot" con l'Orchestra Italiana del Cinema diretta da Timothy Brock e il 10 dicembre "150° compleanno di Richard Strauss" con l'Orchestra Giovanile del Conservatorio "Santa Cecilia" diretta da Silvia Massarelli. L’attività didattica comprende, inoltre, concerti nelle scuole medie e superiori in accordo con i docenti, che svolgono un preliminare lavoro di preparazione degli studenti al fine di stimolarne l’interesse. Durante il concerto gli artisti coinvolgono i ragazzi in prima persona, sollecitandole la partecipazione attiva.
Si rinnova anche per la stagione 2014-2015 la collaborazione con RAI-Radio3 che registrerà alcuni concerti della IUC.
INFO per il pubblico: tel. 06 3610051 www.concertiiuc.it
botteghino@istituzioneuniversitariadeiconcerti.it
Ufficio stampa: Mauro Mariani
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