Stefano Vettoretti: vi racconto i miei primi venticinque anni di radio-divertimento volontario
di: Laura Gorini
Ha appena compiuto venticinque anni di onorata attività radiofonica. Ironico e sempre indaffarato a scovare nuovi talenti musicali, il “caro” Stefano Vettoretti di Radio Base Popolare Network di Mestre Ha appena compiuto venticinque anni di onorata attività radiofonica. Ironico e sempre indaffarato a scovare nuovi talenti musicali, il “caro” Stefano Vettoretti di Radio Base Popolare Network di Mestre ci ha incontrati proprio nel clou dei preparativi della sua mega festa in vista del suo già sopra citato venticinquesimo compleanno in campo radiofonico.
Stefano compi proprio in questi giorni la bellezza di venticinque anni di radio-divertimento volontario...Un bilancio in merito?
Assolutamente positivo: sono stati infatti anni spesi a promuovere la cultura emergente in Italia con risultati superiori alle migliori aspettative!
Quali sono i momenti della tua carriera che ricordi con maggior affetto?
Ce ne sono tanti, sceglierne qualcuno è difficile! Sorry!
Stefano che cosa ti ha spinto la bellezza di venticinque anni fa ad avvicinarti all’universo radiofonico?
La rivoluzione e la voglia di fare la rivoluzione. Ma sto parlando di una rivoluzione pacifica.
Io e i miei amici pensavamo infatti che attraverso un’informazione libera, indipendente ed obiettiva, saremmo riusciti a far sì che la gente aprisse gli occhi e le orecchie.
Tuttavia non ci impiegammo molto a capire che con questo strumento non avremmo raggiunto l’obiettivo sperato e allora decisi di usare lo spazio, il tempo e il mezzo per promuovere le varie arti emergenti ignorate dalla gran parte dei media nazionali.
Fin dai tempi dei tuoi primissimi esordi ti sei industriato in tutti i modi leciti possibili per dare spazio ai giovani e far conoscere la loro musica... E lo fai ancora. Che cosa ti ha indotto a continuare per questa strada?
Beh, innanzitutto perché la cosa mi piace e mi diverte, poi perché, ieri più di oggi, l’attenzione rivolta alle arti emergenti era decisamente scarsa e poco interessata e poi infine perché materiale interessante da promuovere ce n’è tanto.
Generalmente com’è la qualità di demo e cd che ti passano tra le mani? I giovani di oggi sanno ancora comporre ed interpretare buona musica?
Se si parla di tecnica, la qualità è molto buona, nettamente migliorata con il passare degli anni.
Le band tecnicamente sono molto cresciute, mancano però di coraggio, troppi artisti si limitano a riproporre schemi già visti e sentiti. Insomma: devono osare di più!
La Radio è ancora un mezzo di comunicazione attuale? Credi che la televisione abbia tolto alla radio una netta fetta di pubblico?
Un mezzo che riesce a raggiungere, grazie alle nuove tecnologie, tutti gli angoli del mondo non può non essere attuale.
Peccato che noi si sia tutti un po’ più pigri e si preferisca subire passivamente il mezzo televisivo!
Se potessi tornare indietro nel tempo c’è qualcosa che non rifaresti più? Se si, perché?
No, tutto quello che ho fatto è stato cosa buona e giusta e fonte di salvezza! ( ride di gusto)
Ok, stiamo seri, comunque non mi pento e non mi dolgo per quello che ho fatto.
Anzi: la strada è quella e su quella si continuerà a correre!
Prossimi e attuali impegni?
Dobbiamo festeggiare i miei primi venticinque anni di radiofonia.
E poi vedrò di arrivare anche ai miei cinquant’anni di onorata attività in questo settore!
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