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Interviste
Pubblicato il 23/06/2008 alle 12:38:46Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Ian Anderson: 40 anni di Jethro Tull in concerto

di: Paolo Ansali

Abbiamo avuto l’onore di ricevere una chiamata da Ian Anderson, nel pieno del tour del 40ennale. I Jethro Tull il 30 giugno dal Foro Italico di Roma inaugurano le date italiane 2008.


Di celebrazione in celebrazione la longeva storia dei Jethro Tull arriva a compiere quarant’anni.
Era l’ottobre del 1968 quando uscì This Was , storico debut-album, oggi riproposto in doppio CD. Era nata una leggenda del rock, grazie al carisma di Ian Anderson, leader indiscusso a cui non mancava anche il sarcasmo. Il titolo indicava la fine di un lungo periodo di gavetta, come sempre poco gratificante. Il primo singolo "Sunshine Day/Aeroplane" per la MGM fu attribuito ai Jethro Toe! Fu necessario creare una label, la Chrysalis (poi nota major), per incidere mentre le performance live, con l’inedita figura del flautista-vocalist su una gamba sola, erano già mitiche. Mick Abrahams, buon chitarrista blues, è durato solo per quel disco. Meglio andò alla sezione ritmica Glenn Cornick- Clive Bunker rimasta per i successivi capolavori "Stand Up" e "Benefit".

La scaletta del nuovo tour prevede molti classici del primo periodo. Il passaggio dal retaggio blues al folk-rock e al prog sino alla consacrazione di "Aqualung". Il 2008 è un anno intenso, senza pause. Oltre al tour sta per arrivare il nuovo album, nove anni dopo "J-Tull Dot Com" che inaugurava anche il sito della band. Abbiamo avuto l’onore di ricevere una chiamata da Ian Anderson nel pieno del tour, grazie al Popolo del Blues per il gancio, disponibile come i veri grandi sanno essere. Dal 30 giugno parte la tranche italiana dal Foro Italico di Roma, cinque date che non mancheranno di fare il pienone.


Welcome Mr. Anderson. Prima di tutto, qual è l’attuale formazione dei Jethro Tull?
I cinque musicisti che suonano nella line-up, oltre a me, sono Martin Barre alla chitarra, che è nel gruppo dal 1968, Doane Perry alla batteria, da quasi venticinque anni in formazione, e due elementi che hanno suonato con me da solista, negli ultimi cinque anni ed ora fanno parte del gruppo, David Goodier al basso e John O’Hara alle tastiere.

Parliamo del nuovo album a cui state lavorando. Quando sarà pubblicato?
Abbiamo cominciato a registrare lo scorso anno ma sfortunatamente ci siamo dovuti fermare per alcuni problemi di salute di un paio di elementi (Doane Perry e Martin Barre) che hanno fatto i relativi controlli ospedalieri. Ora siamo in tour per il quarantennale. Non prima di settembre od ottobre torneremo di nuovo in studio per terminare tutte le registrazioni. Anche in questo periodo stiamo lavorando e scrivendo gli arrangiamenti e i demo. Penso che verrà pubblicato verso la fine dell’anno o entro i primi mesi del 2009. Dipende anche dalla distribuzione.

Come viene scelta la scaletta di Jethro Tull, dopo tanti anni on the road?
Non c’è una risposta esatta, perché la nostra set list cambia sempre. Ad esempio nell’ultimo concerto che abbiamo fatto ad Ankara la scaletta era alquanto diversa da quella della sera prima ad Istanbul. Dopo il soundcheck decidiamo il da farsi per lo show. Dipende da vari fattori. In ogni caso devi fare dei cambi in programma, sera dopo sera. Per questo tour sono privilegiati i classici dei primi tre album, ma non mancherà di certo qualcosa del periodo successivo.

Il concerto romano dei Jethro Tull del 30 giugno arriva dopo una lunga assenza estiva. Il concerto solista con l’Orchestra del Teatro Regio di Parma fu nel 2004.
Non so dirti esattamente da quanti anni non suoniamo a Roma. Mi sembra strano che sia passato così tanto tempo dall’ultima volta. Di sicuro veniamo in Italia quasi ogni anno o giù di lì, visitando sempre dei posti diversi. Se ricordo bene a Roma siamo tornati nell’inverno di tre anni fa. (al Tendastrisce n.d.r)

This Was è uscito in un doppio album deluxe per il quarantennale. Cosa avete scelto per l’occasione?
E’ un doppio Cd che raccoglie nel primo disco l’originale album mono mix dell’epoca, che è stato anche riportato in stereo, sul secondo disco. Come bonus ci sono diverse registrazioni radiofoniche alla BBC fatte nell’estate del ‘68.

Era un titolo molto ironico per un debut-album. Anticipava già dei cambiamenti di musica e di formazione.
Era un album che rappresentava il principio della storia dei Jethro Tull. Ho subito immaginato che sarebbe stato poi diverso. Così ho scelto questo titolo. Come a dire "Questo era come abbiamo iniziato, ma probabilmente non sarà come continueremo!".

Nella famosa apparizione al Rock n’ Roll Circus degli Stones si vede con voi Tony Iommi quasi in incognito.
In quell’occasione suonò con noi un solo brano, “A Song for Jeffrey”, ma, come sai stava soltanto mimando la parte di chitarra. La band suonava in playback mentre io cantavo e suonavo il flauto dal vivo.

Dobbiamo aspettarci ancora altre registrazioni rare dell’epoca?
No, non c’è più nulla di quel periodo che non sia stato già edito. Ora è stato pubblicato il DVD "Jack in the Green" che contiene le performance dei Jethro Tull in Germania dal 1970 in poi, raccogliendo varie apparizioni televisive e concerti. Sarà disponibile per la Eagle.

Ok, Grazie mille per le risposte.
E' stato un piacere anche per me. Ci rivediamo a Roma.

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