Gianmarco Martelloni ci conduce per mano nella sua Superficie del mare
di: Laura Gorini
Il rock può essere molto poetico. Profondo e intimista.Ma mai eccessivamente sdolcinato. Studiato nei minimi dettagli ma mai noioso.Parola di Gianmarco Martelloni Il rock può essere molto poetico. Profondo e intimista.Ma mai eccessivamente sdolcinato. Studiato nei minimi dettagli ma mai noioso.Parola di Gianmarco Martelloni, il poco più che trentenne cantautore e autore bresciano che ha appena dato alla luce, dopo un lunghissimo periodo di gestazione, “La superficie del mare”, il suo primo eccellente full lenght ufficiale. Lo abbiamo incontrato per una chiacchierata a base di musica, letteratura e cultura a 360 gradi.
Gianmarco sabato scorso, il 26 aprile, hai testato dal vivo le tue nuove canzoni...Quali sono stati i primi commenti che hai ricevuto al riguardo? Diciamo che ho ricevuto molte manifestazioni di affetto e di attenzione. Mi sembra che i pezzi "arrivino" a persone diversissime tra loro. Il che penso sia il massimo cui si possa ambire per chi scrive canzoni!
Durante i tuoi concerti ti esibisci con una band di tutto rispetto...Vuoi presentarci i tuoi singoli musicisti? Filippo De Paoli, chitarra e cori, nonché voce e anima dei Plan De Fuga, è molto più che un collaboratore per me. Ci conosciamo da quasi vent'anni; abbiamo prodotto il mio disco insieme e ora stiamo facendo quello del suo gruppo.
Giacomo Papetti al basso: è uno dei musicisti più talentuosi che conosca ma questo, fatto raro, non gli impedisce di avere anche una notevole sensibilità musicale.
Matteo Arici alla batteria: spesso s'accompagna a Giacomo Papetti in altri progetti e, del resto, si sente da quanto sono tra loro coesi. E infine...Simone Piccinelli, l'ultimo acquisto, alle tastiere: è più di un valente strumentista - oltre a suonare risolve sempre problemi pratici di ogni tipo e tiene alto il morale della brigata. Ha energie veramente da vendere!
Ma veniamo ora a parlare più nello specifico de "La superficie del mare", il tuo primo album che uscirà nei migliori negozi di dischi dal 9 maggio. Hai dichiarato più volte che il percorso che ti ha portato alla sua creazione è stato alquanto complesso e non privo di difficoltà. Vuoi essere più preciso al riguardo? Ho iniziato nel 2000 con una raccolta di provini. Dopo qualche mese in ambiente major già qualcuno si sbilanciava vaticinando un mio album entro la fine del 2001: in questi sette anni di giri tortuosi ho avuto grosse soddisfazioni come l’incisione di "Aria da niente" interpretata da Raf, la partecipazione al Cornetto Free Music Festival, la collaborazione con una compagnia di danza contemporanea, lavorare con Paolo Benvegnù e anche grandi battute d'arresto (progetti rinviati, promesse evanescenti, qualche cantonata anche pratica).Ma il mio editore, la Warner Chappell, non ha mai smesso di credere in me, facendo quel che un editore in Italia fa raramente, ovvero sostenendo direttamente il progetto. L'incontro poi con la Mizar Records è stato il capitolo che mancava per arrivare infine all'uscita del disco.
Primo singolo estratto da suddetto cd è "Messalina".Com'è caduta la scelta di suddetto brano come sorta di biglietto da visita de "La superficie del mare"?è forse il pezzo più immediatamente leggibile del disco, ma nonostante questo conserva una fortissima malinconia che, accoppiata all'energia nervosa del ritornello, è alquanto rappresentativa del mio modo di fare musica.
So che avete girato anche un videoclip...Siamo andati a girarlo a Berlino a fine febbraio. La protagonista è Maria Francesca Scaroni, eccellente danzatrice-coreografa di danza contemporanea, ex-bresciana in quanto ormai stabilita a Berlino e San Francisco.
Abbiamo girato in due giorni, preso un sacco di freddo (qua e là lo si
intuisce da certe espressioni della mia faccia!), vissuto questa cosa a un livello molto pragmatico ma stranamente anche trasognato. Io poi sono appassionatissimo di storia della DDR, quindi girare a Berlino Est è stato doppiamente intrigante.
Quali location avete utilizzato?Le location sono Alexander Platz, il Muro della East Side Gallery, il ponte Oberbaum, il Palazzo dei Professori vicino ad
Alexander Platz, il Memoriale del Muro presso Brunnenstraße, un vecchio cinemino in una zona anche questa di Berlino Est che però ora non ricordo, uno spazio danza vicino a Kreuzberg e infine casa di Maria Francesca (le sequenze iniziali) e la casa dove alloggiavamo io e la troupe (un posto pazzesco in Greifswalderstraße) - una marea di location per una piccola produzione indipendente, pensandoci! Volevamo dare l'idea di un rapporto/non-rapporto, del cercarsi e non trovarsi mai, del perdersi che poi alla fine non è mai una vera e totale sconfitta: per questa ragione il finale è stato così concepito, chi lo vede può intuirci una rinascita o una fine romantica ma tragica, alla Dolls di Kitano per capirci. Insomma lei c'è ma non c'è mai, o forse il contrario. Del resto gran parte delle cose che faccio sono rivolte a chi non c'è più, pur essendo ancora qui, oppure a chi non c'è mai stato, e in giro manda la propria controfigura...
Qualche chicca in merito? La vera chicca delle riprese è il taxista carichissimo d'alcool che passa durante le riprese al Memoriale del Muro, quelle con Maria Francesca a gambe all'aria, in verticale contro il Muro.Questo tizio passa, vede queste gambe nude che terminano con delle favolose decolletées rosse e dà letteralmente di matto - accostando, tirando giù il finestrino e urlando cose incomprensibili per trenta secondi buoni. nessuno ha capito niente, pare fosse dialetto berlinese, ma dalla faccia beata abbiamo intuito che apprezzasse la scena e che fosse una sorta di Alvaro Vitali prussiano! Non male anche il fatto che durante il mio playback di fronte al mosaico socialista del Palazzo dei Professori tirasse un vento siberiano che s'accordava benissimo col mio completo estivo e la camiciola bianca...
Gianmarco abbiamo parlato di te come cantautore ma non come autore. Vuoi rinfrescarci meglio la memoria al riguardo? Come già detto "Aria da niente" è un mio pezzo che Raf ha inserito nel suo disco "0uch!". Poi ho trascurato l'aspetto autorale negli ultimi anni per dedicarmi al disco ma quest'estate ho in progetto di dedicarmi alla registrazione di una quindicina di nuovi brani. Ciò non è stato possibile finora per il lavoro al disco e per alcune produzioni che ho realizzato in studio con alcune realtà molto interessanti come Kaufman, i Plan De Fuga e un paio di provini di Andrea Amati che poi hanno anche avuto una certa fortuna, viste le straordinarie qualità di Andrea come autore.
Toglimi una curiosità: in che situazione nasce un tuo brano? Dipende da molti fattori.
"Smetti di sorridere" ad esempio, come intuibile, è nata come una sorta di
terapia.Spingere via la gioia non richiesta non è compito semplice.
"Volami per casa", ad esempio, è stata scritta, parole e musica, arrangiata e concepita in circa due ore, in casa, di notte, in una sorta di tormento breve e intensissimo - da allora pochissimo è cambiato.
"Tanto per cominciare" è nata per scherzo, giocando su un loop di batteria.
"Messalina" è nata da un'ossessione: avevo trovato quei due accordi di pianoforte che mi avevano spalancato un mondo, ma non riuscivo ad andare avanti - poi, abbassando le difese contro l'irrazionalità, è venuta da sé.Comunque ho sempre scritto appoggiandomi molto, forse troppo, sulla registrazione e sulla produzione dei suoni - per questa ragione i pezzi nuovi saranno tutti registrati in acustico, perlomeno a livello di provini.
Nasce prima la musica o prima il testo? Anche qui dipende, non c'è una regola.
Una volta scrivevo con l'inglese maccheronico, cosa che fanno in molti.ora però i miei pezzi nascono già in italiano, spesso testo e melodia si accompagnano a vicenda.
Ultimissima domanda: se non fossi Gianmarco Martelloni chi ti piacerebbe essere?
Se mi parli di viventi ti rispondo Dave Gahan dei Depeche Mode, per vedere cosa si prova ad avere una voce del genere. Anche un gargarismo di quell'uomo è suggestivo, molto probabilmente.Se mi parli invece di defunti ti dico Gaio Valerio Catullo oppure Sesto Aurelio Properzio, per vedere anche solo per un attimo quelle due donne, Lesbia e Cinzia, le più seducenti e devastanti della storia della letteratura. Infine se mi parli di mai nati e mai morti allora ti dico Carmelo Bene e Kermit la Rana, e qui dare spiegazioni è francamente impossibile!
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