Patrizia Laquidara e la sua positivissima esperienza musicale made in Usa
di: Laura Gorini
È un’artista raffinata che ama giocare con la musica. Una di quelle musiciste che vive per i suoi concerti e che con la sua band ha stabilito un rapporto di sincera amicizia. Patrizia Laquidara si rivela... È un’artista raffinata che ama giocare con la musica. Una di quelle musiciste che vive per i suoi concerti e che con la sua band ha stabilito un rapporto di sincera amicizia.
Una che nonostante la sua giovane età ha conquistato le platee di mezzo mondo. America inclusa.
Di chi sto parlando? Di Patrizia Laquidara,appena reduce da una meravigliosa esperienza musicale in Usa!
Allora Patrizia, un tuo giudizio sulla tua esperienza americana appena conclusa?
L’esperienza americana e’ stata positivissima.
Non ero cosi sicura in partenza: non sapevo come avrebbe reagito la gente alla mia musica, ai testi in italiano, a canzoni che non corrispondono sempre a quello che e’ il “prodotto italiano di musica leggera” conosciuto all’estero. Invece il pubblico e gli addetti ai lavori hanno apprezzato ciò che ho fatto e per me e’ stata un’esperienza importante per confrontarmi con un’altra realtà.
Questa esperienza mi ha dato forza ed energia per affrontare altro lavoro ed oltre a questo ho visto città come Los Angeles e Seattle che prima non avevo mai visitato.
San Francisco e New York invece sono state una conferma del grande fascino che queste citta’ hanno e che gia’ avevo subito in passato! New York soprattutto sa’ essere sempre incredibilmente vitale e li ho conosciuto musicisti che conoscevo solo di fama!
Insomma, è un momento molto intenso per te dal punto di vista “live”...A proposito come ti prepari per affrontare un tuo concerto?
Di solito faccio esercizi per riscaldare la voce, a volte rileggo i testi delle canzoni, anche se li ho letti e riletti innumerevoli volte. Ma più di tutto ho bisogno di molto silenzio e di stare da sola , cosa che poche volte viene capita. Per cui spesso “fuggo”, trovo un posto appartato e non mi faccio trovare fino a poco prima di entrare sul palco.
E la scaletta quando la scegli?
Solitamente ho una scaletta base, che mi serve come punto di partenza. Poi quasi sempre cambio le carte in tavola e succede spesso che poi durante il concerto decido di cambiare la sequenza dei brani o addirittura aggiungo brani che non erano previsti. Questo dipende dall’energia che sento nel pubblico e da quello che più mi va di cantare in quel momento.
Solitamente con quali musicisti ami essere accompagnata sul palco?
Con i miei musicisti, quelli che mi seguono da tanto tempo ovvero Mirco Maistro, Lorenzo Pignattari, Daniele Santimone, Nelide Bandello e Alfonso Santimone, che sono pronti a stravolgere la scaletta appena chiamo un brano nuovo e che suonano portando sempre qualcosa di nuovo.
E’ importante inoltre che con loro ci sia feeling, empatia. Spesso quando suoniamo ci divertiamo, ci sorridiamo e dopo il concerto ci piace parlare di come è andata.
Queste sono le persone da cui amo essere accompagnata anche se viaggiando molto e conoscendo tanta gente sempre mi sorprendo della varietà e della qualità dei musicisti che trovo in giro!
Il tuo concerto che non scorderai mai?
Ce ne sono diversi. Non ricordo nulla dei posti, ne’ delle circostanze, del contesto. Ho una memoria pessima, quasi nulla per queste cose. Però ricordo la sensazione di alcuni concerti, anche recenti dove ho sentito una forte sintonia e armonia tra me e i musicisti, quella sensazione di felicità che ho solo nel palco , che non trovo sempre ma che quando accade ripaga di tutti i sacrifici e smorza tutti i dubbi.
Hai studiato al prestigioso CET di Mogol. Che ricordi hai di quell’esperienza e soprattutto quanto ti è servita?
Mi è servita molto perché prima di allora non conoscevo la musica folklorica. L’ho conosciuta li perchè il corso che ho fatto era dedicato alla musica popolare veneta e lombarda. All’inizio non lo sapevo. Ho vinto la borsa di studio dal momento che un amico mi aveva iscritto , ma io non sapevo cosa sarei andata a fare. Quando ho saputo che si trattava di quel genere di musica volevo scappare.Questa esperienza invece mi ha aperto una strada immensa e fondamentale che ho amato e amo tutt’ora tanto, quello della musica popolare appunto. E poi lì al CET ho conosciuto dei veri artisti. Con alcuni ho contatti tutt’ora. E’ stata un’esperienza speciale perchè noi, quel gruppo di studenti , eravamo speciali. Anche a detta dei professori la nostra era una classe particolare, piena di persone molto diverse per formazione e provenienza. Abbiamo avuto modo di scambiarci molti stimoli, molti consigli, molte confidenze. Insomma: è stata un’esperienza umana davvero preziosa!
Credi che sia fondamentale per fare seriamente il musicista studiare musica?
Io non ho studiato musica ma ho studiato molto le voci. Non con un insegnante. Ma da sola nella mia stanza. Ho ascoltato tante tantissime voci e sempre poi cercavo di riprodurle, cercavo la mimesi vocale . e nel fare questo scoprivo molto cose della voce, di come funzionava, di come potevo usarla. Questo mi e’ servito moltissimo, più di ogni altra cosa. Ora però sento l’esigenza di fare altri passi, di studiare con altre persone. E’ quello che comincerò a fare tra un po’ di mesi.
Nella tua brillante carriera ci sono numerosi riconoscimenti e anche un Festival di Sanremo. Sinceramente ti è piaciuto partecipare a questa kermesse?
Non so dirti se mi è piaciuto. Forse questa non e’ la parola adatta. Mi e’ servito. Questo si. Per capire molte cose di me , di quello che volevo fare. Mi e’ servito per capire un po’ come gira l’ambiente della musica “pop”. E’ un’esperienza che non rinnego affatto e che probabilmente rifarei . Ma a cuor leggero. Conoscendone i pro e i contro.
Sei una sua sostenitrice? Chi ti ha convinto di più dell’edizione 2009?
Arisa.: l’ho sentita e ho pensato che potesse vincere.
Tu sei una che con la musica ama sperimentare. Credi che la musica possa considerarsi un gioco?
La musica e’ come l’amore. E’ un gioco da giocare in modo serio.
Con quali aggettivi descriveresti la tua musica?
Colorata e trasparente , indifesa e potente.
Ma veniamo a parlare di “Funanbola”, il tuo terzo disco, uscito nel 2007. Perché hai deciso di intitolarlo così?
Perche’ in quel periodo ero costantemente in bilico , come sopra una vertigine. Infatti leggevo molte cose sul funambolismo soprattutto su Philippe petit e i miei testi in qualche modo ne hanno “risentito”
Quanto sei soddisfatta di questo lavoro?
Più lo ascolto e più mi piace. Lo amo più ora che due anni fa. Lo trovo molto bello, poco capito ma molto bello. Ma questa è un’altra cosa , che riguarda il mercato e non me.
Ora come ora, a due anni circa di distanza, lo modificheresti?
No, ne rifarei semplicemente un altro. Partendo da zero. Dove ci sia meno aria e piu’ terra forse.
Hai di recente partecipato alla compilation “Capo verde terra d’amore vol.1”, fortemente voluta da Alberto Zeppieri, il cui ricavato delle vendite sarà interamente consegnato al programma alimentare infantile delle Nazioni Unite, con il pezzo “Assenza” di Cesaria Evora. Che cosa ti affascina particolarmente di questo brano e di Cesaria?
Lo canto da diversi anni col gruppo hotel rif. Il brano e’ bellissimo però e’ la voce di Cesaria che lo rende magico. Lo canta con una naturalezza estrema, con tristezza antica. Lei e’ splendida.e ha anche una certa età. Questo le giova moltissimo, con la vita che ha passato la sua voce parla della sua terra, di lei, della sua vita di donna.
Lo proponi anche durante i tuoi concerti?
Certamente! A volte i italiano a volte in capoverdiano.
E ora quali sono i tuoi prossimi impegni? E soprattutto quando darai un degno successore a “Funanbola”?
Uscirà l’anno prossimo un disco che si intitolerà “Il canto dell’anguana”. E’un progetto tutto originale composto a due mani con Alfonso Santimone su testi poetici di Enio Sartori, suonate con gli Hotel Rif e alcuni ospiti. Quello sarà un progetto particolare, che da tanto tempo mi ripromettevo di fare, tutto sulla musica popolare , cantato in dialetto ma molto attuale come sonorità.
Inoltre sto lavorando al successore di “Funambola”, che spero arrivi presto.
Mi fermerò con i live in autunno proprio con il preciso obbiettivo di dedicarmi completamente alla sua realizzazione.
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