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Pubblicato il 22/06/2007 alle 11:46:11Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Iron Maiden allo Stadio Olimpico (20/6/07)

di: Paolo Ansali

Gli Iron Maiden hanno dominato una kermesse romana che ha visto Motorhead, Machine Head e Mastodon live allo Stadio Olimpico.

Sono passati trent’anni dalla nascita degli Iron Maiden ma restano la più famosa e seguita band del metal, con loro il pienone è assicurato. Alle due date sold-out di Milano lo scorso dicembre per presentare “A matter of life and death” si sono aggiunte quelle dell’Heineken, e a Roma, dove non tornavano da molto tempo. E’ rimasto negli annali il primo concerto, di spalla ai Kiss nel 1980 nei giardini di Castel S.Angelo, quando c'era ancora Paul Di Anno. C’è voluto lo Stadio Olimpico per accogliere i fans del Centro-sud e due promoter come Milano e Live, 20mila presenze, notevole per un evento metal di queste proporzioni. Una kermesse partita nella calura del primo pomeriggio con i Sadist, la figlia d’arte Lauren Harris, la rivelazione dei Mastodon e i potenti Machine Head, fino all’inossidabile Lemmy e i Motorhead, che hanno squassato il pubblico a suon di “Ace of spades” e “Killed by death”. Alle 21,30 si accendono le luci e i maxi-schermi, gli Iron salgono sul palco accolti da un boato. Dickinson aveva annunciato che in scaletta ci sarebbero stati più classici e meno brani nuovi e così è stato. Il singolo “Different world” apre le danze ma è “Wrathchilld” a dare il primo sussulto, poi “The trooper” con l’immancabile sventolio della Union Jack che da la carica. I pezzi storici, da “The number of the Beast” a ”Run to the Hills”, vengono accolti sempre con energia. La triade chitarristica Gers-Murray-Smith è in grande spolvero e Steve Harris non rinuncia alle sue famose pose. “Fear of the dark” ha un coro generale che risuona nel Maracanà capitolino come un inno calcistico. Nel finale di “Iron Maiden” spunta un carro armato gigante da dietro la batteria con il leggendario Eddie che sembra scrutare con il binocolo il pubblico. Dopo una breve pausa Dickinson torna sul palco e raccoglie incuriosito un fumetto fradicio (probabilmente Dylan Dog) lanciato on stage, chiede alla prima fila di farsi indietro, poi presenta i suoi compagni tra questi Nicko McBrain applauditissimo. C’è ancor spazio per “2 minutes to midnigt”, “The evil that men do” e a chiudere “Hallowed be thy name” Il vocalist promette che ci vedremo l’anno prossimo, promessa da mantenere.

Set-List:
Different World
These Colours don't run
Brighter than a thousand suns
Wrathchild
The Trooper
Children Of the damned
The reincarnation of Benjamin breeg
For the greater good of God
The Number of the beast
Fear of the dark
Run to the hills
Iron Maiden

encores:
2 minutes to midnight
The evil that men do
Hallowed be thy name

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