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Interviste
Pubblicato il 23/09/2007 alle 14:29:14Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Intervista a Enzo Moretto (…A Toys Orchestra)

di: Silvio Di Giulio

A sei mesi dall’uscita di Technicolor Dreams, uno degli album più convincenti e coinvolgenti di quest’anno, abbiamo deciso di porre qualche domanda a Enzo Moretto, leader del gruppo campano di …A Toys Orchestra. (via msn, 18 Settembre 2007)

A sei mesi dall’uscita di Technicolor Dreams, uno degli album più convincenti e coinvolgenti di quest’anno, abbiamo deciso di porre qualche domanda a Enzo Moretto, leader del gruppo campano di …A Toys Orchestra. (via msn, 18 Settembre 2007)

Lontani, ma vicini e diretti, grazie alla tecnologia digitale che ormai non pone più confini, ecco come può scivolare leggera una mattina di fine settembre in simpatiche chiacchiere.

Elisabetta: …A Toys Orchestra. Partiamo dalla struttura. Come s’è sviluppato il gruppo in questi anni?
Enzo Moretto: Ti dirò.. Eravamo abbastanza ragazzini quando io, Ilaria e Raffaele mettemmo su questa band. Sono successe così tante cose. In effetti sembra un niente ma sono passati più di dieci anni. Abbiamo cambiato line up più volte. Prima con l'arrivo di Fausto all'elettronica, poi con la dipartita di Fabrizio alla batteria sostituito dall'ultimo arrivato Andrea. Sicuramente in questi anni il nostro suono ha cambiato pelle più e più volte. Probabilmente quello che ci accomuna con i primi tempi è il nostro desiderio di ricerca e di rinnovazione ciclica. E' un po’ come quando torni a casa in macchina e alle volte preferisci prendere delle strade alternative perchè hai bisogno di vedere le cose da prospettive diverse.

Cambi di prospettiva, quindi. Con tre lavori "ufficiali" e reperibili all'attivo. “Job” (autoprodotto), “Cuckoo Boohoo” e “Technicolor Dreams” (questi ultimi due usciti per Urtovox). La sentite tangibile la crescita in questi tre lavori?
Certo l'evoluzione è realmente tangibile dal primo all'ultimo disco. Anche se io preferisco sempre parlare in termini evolutivi, e mai di "maturazione". E' una parola che non mi piace. Penso che quando si parli di maturità,è come se si fosse ormai arrivati. Noi invece preferiamo sentirci in continua crescita.. Come dire,dopo la maturazione resta solo da marcire.
Job è un caso unico nella nostra storia. Diverso nei contenuti ma anche nelle motivazioni dai suoi due successori. Mi spiego: all'epoca non avevamo mai avuto nessun contatto discografico,per cui non facevamo altro che giocare con la nostra musica. Alla fine Job è questo: un disco nato per gioco. Successivamente infatti fu pubblicato così com'era.. Suonato, improvvisato e registrato da noi senza nessuna nozione in merito. Credo però che riascoltarlo oggi, abbia un suo perchè.

Ora mi piacerebbe prendere in considerazione alcune canzoni. Da “Panic Attack #1” al #3 c’è il superamento dell’evoluzione di un percorso conosciuto? Sembra che le tre diverse tracce individuino delle fasi… (Panic Attack #1 e #2 contenuti in Cuckoo Boohoo, #3 contenuto in Technicolor Dreams)
In effetti è così. Sia a livello musicale che testuale ci sono dei richiami continui. Nel #2 riprendevo una parte del testo del #1,e nel #3 ho voluto lasciarci solo i "lalalalala" una sorta di eco lontano.. Le musiche sono accomunate da una tensione sempre più densa.. anche se in ognuna è vissuta in modo diverso...
Non è facile parlarne per me. Preferisco pensare (credere) che alcuni contenuti siano parte del mio passato. Potrebbe essere finita qui la saga dei Panic Attack.. Oppure potrei farne altre tre,cinque dieci... chissà.

Parli per cognizione di causa quindi...
Oddio che parolone…

Scusa...facciamo un'intervista seria...!
E’ che sono delle canzoni a cui mi sento molto legato ma al contempo contengono dei concetti molto forti.. di dolore, di angoscia.... e io amo la vita anche vissuta in modo più "easy". Non sono un "povero me! povero me!"

Non l'ho mai pensato. Certo che varie canzoni lasciano pensare che tu sia una persona abbastanza emo. Nel senso che se senti qualcosa non fai molto per nasconderla o per tenerla per te. Quasi che con la musica e le parole volessi esorcizzare certi sentimenti. Ma passiamo ad un'altra “patologia”. La sindrome di Peter Pan appartiene secondo te ad una generazione ben definita o ci sono riferimenti più personali? (Peter Pan Sindrome contenuta in Cuckoo Boohoo)
Non so.. Non credo di riuscire a concepire concetti "generazionali". Inevitabilmente però faccio parte di una generazione. E come tale ho in comune delle sensazioni e delle impressioni.. La sindrome di Peter Pan quando l'ho scritta era solo la mia.. e mi sentivo anche un po’ idiota visto che ancora non ho trent'anni. Ho riscontrato però che gran parte del pubblico ne ha capito il concetto. Cioè, sarà anche una patologia precoce, ma sicuramente determina un senso forte di attaccamento alla vita, il rammarico di lasciare indietro ogni minuto vissuto.

E la volontà di continuare con la leggerezza della giovinezza. quasi che l'età adulta faccia paura e indichi inevitabilmente il declino di qualcosa. giusto?
Certo.

Scrivi spesso "lettere a te stesso"? (Letter To Myself contenuta in Tachnicolor Dreams)
No, assolutamente. Certo che hai individuato il mio punto debole eh? (non ci voleva molto forse) La lingua batte dove il dente duole. . . E' una canzone molto intima, anche se a me questo concetto fa un pò ridere: come può essere intima una canzone se finisce per ascoltarla altra gente? In ogni caso ancora una volta ti do conferma che per me non è facile parlare dei miei testi. Mi piace pensare che finché il disco non è pubblicato siano una sorta di diario segreto. Ma una volta che giungono al pubblico è bello poter credere che ognuno possa rivederci quello che vuole e che possa far parte della propria vita. Un diario collettivo.

Credo sia proprio la definizione giusta.
Ci provo.

Ti senti un “Modern Lucky Man”?(Modern Lucky Man contenuta in Cuckoo Boohoo)
NOOOOOO, assolutamente no! Per me anche Fabrizio Corona è un “Modern Lucky Man”! Possono essere identificati in tutte quelle categorie che vanno dagli arrampicatori sociali fino alle rockstar maledette trite e ritrite.. E' una canzone dedicata ai classisti.

Era la risposta che speravo d'avere. Invece dimmi, per l'incastro di arti di “Bug Embrace”, ti sei fatto un disegnino prima? (Bug Embrace contenuta in Technicolor Dreams)
Ahahahah!

Davvero. Quella secondo me è una canzone molto "visiva"...
Già, è una delle mie poche canzoni d'amore. Trattare un argomento del genere è davvero difficile. Sia perchè si tratta di un sentimento assoluto, sia perchè ce n'è stato un tale abuso nel corso degli anni che niente è più semplice che scivolare nella banalità più becera. Per cui inevitabilmente ho preso la strada più contorta sia nel testo che nella musica.

Com’è nato “Technicolor Dreams”? Quanti sguardi sulla società ci sono? E quanti su se stessi?
Il disco precedente era andato molto bene, per cui nella prospettiva di realizzare un nuovo disco sarebbe stato comodo e razionale ricalcarne le orme. Ma sentivamo forte l'esigenza di rimetterci in gioco, ripartire da zero, una prova del nove per noi stessi. Una sorta di lascia o raddoppia e noi abbiamo provato il "raddoppia"... Ho trattato argomenti diversi, sarà che sto bussando alle porte dei trenta, ma in questo disco mi sono guardato di più intorno...

Credi che tutti i trentenni o presunti tali si pongano degli interrogativi simili a quelli che ti sei posto tu? Sei così ottimista?
Io parlo dal mio punto di vista. Poi lo spero. Ho avuto un occhio più attento a quello che succede anche intorno a me e non solo dentro di me, anche se poi inevitabilmente dentro ci finisce. Scusa il contorcimento. Ho toccato per la prima volta temi di politica, mass-media, religione. Sono stato a mio modo provocatorio e interlocutorio. Probabilmente non riesco a giustificarmi perchè nel mondo in cui viviamo non esiste più una coscienza collettiva. Siamo sempre più ammaestrati dalla televisione e dai giornali, sempre più pronti a ripetere quello che abbiamo sentito dire da qualcun'altro.. In canzoni come “Ease Off the Bit” o “Amnesy International” il concetto è molto chiaro, credo.

Ora parlami della scelta di Dustin O’Halloran come produttore.
Era mia volontà che per questo disco ci fosse un produttore con la sensibilità giusta per poter interpretare il mood delle canzoni che avevo scritto. E siccome per la maggiore erano state composte quasi tutte al piano, ho pensato subito a Dustin. E' uno dei miei pianisti preferiti in assoluto. Adoro i suoi dischi solisti così come adoro i Devics. Aveva fatto un ottimo lavoro con i suoi dischi per cui pensai che avrebbe potuto fare altrettanto con il nostro qualora lo avesse interessato. E così è stato. Fortunatamente rimase molto colpito dai provini delle nuove canzoni, carpimmo in lui l'entusiasmo giusto e così tutto andò in porto. Ha fatto un gran lavoro, e poi ha fatto di tutto per esaltare i nostri tratti. Non ha mai cercato di imporre il suo ego, piuttosto di rendersi un lucido interprete del nostro sound. In studio lo stress e la tensione possono alienarti e condurti a scelte sbagliate. Ecco, lui ha evitato proprio questo, mantenendo sempre la calma e la lucidità che lo contraddistinguono, è un grande artista. Ha voluto suonare anche alcune parti nel disco. E' stato davvero bello condividere con lui un esperienza così profonda. Siamo diventati davvero grandissimi amici. D'altronde abbiamo trascorso un mese rinchiusi nel suo studio/casolare, per cui i rapporti si sono stretti ben oltre l'ambito lavorativo. Abbiamo cucinato, bevuto vino, passeggiato nei frutteti, gli abbiamo impartito lezioni di dialetto cilentano. Insomma è stata una grande conoscenza.

“Technicolor Dreams” è, di generale avviso, tra le migliori produzioni di quest’anno. Vi mettereste anche voi in cima ad eventuali graduatorie? Chi mettereste prima di voi?
Questo non spetta a noi. Abbiamo molto rispetto del nostro lavoro ma non siamo in grado di collocarci in una posizione in una graduatoria.

Infatti era più una leggera provocazione, una sorta di termometro per capire se vi state montando la testa…
Montando la testa? Ma dai, ancora vivo in una stanza con cucina e bagno.

Allora proviamo a riformulare la domanda. In un'ipotetica graduatoria con chi vi sentireste in buona compagnia?
Mi è piaciuto moltissimo il disco di Beatrice Antolini, qualcos'altro di sicuro...è che adesso non mi passa per la testa..

Una montagna di concerti…pensate di fermarvi o vi piace così?
Ci piace così, ma ogni tanto dobbiamo fermarci per ricarburare.

Posso capirlo. E invece., canti ai concerti quando sei tra il pubblico? E cosa senti quando gli altri cantano ai tuoi?
Sì, hai concerti canto, anzi ti dirò che spesso mi ritrovo a fare i cori... Deformazione professionale.
Quando invece la gente canta sulle nostre canzoni, beh... è indescrivibile. So solo che non riesco a trattenermi dal sorridere, anche se sto cantando la cosa più triste del mondo!

L'ultima domanda...sei pronto a tutto?
Sempre!

Non ti ho mai visto senza cappello. Cosa ci nascondi sotto?
Non è un cappello. E’ un’appendice del mio corpo, ogni tanto vado dal parrucchiere per farmelo accorciare. In verità, è un'abitudine, adesso non riesco a farne a meno, provo come una sensazione di nudità senza e poi sono molto feticista... Forse ho anche un pessimo taglio di capelli.

Ah. Pensavo fosse la maschera ad un diradamento incipiente!
Quello non è un problema grave..

Allora il diradamento c'è! Questo è uno scoop!
Certo non ho la chioma da sedicenne ma i capelli più o meno ci sono tutti!

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