Billy Idol al Rock in Roma (9/6/2014)
di: Paolo Ansali
Billy Idol arriva al Rock in Roma e dimostra che a 58 anni tiene il palco come pochi sanno fare oggi, due ore di concerto e tanti classici, da Rebel Yell a White Wedding, che hanno mandato in delirio il pubblico. Billy Idol arriva al Rock in Roma e dimostra che a 58 anni tiene il palco come pochi sanno fare oggi, due ore di concerto e tanti classici in scaletta, da Rebel Yell a White Wedding.
Le due date italiane di Billy Idol (al Rock in Roma e a Padova) sono state una rara occasione per rivedere dal vivo uno degli artisti che hanno segnato il passaggio dagli anni ’70 ai primo 80s, dal periodo punk con i Generation X al grande successo del decennio successivo, grazie anche alla nascente MTV, che lo fece diventare una rockstar platinata e dal ghigno inconfondibile. In seguito ha pagato gli eccessi di una vita spericolata, con lunghi periodi di oblio, ma oggi a 58 anni torna in piena attività, sia live che in studio (uscirà un nuovo album dal titolo“Kings and Queens of the Underground” in autunno).
E’ il secondo appuntamento al Rock in Roma di questa stagione, partito con i Queens of the Stone Age, adesso spostato in un’area più grande all’interno dell’Ippodromo delle Capanelle. Il pubblico ha risposto con un ottimo numero di presenze, di tutte le età, dimostrando come Billy Idol abbia ancora tanti fan qui dalle nostre parti. Ad aprire ci sono i Jesus Was Homeless, formazione romana nata in California, che presenta il nuovo lavoro "The Message". Il concerto inizia alle 22 con “Postcards From The Past” e poi si passa a “Cradle Of Love” uno dei primi tuffi nel passato della scaletta. Accanto a lui c’è il prodigioso chitarrista Steve Stevens, una collaborazione quasi trentennale che si è rinnovata di recente. Efficace la band che lo accompagna con validi musicisti. Non possono mancare ovviamente “Flesh for Fantasy” e “Eyes Without a Face”, ed è un’emozione ascoltarli dal vivo dopo averli visti in celebri video dell’epoca. C’è spazio anche al periodo dei Generation X, con cui incise tre album in studio, lo dimostra “Dancing With Myself”, l’hit che fu ripreso all’inizio della carriera solista, ma anche “Ready Steady Go” e “King Rocker”. Non manca la trascinate cover di “L.A. Woman” dei Doors, un omaggio personale a Jim Morrison. L’unico momento per tirare il fiato è la dolce ballad “Sweet Sixteen” che Idol canta con la chitarra acustica sotto la luna.
Stevens si ritaglia uno spazio acustico, dimostrando la sua abilità tecnica, e cita anche l'arpeggio di "Stairway To Heaven" ma poi si ferma sorridendo. Appena parte la base di Rebel Yell si scatena il delirio, il coro generale intona il celebre ritornello “In the midnight hour she cried more, more, more…with a rebel yell she cried more..” mentre Billy Idol corre a torso nudo da una parte all’altra del palco come ai vecchi tempi, senza risparmiarsi. Si chiude il concerto ma non prima di due bis da calibro di “White Wedding”, il primo vero successo nell’82, e “Mony Mony“, cover di Tommy James & the Shondells, che chiude una serata memorabile.
Setlist Billy Idol 9/6/2014:
Postcards from the Past
Cradle of Love
Dancing with Myself
Flesh for Fantasy
Love and Glory
One Breath Away
Ready Steady Go
Sweet Sixteen
Whiskey And Pills
Eyes Without a Face
L.A. Woman
Guitar Solo
King Rocker
Love Like Fire
Blue Highway
Rebel Yell
BIS
White Wedding
Mony Mony
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