Per SonicBands, Dario Antonetti con il cd Il Ritorno del Figlio dell’Estetica del Cane celebra il suo ruolo da vero cantautore indipendente
di: Shpresa Tulekul
Fabio Igor Tosi e Manuel Sechi per un bel 7 su 10: ma nella recensione ci sono anche gli elogi per la U.d.U. Records, l’unica etichetta discografica realmente indipendente, perche’ i suoi dischi non li vende. Fabio Igor Tosi e Manuel Sechi per un bel 7 su 10: ma nella recensione ci sono anche gli elogi per la U.d.U. Records, l’unica etichetta discografica realmente indipendente, perche’ i suoi dischi non li vende.
Davvero una bella recensione, perche' spazia dall'analisi musicale a quella filosofica, toccando anche lo spirit non profit della battaglia ultradecennale iniziata dal nostro diretur Giancarlo Passarella, sia con l'Associazione Ululati dall'Underground, sia proprio come etichetta discografica. Si legge infatti....Dario ha capito tutto! Ha capito che discograficamente più di tanto in Italia non può ottenere, e quindi perchè non accordarsi con il cuore di Giancarlo Passarella della U.d.U. Records, l’unica etichetta discografica realmente indipendente, perche’ i suoi dischi non li vende...
La parte centrale della recensione? Un vero cantautore indipendente pronto a cantare pregi e difetti dell’underground italico. Il Ritorno del Figlio dell’Estetica del Cane è una sorta di riedizione del precedente “L’Estetica del Cane”, disco che ha riscosso buoni consensi tali da convincere a riprendere in mano quel progetto e completarlo, aggiungendo brani e versioni inedite. Tredici canzoni dagli scarni arrangiamenti e dal sapore vagamente psichedelico, che guardano alla scrittura di Syd Barret, come lui stesso ricorda nel presentarsi...
La recensione su SonicBands si conclude con queste riflessioni ...Io ci sento anche Battisti, Gaber e anche Bugo, ricordando, in ogni modo, la forte personalità che Dario infonde ai propri brani. Brani giocherelloni, ma anche malinconici figli di sogni spezzati da insormontabili ostacoli, che solo l’intelligenza di chi sa stare al gioco riesce nell’intento di esorcizzarli scrivendo canzoni in prevalenza divertenti. Certo è che non è un disco spettacolare, Dario non è nemmeno perfettamente intonato a volte, ma le composizioni girano bene e sono gradevoli, con chitarre, tastiere, mellotron e qualche fiato a condire bene il tutto. Da salvaguardare!..
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