Musical NewsMusicalNews
  Cerca

MusicalNews: le notizie che gli altri non hanno! - real news by true fans for hot peopleCOLLABORA CON NOI
Interviste
Pubblicato il 19/12/1999 alle 00:00:00Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Franco Zanetti di Rock On Line

di: Giancarlo Passarella

Agitatore culturale ante literam, Franco Zanetti si presenta con sigaro in bocca ed occhiale bianco che fu di una nota rockstar quando miltava nei Decibel...

Agitatore culturale ante literam, Franco Zanetti si presenta con sigaro in bocca ed occhiale bianco che fu di una nota rockstar quando miltava nei Decibel...

>Incontriamo via e-mail un vero e proprio "agitatore culturale" come Franco
>Zanetti: il tuo e' un curriculum assai variegato ed imponente...

Più che un curriculum, è la storia di venticinque anni di lavoro nel mondo
dello spettacolo, un'esperienza guidata soprattutto dalla voglia di
divertirsi lavorando. La musica era (ed è) una grande passione: per farne
anche un impegno professionale senza tradire la passione è indispensabile,
secondo me, che non ci si annoi mai. Così, spesso mi è capitato di
rinunciare ad opportunità professionali interessanti dal punto di vista
dello stipendio o della carriera, ma che pensavo non mi avrebbero permesso
di conservare intatta la mia curiosità di scoprire cose nuove, di fare
esperienze diverse. Quest'anno compio 46 anni: e non ricordo, davvero, un
giorno in cui il lavoro mi abbia annoiato. Stancato sì, stressato molto,
deluso talvolta: ma annoiato, mai.

>Esiste ancora il mito del giornalista? Io penso di si' e credo che molte
>delle persone che ci stanno ora leggendo ne siano ancora affascinate...

Temo anch'io che il mito esista ancora, e resista. Ed è un danno: perché
questo lavoro non è fatto, come molti pensano, tutto di viaggi, incontri,
interviste, scoop. E' fatto anche - e vorrei dire soprattutto - di costante
presenza in redazione, di metodo, di attenzione, a volte anche di
ripetitività e di routine. Poi, certo: meglio fare il giornalista che
lavorare in miniera. Ma attenzione: un giornalista serio non "stacca" mai
davvero, non abbassa la saracinesca all'ora di chiusura per riaprirla la
mattina dopo. E questa attitudine non può non avere conseguenze
problematiche sulla vita privata. Bisogna mettere in preventivo l'idea che
il nostro lavoro non ha orari "mentali": l'unico modo per staccare davvero
sarebbe andare in vacanza in un posto lontano, senza telefono, senza
giornali, senza radio e senza televisione ma anche lasciando a casa il
cervello!

>Sei partito con un negozio di dischi a Brescia: come hai fatto ad arrivare
>(subito dopo) ad ideare l'album di Ivan Cattaneo ITALIAN GRAFFIATI?

Cercherò di riassumere. Nel negozio di dischi sono entrato come commesso,
nel 1975, e ne sono diventato il responsabile dopo meno di un anno; intanto
collaboravo con un quotidiano della mia città, "Bresciaoggi", e facevo
trasmissioni nelle radio private. Mi sono proposto come ufficio stampa alla
EMI, e dopo qualche mese mi hanno chiamato; ho iniziato nel 1978 come
segretario della segretaria, per imparare i fondamentali del mestiere, poi
sono diventato capoufficio stampa. Dalla EMI sono passato alla CGD, come
capoufficio promozione, nel 1981; dopo un paio d'anni, ho chiesto di
potermi occupare dell'ufficio artistico, ed è lì che è nato il progetto
dell'album di Ivan. Che metteva insieme la mia competenza sulle canzoni
degli anni Sessanta, l'ecletticità geniale di Ivan Cattaneo e l'attenzione
ai fenomeni di flusso e riflusso nei gusti della gente. Anche l'operazione
"Bandiera Gialla" mi ha visto direttamente coinvolto: insieme a Bibi
Ballandi abbiamo ideato quell'operazione d'immagine sulla discoteca di
Rimini, e quell'estate - la prima del "Bandiera Gialla" - resta
probabilmente la più divertente della mia vita.

>Mi ricordo che hai anche ideato una manifestazione storica come Mi-Sex: ci
>vuoi rivelare come e' nata e che cosa ha portato nel panorama italiano?

E' nata di conseguenza al mio interessamento all'industria dell'homevideo.
Agli inizi degli anni Novanta sono diventato direttore del mensile
Videoplus, dedicato interamente al mercato delle videocassette; una quota
significativa del mercato è fatta dalle videocassette a luci rosse, ed è
conoscendo gli operatori di quell'ambiente che mi è venuto in mente di
organizzare, con altri soci, una manifestazione in chiave molto
spettacolare - e anche molto ironica, e autoironica - che sdrammatizzasse
lo spettacolo erotico. La prima edizione (1994) ha portato 61.500
spettatori paganti in tre giorni, al Forum di Assago: è ancora il record di
affluenza per quella struttura. Siamo al quinto anno, e il successo di
pubblico continua. Nel panorama dello spettacolo italiano, la mia speranza
è che MI-Sex abbia dimostrato che è possibile trattare un tema
oggettivamente scabroso e controverso come quello dello spettacolo erotico
senza sporcarsi le mani, cogliendone gli aspetti più allegri e facendo
capire che le persone che lavorano in quel mondo non sono né meglio né
peggio di quelle che fanno mestieri diversi.

>Ti sei anche inventato il falso album di Lucio Battisti, intitolato (in
>modo assai furbesco) L'ASOLA: hai avuto dei problemi legali?

No, nessun problema legale. Ho avuto problemi con alcuni colleghi
giornalisti, alcuni di quelli che hanno abboccato allo scherzo. Che si sono
offesi, e non hanno capito che proprio abboccando mi hanno consentito di
dimostrare quello che avevo in mente di dimostrare: e cioè che, nel nostro
mestiere, quando riprendi una notizia da un'altra fonte devi avere la
correttezza di citare la fonte, e la professionalità di verificare la
fondatezza dell'informazione. Molti non hanno fatto né l'una né l'altra
cosa, si sono impadroniti della notizia (falsa, ma confezionata in maniera
del tutto verosimile) e l'hanno spacciata per propria. Giusto che siano
stati puniti dal ridicolo.

>Con una esperienza come la tua, devi per forza darmi una serie di
>suggerimenti per i giovani intenzionati a buttarsi nel giornalismo, magari
>musicale: ne vale la pena?

Ne vale la pena se non si parte con l'idea che scrivere di musica consista
essenzialmente nell'ascoltare dischi e frequentare concerti. Suggerimenti?
1 - modestia e voglia di imparare;
2 - disponibilità ad ascoltare "tutta" la musica, e non solo quella che piace;
3 - capacità di apprendere da chi ha più esperienza, possibilmente
imparando dall'esempio e non aspettandosi che qualcuno ti insegni passo
passo cosa fare e come farlo;
4 - iniziare a scrivere per hobby e per piacere, non per denaro. Anche
perché facendo il giornalista onestamente non si diventa certo ricchi, né
benestanti. Affiancare l'attività giornalistica allo studio, o a un altro
lavoro: se le cose andassero bene, ci sarà sempre tempo per decidere in
seguito. Altrimenti, meglio essere un sincero appassionato di musica che un
aspirante giornalista insoddisfatto.

>Tu ora sei ancora un Direttore di una testata giornalistica: come scegli i
>giovani collaboratori?

Vado prima a simpatia, a feeling; poi gli faccio scrivere qualcosa, e cerco
di capire se hanno i numeri per crescere. Sono della generazione che crede
molto nell'ortografia, nella sintassi, nei punti e virgola e negli
apostrofi. Se scopro che un collaboratore non sa scrivere correttamente,
può anche essere un genio della critica, ma per me non lavorerà mai fino a
quando non avrà perfezionato i suoi strumenti lessicali.

>Ti rivedi in qualcuno di loro? Ti sei mai detto:"Cavolo, ora sono io
>dall'altra parte della barricata?"

Mi rivedo, a volte, in qualcuno. Anche se i tempi sono molto cambiati, e
non mi sembra più di incontrare ragazzi e ragazze che siano spinti prima di
tutto dalla passione. E non mi sentirò mai dall'altra parte della
barricata: ci sarà sempre, davanti a me, qualcuno di più bravo, di più
esperto, di più "giornalista" di me. Ogni volta che incontro qualcuno per
cui in passato ho lavorato da collaboratore, qualcuno da cui sono cosciente
di avere imparato delle cose, sento il bisogno e provo il piacere di
esprimergli la mia riconoscenza. Se certe persone non avessero avuto
fiducia in me, probabilmente avrei finito l'università e adesso farei il
medico. Magari avrei più soldi, condurrei una vita meno disordinata e
starei contando gli anni che mi separano dalla pensione. Meglio che sia
andata così: per me, che ne sono contento e per i miei mancati pazienti!



 Articolo letto 9436 volte

Riferimenti Web

Copyright 1999-2002 MusicalNews.com