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Pubblicato il 11/02/2009 alle 11:47:54Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Gran bella ed approfondita la recensione del rock dei Droning Maud su Revolving Doors

di: Patty Busellini

Firmata da Francesco Santoro, lo scritto e' davvero esauriente ed analizza tutti i brani del cd The World of Make Believe, pubblicato dalla band reatina per U.d.U. Records: un extended play curato e maturo, secondo Resolving Doors.

Firmata da Francesco Santoro, lo scritto e' davvero esauriente ed analizza tutti i brani del cd The World of Make Believe, pubblicato dalla band reatina per U.d.U. Records: un extended play curato e maturo, secondo Revolving Doors.

Siamo tutti davvero soddisfatti per questa recensione: fatta con cura, gusto e passione, analizza ogni momento in cui si compone il cd.
Dopo aver testato il sound tra concorsi, live e l’autoproduzione di un demo nel 2007, i Droning Maud danno alla luce The World Of Make Believe, extended play curato e maturo. I ragazzi della provincia di Rieti, capaci ma prudenti, combinano con sicurezza pop di qualità e rock dai suoni elettronici contando su solide abilità musicali da cui poter iniziare a costruire, ora, un suono più innovativo e distintivo...

Come nostra abitudine, vediamo alcuni momenti della recensione scritta da Francesco Santoro. La partenza e' fulminea ...Non è facile la vita per le bands del circuito indie. Lastricata di insidie è la strada che porta a far conoscere la musica di an absolute beginner. Esibizioni in locali di terz’ordine, pub semivuoti, infruttuose partecipazioni a concorsi e disparate difficoltà, spesso portano a gettare la spugna. Raramente gli agognati risultati arrivano, e quando ciò avviene, una piccola rivoluzione nel gerarchico (micro)cosmo musicale può ritenersi già compiuta. Ben venga, allora, il successivo ambitissimo step: quello della sala d’incisione che porta alla registrazione del disco... Giusta premessa, perche' la vita artistica dei Droning Maud e' comune a molte band.

Poi cosi' prosegue Francesco Santoro ...Questo è il necessario preludio alla prima vera prova in studio degli italianissimi Droning Maud che, dopo aver partecipato e vinto diversi concorsi, dopo aver testato la giusta intesa in decine di live set, hanno finalmente debuttato in sala d’incisione. La prova del fuoco, ovvero la prima prova su disco, è foriera di buoni propositi per il futuro e di risultati più che soddisfacenti nell’immediato: The World of Make Believe è un lavoro maturo e capace di calamitare l'attenzione dell’ascoltatore....Grande riflessione: grazie ancora per averlo scritto!

Andiamo avanti nella recensione apparsa su Resolving Doors ..Al primo ascolto risulta inevitabile notare la chiara appartenenza alle pionieristiche atmosfere create dai compianti Joy Division e a certi evidenti suoni presi in prestito dalla sei corde del primo The Edge (chitarrista degli U2, per chi fosse stato su Marte negli ultimi trent’anni). Con le sue innumerevoli metafore, il viaggio per mare è scelto quale efficace filo conduttore per imbastire i testi l’uno con l’altro in una sorta di concept album....

Cos'altro si legge in questa recensione? La band scioglie gli ormeggi sulle note dell’enfatico brano d’apertura, Call to arms, che con suono pulito e lineare accompagna liriche di un “A trip rather than a destination” (Un viaggio più che una destinazione): tre minuti e mezzo di pura new wave, dove l’evidente pulsare del basso permea tutto il pezzo lasciando il finale al glaciale suono di batteria che, con ritmica marziale, chiude questa chiamata alle armi. Accattivanti cori pop e suoni sincopati in Bijou e rock rumorista in Usual Old Box, ove messaggi stipati e dimenticati in un recondito spazio, racchiudono parole fermate su carta che custodiscono nel tempo le virtù di “infondere coraggio e donare un sorriso”.
In The Beginning Was The End, invece, si presta a molteplici interpretazioni. Potrebbe essere la storia di una tormentata relazione raffigurata con l’immagine di un’imbarcazione in balia delle onde. L’idea del mare in tempesta e di notti agitate induce a credere ad un equipaggio che ha perso la rotta e che, proprio come nei rapporti di coppia, è inevitabilmente costretto ad attraversare la burrasca evitando il naufragio....
Davvero una bella metafora questa di Francesco Santoro.

Andiamo ora ai botti finali apparsi in questa recensione...La criptica This List Is Subject To Change, scivola via innocua prima di lasciare il passo all’ultimo capitolo di questa traversata vissuta tra la calma piatta dello specchio d’acqua e le sue repentine minacce. Il CD termina i suoi giri sulle note di When You Keep Them All Together, che richiama alla mente le musiche e le armonie vocali del gruppo dalle iniziali uguali a quelle dei Droning Maud, vale a dire i Depeche Mode. Ma nonostante gli inevitabili riferimenti ai sopraccitati mostri sacri, la band dimostra personalità e autorevoli doti interpretative. Capaci, misurati e sempre in bilico tra pop di qualità e rock dai suoni elettronici, i ragazzi eseguono un lavoro accurato dove nulla pare lasciato al caso. L’album, tra l’altro, ha anche il pregio di crescere ad ogni ascolto. Quello che, però, è un tratto distintivo a volte si dimostra un limite. Il sound troppo pulito e riconducibile ad una precisa epoca suona, a volte, manierista: ci starebbe bene, qua e là, qualche sfuriata di chitarre in piena collera per destabilizzare l’ascoltatore e scrollarsi di dosso lusinghieri paragoni che, alla lunga, potrebbero risultare seccanti raffronti. Ma per una prima prova in studio, va bene così....

Giuste parole che sono la degna conclusione di una recensione da favola.

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