La pioggia non ferma Laura. La Pausini a Taormina canta a cappella davanti a seimila fans
di: Maristella Panepinto
Il maltempo non ha rovinato il concertone della Pausini al teatro Antico. "Ho creduto in un sogno" sarà trasmesso il 20 maggio in prima serata su Rai 1 Fu così che la pioggia battente non impedì a Laura di darsi del tutto ai suoi fans. Se fosse una favola, si potrebbe concludere così la storia del concertone taorminese della Pausini. La data sarà ricordata per un finale inedito: gli strumenti bagnati, i musicisti zuppi di pioggia e la Pausini che, dopo due ore di spettacolo, decide di proseguire il repertorio cantando a cappella. Il pubblico che si innamora ancora di più dell’artista romagnola, che sul finale di una serata speciale, che è stata ripresa da Rai 1, sceglie di rimanere con il suo pubblico. Canta il refrain di una sfilza dei suoi brani più famosi - Se fuè, Se ami sai, Resta in ascolto - e lo fa senza fretta, con la devozione che rende grandi alcuni artisti e li distingue da quelli che centellinano la voce e non concedono al loro pubblico nulla di più di quanto previsto. Non basta. Quando qualcuno dell’organizzazione fa cenno alla Pausini che i giornalisti la stanno aspettando per la conferenza stampa, lei sfodera la sua grinta da pasionaria: “Prima viene il mio pubblico, i giornalisti, se vogliono, che mi aspettino pure!”. E continua a cantare e con lei i seimila del teatro Antico di Taormina, che hanno resistito alla pioggia e a un freddo atipico per una primavera ormai inoltrata. Laura conclude con la sua amatissima “Celeste”, ma non si accontenta. Indossa un accappatoio nero, esce di nuovo e a microfoni spenti torna a canticchiare insieme ai suoi aficionados.
Quella di ieri sera, ultima delle quattro date a Taormina del Greatest’s hits world tour, non è stata una performance semplicissima per la cantautrice romagnola. Una pioggia battente ha accompagnato quasi tutto il concerto, che in buona parte è stato ripreso dalle telecamere della rete ammiraglia Rai. La prima serata andrà in onda martedì 20 maggio.
“Ho creduto in un sogno”, questo il titolo dello one woman show, diretto da Giampiero Solari e che ha visto l’esordio della Pausini in veste di showgirl.
L’inizio è stato liscio come l’olio, con Paolo Carta, compagno della cantante e papà della piccola Paola (che la Pausini ha dato alla luce nel febbraio del 2013), che intona alla chitarra le note de “La solitudine”. Quel “Marco se ne è andato” è il leit motiv dello spettacolo, che si snocciola tra le pagina della vita della cantante. Gli esordi al pianobar, con l'inseparabile papà-guida, l'ultimo posto al festiva di Castrocaro nel 1991 e poi un imprevisto che però le spalanca le porte della fortuna. Per introdurre la Pausini quale migliore presentatore se non quello che la Pausini “l’ha inventata”? Entra in scena Pippo Baudo, che manda in delirio il pubblico, in larga parte composto da suoi conterranei.
Il conduttore catanese non resiste alla sua solita tentazione di accaparrarsi la scena. Racconta di Laura, degli esordi, di quella ragazzina nella quale fu il primo a credere, tentando la strada di quel brano “che pareva scritto appositamente per la sua voce pulita”- ha detto lo showman. Entra Laura e da quel momento la scena è tutta sua. Laura è simpatica, compagnona, racconta barzellette e intrattiene con disinvoltura. Ha forza d'animo e capacità di tenere testa a un team artistico di oltre cinquanta persone.
La cantante di Solarolo parte in crescendo, intona trionfalmente la sua “Benvenuto”, i seimila, che hanno reso sold out la data, sono tutti in piedi. A fare da apripista sono gli affezionatissimi del fansclub dell’artista. Parte così il carosello degli ospiti, con una Paola Cortellesi scoppiettante, bella, pertinente e intonata come se di mestiere facesse la cantante. Il parterre degli ospiti musicali è fitto: c’è Mengoni che ottiene una promotion notevole del suo tour in Spagna, che partirà a fine mese. C’è Baglioni, ospite a sorpresa, che con la Pausini intona una “Avrai” versione piano e voce, che manda in visibilio il pubblico.
Poi arriva l’imprevisto pioggia, entra in scena Giampiero Solari e sciorina dritte alla Pausini.
Occorre fare esibire tutti gli ospiti previsti in scaletta, così da facilitare le riprese Rai. Escono d’un fiato Fiorella Mannoia, che canta con la padrona di casa la cover di “Io canto”. La Mannoia è splendida: look total black da gran signora, anzi da signorina, come lei stessa specifica sul palco e una vocalità che è rimasta identica, se non addirittura migliorata, rispetto a quella di una ventina di anni fa. Poi è la volta della tribù di amiche di Laura: Emma Marrone, applauditissima, Paola Turci, Malika Aiane, l’Aura, la Pina, Syria e Noemi. Quindi è la volta di Biagio Antonacci, l’amico di sempre, il cantautore che per la Pausini ha firmato due successi: Tra te e il mare e Vivimi che, insieme alla Solitudine è il brano più conosciuto di Laura nel mondo.
Raf entra con il suo solito piglio da artista riservato, Laura lo accoglie insieme a una sua vecchia compagna di scuola, tale Erika da Solarolo che è solo una delle amiche romagnole che Laura farà salire sul palco nel corso della serata.
Laura racconta, anzi si racconta e lo fa con una spontaneità che non è contaminata neppure un po’ dalle incursioni degli autori Rai. La Pausini è sicura di sé come una star internazionale deve essere. Racconta episodi di vita vissuta, rimarca le sue origini provinciali e romagnole, parla di quelle serate al piano bar, insieme al padre, il primo a credere in lei e a continuare a farlo anche dopo parecchie porte sbattute in faccia.
Ci sono poi le tante parentesi riservate alla figlia Paola. Laura è fiera di essere diventata mamma e si capisce. Non perde occasione per parlare della figlia e approfitta della gag con la Cortellesi per far sentire la voce della piccolina, che intona “Tanti auguri a te”. Laura il 16 maggio scorso ha compiuto quarant’anni, ma non li dimostra affatto. Ha l’entusiasmo di una quindicenne, la forma fisica di una giovincella e la grinta di chi nella vita non demorde mai. La pioggia battente, gli orchestrali che vanno via, gli strumenti bagnati non la demoralizzano. Lei continua a cantare, con il suo abito Armani smanicato e con i capelli spettinati dal vento e dalla pioggia. Canta per quasi tre ore e mezza e si concede pure un coretto ecclesiastico, coinvolgendo tutto il pubblico presente. Tra le note di “Offri la vita tua come Maria”, rinnova a papa Francesco l’invito per un concerto e poi chiama in ballo tre vecchie amiche del coro della chiesa. Con loro canta “Le cose che vivi”, lo fa lasciando spazio a quelle “vecchie” compagne di giochi e di canto. Le abbraccia, sorride, racconta di quella volta in cui da piccole combinarono quella o quell’altra marachella. Intrattiene il pubblico anche quando, a causa della pioggia, gli strumenti sono game over. Lo show però continua ed è lunghissimo e a tratti commovente. Fino all’una e mezza di notte, Laura parla di sé, racconta particolari intimi della sua vita: sua mamma che per nove mesi, quando lei era nella pancia, ascoltava Aznavur e ancora sua nonna Norma, che le insegnò tentò di insegnarle a non giocare al maschiaccio. Poi torna Baudo e consola Laura per la pioggia che non cessa: “Cara Laura, sono lacrime, le lacrime di una Sicilia che non è compresa e stimata per come dovrebbe essere”. Il pubblico non demorde, si arma di qualsiasi cosa per proteggersi dalla pioggia e resiste fino alla fine. Il maltempo ha limitato alcuni dei pezzi previsti dalla scaletta: il corpo di ballo ha potuto fare poche esibizioni, l’orchestra è dovuta rientrare nei camerini ben prima della conclusione dello show. Lo spettacolo però ha raggiunto lo scopo che doveva raggiungere: far battere ancora una volta il cuore del pubblico, far brillare di emozione gli occhi dei fans. Lo hanno dimostrato gli applausi e l’entusiasmo dei presenti, che di Laura hanno stimato la professionalità. Quel suo rimanere fino alla fine, a cantare a squarciagola i successi di un ventennio e quell’averlo fatto con il cuore, sono stati “dettagli” che i fans della Pausini non scorderanno. Sarà compito dei montatori della Rai di realizzare un collage ad hoc della serata. Al netto degli imprevisti, quando si fa musica, quel che conta è fare passare emozioni. La musica del resto da un suono ai capitoli della vita, cosicché un giorno, riascoltando certe note, si possono rileggere i libri dell’esistenza, rivivendoli come se ogni cosa fosse capitata un attimo prima. E’ questa la magia e la Pausini ne ha dato conferma.
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