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Pubblicato il 30/12/2007 alle 16:51:24Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

PFM canta De Andrè - Sulmona (29 dicembre)

di: Andrea Del Castello

Il Premio Augusto Daolio si conclude con l’entusiasmante performance in ricordo del cantautore scomparso. L’ormai consolidata formula ha trascinato il caloroso pubblico del Teatro Caniglia, che potrà ascoltare di nuovo la band dal vivo il 30 marzo

Recensire un concerto della PFM? Sembrerebbe arduo.
Si è detto di tutto e di più su questi musicisti: elogi sulle loro incommensurabili capacità tecniche, analisi della loro mirabile concezione artistica, memorie della loro indiscutibile importanza storico-musicale. Perciò il recensore, per dirla in termini manzoniani, potrebbe rischiare di “non trovar mai tanto che gli basti, perché, in sostanza, non sapeva quello che si volesse” a causa di “una certa aspettativa della sua bellezza”.
Eppure, con la PFM accade sempre il contrario: ti aspetti il massimo da un loro concerto e il concerto riesce ad offrirti addirittura di più.
E via: “Bocca di rosa”, “La guerra di Piero”, “Un giudice”, “Volta la carta” tutte interpretate con la solita maestria, con i ghirigori di Lucio Fabbri al violino, la perizia di Gianluca Tagliavini alle tastiere e i virtuosismi dei batteristi Franz Di Cioccio e Pietro Monterisi, che in più frangenti hanno suonato contemporaneamente sullo stesso strumento. Da brividi “Amico fragile”, in cui Franco Mussida si è prodigato in struggenti assoli di chitarra che hanno concluso con un vertiginoso crescendo la prima parte dello spettacolo.
La seconda è cominciata con l’omaggio ad un altro poeta con cui la PFM collaborato: Pete Sinfield, il paroliere che ha scritto le versioni inglesi di svariati loro brani. Mussida a tal proposito ha ricordato che aldilà delle lingue testuali vi è un linguaggio superiore, la musica, capace di evocare un sentire comune e ha quindi portato le dita sulla tastiera della chitarra per eseguire gli intrecci baroccheggianti che hanno avviato “River of life”.
Altrettanto memorabile l’assolo di basso di Patrick Djivas, gradualmente trasformato nel riff di “Maestro della voce” e su cui si sono inseriti via via gli altri strumenti. Gran finale con “La luna nuova”, “Suonare suonare” e un’altra perla di De Andrè, “Il pescatore”.
Due bis tra l’acclamazione del pubblico hanno concluso il concerto: un’ardente versione di “Impressioni di settembre” e la concitata “È festa” con un intermezzo dell’istrione Di Cioccio che ha coinvolto un pubblico sempre più partecipe ed entusiasta nei cori di “Celebration”, prima della ripresa di “È festa”.
E che festa! Il pubblico del Caniglia aspetta con impazienza che arrivi il 30 marzo. C’è fame di PFM...

PRIMA PARTE
Bocca di rosa
La guerra di Piero
Un giudice
1973
Maria nella bottega d’un falegname
Il testamento di Tito
Zirichiltaggia
Volta la carta
La canzone di Marinella
Amico fragile

SECONDA PARTE
River of life
Out of the roundabout
Maestro della voce
La luna nuova
Suonare suonare
Il pescatore

BIS
Impressioni di settembre
È festa

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