Mogol ricorda Donida
di: Massimo Giuliano
Quest'anno ricorre il decennale non solo della scomparsa di Lucio Battisti, ma anche della morte di Carlo Donida Labati, che se ne andò il 22 aprile 1998. Abbiamo voluto chiedere a Mogol un breve ricordo di questo grande musicista. Quest'anno ricorre il decennale non solo della scomparsa di Lucio Battisti, ma anche della morte di Carlo Donida Labati, che se ne andò il 22 aprile 1998. Abbiamo voluto chiedere a Mogol un breve ricordo di questo grande musicista.
"Donida - ci ha detto Mogol - è uno dei più grandi compositori che abbiamo avuto in Italia. È l’autore, tanto per dirne una, de "La compagnia", quella che è stata cantata sia da Battisti che da Vasco Rossi (tra l’altro, molto bene). Donida ha scritto canzoni che hanno lanciato Tom Jones, è andato al primo posto negli Stati Uniti con "Who (I have nothing)" e poi anche in Inghilterra con Shirley Bassey… Mi dispiace che non tutti lo conoscano, perché è stato, se non il più grande, quello che ha avuto il maggior numero di successi nel mondo".
Mogol descrive Carlo Donida Labati (con lui nella foto) come "un grandissimo pianista. Non solo: lui era anche il tecnico musicale di mio padre, Mariano Rapetti, che dirigeva le Edizioni Ricordi. Mio padre aveva scelto Donida perché era uno che si era diplomato in tutto quello in cui ci si poteva diplomare, e sempre con il massimo dei voti. Era un uomo di fronte al quale Chet Baker si inchinò, abbracciandolo, perché gli trovò le armonie di una melodia che aveva fatto lui e che disse che erano stratosferiche. Mi rammarico - conclude Mogol - che Donida non abbia avuto una collocazione nella mente della gente: ce l’hanno le sue canzoni, ma non lui, perché era un uomo schivo".
Articolo letto 3281 volte
|