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Interviste
Pubblicato il 14/04/2008 alle 14:08:33Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Gionata: vi racconto la mia Daytona

di: Laura Gorini

Un’artista con la A maiuscola. Un vulcano di idee.Ma soprattutto un grande musicista.Così amo descrivere Gionata che ho avuto il piacere di ri-incontrare in seguito all'uscita di "Daytona",la sua più recente fatica discografica

Un’artista con la A maiuscola. Un vulcano di idee.Ma soprattutto un grande musicista.Così amo descrivere Gionata che ho avuto il piacere di ri-incontrare in seguito all’uscita di “Daytona”, la sua più recente fatica discografica che ha confermato ancora una volta il suo innato e indiscutibile talento.
Gionata è passato un anno dall'ultima volta che ci siamo sentiti per un'intervista...Che cosa è cambiato in te come artista e come uomo in questo anno appena trascorso? Un po' cambiato sono, ho l'impressione che mi abbia però cambiato più il disco che ho fatto che l'anno passato. Ecco sì di questo sono molto soddisfatto; chiudere un disco, un libro o un'opera in generale, per quanto grande o piccola possa essere, e ritrovarsi uguale a prima non mi pare una cosa sana!
Veniamo ora a parlare di "Daytona", la tua nuova fatica discografica. Qual'è stata la sua genesi?Con quale approccio hai iniziato a lavorarci? L'ispirazione per questo album mi è venuta dal mondo delle gare motociclistiche anni 60/70, mio padre è stato un pilota in quegli anni, era compagno di pista di Giacomo Agostini, Pasolini ecc.Quello era sport intriso di uno spirito pionieristico che su di me ha esercitato parecchio fascino. Adesso non si muove nulla senza uno sponsor.
Con quale criterio hai scelto la tracklist?Hai dovuto scartare qualche pezzo? Ho scartato un paio di pezzi. La scaletta divide il disco in due, il lato A è quello sporco e il lato B è quello da sporcare, in mezzo, sospesa, c'è "È poco pop"
Toglimi una curiosità: perché hai scelto di intitolarlo "Daytona"? La scintilla me l'hanno data una serie di fotografie che ha realizzato mio padre durante una 200 miglia a Daytona.
Hai utilizzato nel book del cd alcune foto di tuo padre,pilota di moto negli anni Settanta. Che rapporto hai avuto da ragazzino con tuo padre e con la tua famiglia in generale? Ti consideri un ribelle? Quanto guardi il passato finisci per farci i conti. Per me fare questo disco è stato come prendere un porzione della prima metà degli anni 70', portarla qua per un paio di mesi, giusto il tempo di sistemare alcune faccende non proprio chiuse, e poi rimandare il tutto indietro nel tempo. Credo che a volte il passato sia plasmabile come il futuro. Autoconsiderarmi un ribelle mi fa tenerezza, quel tipo di tenerezza che fanno anche i generali, o i cattivi full time. La ribellione è giusta quando ha un perché ma è affascinante solo quando è senza causa, come insegna quel bell'attore là.
Attualmente risiedi in Svizzera...hai notato qualche artista locale promettente? Non saprei farti un nome in questo momento, ci sono diversi giovani che si danno da fare, molti bravi musicisti, alcuni bravi interpreti, ma qualcuno che scoperchia un mondo tutto suo non mi viene in mente. Probabilmente si tratta di una mia lacuna, non sono il tipo giusto forse per parlare di questo, non sono uno sempre attentissimo a quello che succede su questa o quella scena.Anche dalla musica a volte mi distacco a lungo.
E ora che cosa dobbiamo aspettarci da Gionata?Videoclip e tour in vista? Intanto esiste il video di "È poco pop" e su Youtube si può trovare anche il video i "A-A-A-Aermacchi", per il tour ci stiamo organizzando, io amo suonare dal vivo, ma se proponi un repertorio originale e non sei disposto a suonare gratuitamente è veramente difficile mettere in piedi una fila di date. Intanto vi segnalo il 3 maggio al Big Bang di Roma. E poi sto anche lavorando a un mio cd in lingua francese!

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