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Pubblicato il 07/09/2005 alle 21:29:05Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

E’ morto Sergio Endrigo, il cantautore gentiluomo

di: Antonio Ranalli

E’ morto oggi a Roma il cantautore Sergio Endrigo. Il musicista e interprete istriano è scomparso all'età di 72 anni stroncato da una lunga malattia. Scompare un grande protagonista della musica italiana. Non ci saranno funerali.

E’ morto oggi a Roma il cantautore Sergio Endrigo. Il musicista e interprete istriano è scomparso all'età di 72 anni stroncato da una lunga malattia, della quale aveva parlato soltanto con la famiglia e pochi amici. La notizia è stata data dalla figlia Claudia Endrigo al giornalista Vincenzo Mollica. Sua figlia Claudia ha detto che non ci saranno funerali perchè "non siamo credenti", annunciando che ha parlato con il sindaco di Roma, Walter Veltroni, con il quale si sta pensando a un grande concerto pubblico per ricordarlo. La figlia dell'artista scomparso aggiunge di voler "ringraziare pubblicamente i medici della clinica, che hanno dimostrato una grande partecipazione umana, un amore vero". Il cantautore sarà sepolto a Terni, nella tomba di famiglia, accanto alla moglie, scomparsa undici anni fa. Il cantautore era nato a Pola il 5 giugno 1933 ed era diventato famosissimo grazie a alcuni successi come “Io che amo solo te”, “Viva Maddalena”, “Teresa” e “Lontano dagli occhi”. Faceva parte di quel gruppo di artisti che negli anni ‘60 rinnovarono la musica leggera italiana. Il suo ultimo lavoro in studio “Altre Emozioni”, prodotto da Edoardo De Angelis per la D’Autore, aveva riportato l’attenzione su questo grande cantautore, ingiustamente messo da parte dai mass media negli ultimi anni. Recentemente Endrigo aveva duettato con il giovane cantautore Simone Cristicchi, per una nuova versione di “Questo è amore”, un grande pezzo della sua carriera. Endrigo non aveva perso la voglia di vivere e scrivere canzoni. Chi scrive lo aveva più volte incrociato negli ultimi anni. Me lo ricordo ancora a Sulmona, quando nel dicembre del 2003 gli venne conferito dalla direzione artistica del Premio “Un giorno insieme – Augusto Daolio – Città di Sulmona” un premio speciale alla carriera. E lui arrivò tutto sorridente, con un suo ritratto che gli fece Augusto Daolio tanti anni fa. Il suo ricordo è ancora vivo in tanti musicisti. “Sergio era un caro amico e un grande musicista”, ha commentato Bruno Lauzi, “La sua morte rappresenta una perdita irrimediabile per il panorama della musica italiana e della canzone d'amore. Ha portato nel nostro paese la corrente musicale del realismo. Endrigo era un uomo pieno di garbo e di grazia ed era soprattutto una persona positiva. Un grande amico per me, una delle poche persone dell'ambiente con cui avevo l'abitudine di sentirmi e, magari, di passare qualche serata insieme. Ha portato una grande rivoluzione nella musica italiana ed ha dato il via ad una verae propria corrente che ha sfornato tanti grandissimi artisti, da Gino Paoli a De Andrè, passando per Gaber, Tenco e tanti altri. Era anche molto apprezzato come semplice autore: anche Battisti, che non faceva canzoni di altri, cantò una sua canzone. Ho seguito da vicino la sua malattia insieme alla sua famiglia. Era una persona molto riservata e non aveva voglia di rendere pubbliche i suoi problemi personali”. Proprio nei mesi scorsi l’artista aveva collaborato alla pubblicazione id una doppia antologia, uscita per Warner, contenente tutti i principali singoli realizzati dagli anni ’60 a metà anni ’70. Con la morte di Sergio Endrigo scompare un cantautore elegante e riservato, amato dal pubblico e apprezzato dalla critica, mai fuori dalle righe e grande amante della melodia classica italiana e della canzone francese, Endrigo è stato uno dei più pionieri della musica italiana così come la conosciamo oggi. Il suo nome, a giusto merito, in una storia della canzone italiana va posto a fianco di Gino Paoli, Fabrizio De Andrè, Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber autori e cantanti che portarono una ventata di rinnovamento nel chiuso panorama musicale italiano dei primi anni '60, ancora attardato alle rime cuore-amore. Sergio Endrigo è nato in Istria a Pola, allora Italia, il 5 Giugno 1933 (attualmente Pula/Pola - Croazia). Figlio di un cantante lirico, i suoi primi studi musicali li farà a dieci anni seguendo le orme del padre, crescendo però si rende conto che la sua strada non è quella del cantante lirico. Comincia così a cantare musica leggera a Venezia nel 1954 e ad incidere i suoi primi dischi all'inizio degli anni '60 contribuendo al fiorire del filone dei cosiddetti cantautori, la nuova figura di autore e contemporaneamente di cantante che prende piede in Italia in quel periodo. E tra la cerchia di cantautori che nasce in quegli anni, Sergio Endrigo si farà conoscere per la sua fresca vena poetica, delicata ed un po' malinconica con canzoni quali “Aria di Neve”, “Via Broletto” e con la più sbarazzina “Viva Maddalena”, ma la sua notorietà rimarrà per il momento ancora ristretta ad un pubblico di elite. Finchè nel 1962 incide “Io che amo solo te” con cui finalmente gli arride anche il grande successo popolare che verrà consacrato definitivamente nel 1968 con la vittoria al Festival della Canzone di Sanremo, la massima manifestazione canora italiana, con “Canzone per te”, cantata insieme al brasiliano Roberto Carlos, cosa che lo renderà assai popolare anche in Brasile, come del resto in tutta l'America Latina nei cui paesi le sue canzoni saranno spesso presenti nelle classifiche dei dischi più venduti. In seguito della vittoria al festival Sanremo partecipa nel 1968, con la canzone “Marianne”, all'Eurofestival della Canzone, ovvero al Song Contest Eurovision - Grand Prix de la Chanson, che in quell'anno aveva luogo nella prestigiosa Royal Albert Hall di Londra. Nel 1969, sempre a Sanremo, guadagna la seconda posizione con “Lontano dagli occhi” in coppia con Mary Hopkin, e la terza nel 1970 con “L'arca di Noe” in coppia con Iva Zanicchi. Con questa canzone vince anche il Premio della Critica come miglior testo. Altre sue partecipazioni a Sanremo sono del 1971 con “Una storia”, del 1973 con “Elisa Elisa” e l'ultima risale al 1976 con “Quando c'era il mare”. La sua fortuna presso il grande pubblico, dopo gli splendori del 1968-71, venne rinnovata con canzoni per l'infanzia come “Ci vuole un fiore” scritta in collaborazione con Rodari. Mentre nel 1970 partecipò ad uno dei concept album più belli espressi in Italia, quello prodotto dal suo grande amico e sodale Sergio Bardotti intitolato “La vita, amico, è l'arte dell'incontro”. Album che riunisce attorno alla figura del grande poeta e compositore brasiliano Vinicius de Moraes, il maggiore poeta italiano del '900 Giuseppe Ungaretti, che traduce e legge alcune splendide poesie di Vinicius, e per l'appunto il nostro Endrigo, che canta stupendamente alcune canzoni di Vinicius, il tutto accompagnato dalla stupenda chitarra del brasiliano Toquinho. L'album nasce appunto dall'incontro e dall'amicizia di questo ristretto gruppo di amici con Vinicius de Moraes allora in esilio a Roma per sfuggire alla dittatura al potere in Brasile in quel periodo. In questi ultimi anni Endrigo è entrato in polemica con il mondo dell'industria musicale italiana che non gli concede più lo spazio e l'attenzione dovutagli. Risale al 1996 una sua intervista sull'Unità in cui diceva tra l'altro: “Qui in Italia vige solo la filosofia dell'usa e getta. Non frequento più questo mondo, l'industria ha privilegiato i ragazzini e le ragazzine”. Ciò nondimeno la musica di Endrigo, il suo mondo poetico, fa parte oramai integrante del bagaglio musicale collettivo italiano ed è del 1999 l'album di Franco Battiato, in cui il grande cantante italiano raduna le sue canzoni della memoria, che significativamente accoglie due classici di Endrigo: “Aria di neve” e “Te lo leggo negli occhi”. Sarà anche per questo rinnovato interesse per la sua produzione che il cantautore e produttore Edoardo De Angelis, riesce a convincere Endrigo a tornare in studio per un nuovo album. Nasce così “Altre emozioni”, contenente una serie di reinterpretazioni di classici insieme alla figlia e a Rossana Casale, oltre al nuovo brano “Altre emozioni”. Nella sua carriera artistica ha scritto più di 160 canzoni ed ha composto anche opere letterarie e sceneggiature teatrali.

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