Omaggio di Renzo Arbore ai classici della musica italiana
di: Giuseppe Panella
Due serate sold-out in compagnia di un grande Renzo Arbore e della sua Orchestra Italiana, interpreti di classici immortali della canzone nostrana. Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana
Teatro Politeama – Catanzaro
28/29 gennaio 2008
Scrivere di Renzo Arbore mi crea un effetto particolare. Artista a 360°, Arbore è stato il pioniere dei disc-jockey, mio lavoro fino a qualche anno fa. E’ stato, con Gianni Boncompagni, l’inventore di programmi radiofonici “cult” per la generazione dei “ragazzi” degli anni ’60 e ’70. Chi non ha mai ascoltato “Bandiera gialla”, “Per voi giovani” o “Alto gradimento” alzi la mano. E’ la radio il primo grande amore di Arbore. Con lui sono cresciuti migliaia di ragazzini “affamati” di tutte le novità provenienti dall’Inghilterra e dall’America. Nel 1965 “Bandiera gialla” proponeva quella musica che in Inghilterra stava spopolando grazie ai Beatles: il beat. C’erano anche i gruppi nostrani a farla da padrone: Rokes ed Equipe 84 su tutti. Due anni dopo, con “Per voi giovani”, Arbore continua a rivolgersi ai giovani nella fascia pomeridiana. E’ un altro passo verso quella innovazione radiofonica che si compirà nel 1970 con “Alto gradimento”. Un programma questo che, ancora oggi, è un punto di riferimento per tutti coloro i quali fanno radio. Da non dimenticare che in quei tempi Arbore ha fondato con Gianni Naso l’Associazione Italiana Disc-jockey (AID), della quale è ancora oggi presidente onorario.
Anche in TV Arbore è stato un esempio da seguire. Tutti i suoi programmi hanno sempre avuto ascolti record. Ed ancora oggi sono replicati sul canale satellitare della RAI. Da “Speciale per voi (1969) a “L’altra domenica”, programma in cui lancia Roberto Benigni, Andy Luotto, Maurizio Nichetti, da “Quelli della notte”, con Nino Frassica e Marisa Laurito, a “Indietro tutta”, per citarne solo alcuni, è stato un susseguirsi di ascolti record, di grandi successi discografici.
Ma Arbore non è solo questo. E’ anche musica suonata, interpretata alla sua maniera. Trasferitosi dalla natìa Foggia a Napoli, ha frequentato il quartiere americano, dove ha debuttato come “clarinettista jazz” (come lui stesso si definisce) presso il club USO (United States Organization).
E’ proprio in questa veste che oggi si esibisce al Teatro Politeama di Catanzaro. Non hanno età i suoi fan. Gli stessi che lo attendono, oramai, da poco più di un mese, allorquando lo sciopero dei TIR gli impedì di esibirsi nel “Christmas show” del “Festival d’autunno” organizzato da Antonietta Santacroce. E la perseverante Tonia, nonostante le avversità, non ha abbandonato l’idea di portare Arbore e la sua Orchestra Italiana per due serate indimenticabili.
Ed eccolo lì, in forma smagliante, pronto ad eseguire quelle “canzoni eterne che hanno superato la laurea del tempo”. Canzoni rese immortali perché eseguite dai più grandi interpreti del pianeta. Un omaggio ai suoi maestri di sempre: Murolo e Carosone.
Si inizia con “O’ sarracino” eseguita da Gianni Conte e Barbara Bonaiuti ed accolta con entusiasmo dai presenti. “Luna rossa” anticipa una versione particolare di “Chella ‘llà”. E’ lo stesso Arbore a dire che ogni tanto si diverte a “mescolare” brani di interpreti stranieri con quelli della più classica tradizione italiana. Infatti, non annunciata, l’introduzione di “Chella llà” è affidata alla classica “Apache” dei Ventures. I successivi classici della canzone napoletana, “Voce ‘e notte”, “Dicitencello vuje”, “Malafemmena”, introducono una più intima “Piove (Ciao ciao bambina)” in cui l’Orchestra diventa Quartetto ed Arbore si cimenta alle tastiere. Con “Smorz’ e' lights” Renzo dà spazio al “figlioccio” Gegè Telesforo. Infatti, dopo una breve performance in quel brano, Gegè, con l’aiuto di un campionatore, esalta le qualità di scatman riconosciutegli in tutto il mondo da artisti di chiara fama (Ben Sidran e Dee Dee Bridgewater tra gli altri). Con “Come facette mammeta” e “Catarì” Arbore e l’Orchestra Italiana ritornano alla “normalità” e si avviano ad un finale scoppiettante con il medley “O surdato ‘nnamurato/Everybody’s talkin’” e la conclusiva “Reginella”.
Richiamato a viva voce Arbore con la sua Orchestra regala due bis coinvolgendo il pubblico con l’interpretazione delle sue canzoni più conosciute. Con “Ma la notte no”, “Vengo dopo il tg”, “La vita è tutta un quiz” e “Il materasso” l’artista foggiano chiude le due serate all’insegna della musica e di quella goliardia “arboriana” distintivo di un modo scanzonato di prendere la vita.
Con questa ultima serata il “Festival d’Autunno” si congeda dal suo pubblico con la promessa della direttrice artistica Antonietta Santacroce di una prossima edizione sempre all’insegna della grande musica.
La scaletta:
- O' sarracino
- Luna rossa
- Apache/Chella llà
- Voce 'e notte
- Dicitincello vuje
- Malafemmena
- Piove (Ciao ciao bambina)
- O mamma mamma non ho voglia di studiar
- Smorz' 'e lights
- Come facette mammeta
- Catarì
- Everybody's talkin'/'O surdato 'nnamurato
- Reginella
bis
- Ma la notte no
- medley:
Vengo dopo il tg
La vita è tutta un quiz
T'è piaciuta
Tanto pè cantà
Dove sta Zazà
- Il materasso
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