Incontro con Bobby Soul: niente fuffa e tanto amore per il groove, il Genoa e Sly & The Family Stone.
di: Francisco De Mazzei Paradisi
Dopo l'autoironico Maschio #1, Bobby Soul e' in tour: segno che anche chi ama Stevie Wonder, Iggy Pop, David Bowie, Roxy Music e James Brown puo' conquistarsi qualche occasione nella nostra martoriata Italia, magari riflettendo al mare. Dopo l'autoironico Maschio #1, Bobby Soul e' in tour: segno che anche chi ama Stevie Wonder, Iggy Pop, David Bowie, Roxy Music e James Brown puo' conquistarsi qualche occasione nella nostra martoriata Italia, magari riflettendo al mare.
Bentrovato a Bobby Soul, artista genovese che pero'... poteva tranquillamente esserne nato all'estero: dove? Perche'? Che progetto musicale porti avanti?
Grazie dell'interesse. Sì, genovese da sempre. Ma con un precoce incontro con la black music e la cultura afro-americana che ha, non solo connotato il mio percorso musicale, ma anche, segnato la mia stessa vita. Quindi la risposta più banale è che potrei essere nato a Chicago o in qualche sperduto angolo dell'Africa, metaforicamente parlando. Ma resto fortemente genovese: il progetto che porto avanti e' una sintesi fra la mia italianità / genovesità e le musiche afro-americane in genere, con un particolare amore per il funk e la soul music.
Facciamo la domanda piu' difficile che si puo' fare ad un musicista: come definiresti la tua musica e perche'?
Visto che la domanda è indubbiamente difficile proverò a dare una risposta facile: la mia musica è la rappresentazione in suono della mia vita e delle esperienze accumulate negli anni, nel corso di una carriera da "autodidatta", nel senso che io ho studiato poco la tecnica musicale ma ho ascoltato quantità industriali di dischi. La costante direi sia il "groove". Si tratta di un fatto in primo luogo corporeo.
Bobby Soul padre e Bobby Soul musicista ....
Bobby Soul è un gioco di parole che spero possa essere recepito come divertente - almeno per quelli che conoscono Bobby Solo! - l'uomo si chiama Alberto, è padre di tre figli e quello è senz'altro il suo primo "hobby". Ho la propensione inoltre ad indulgere in letture non proprio leggere, amo la filosofia moltissimo e quindi leggo tanta saggistica, che noioso direte voi. Poi ho un grande amore per il Genoa, che quest'anno mi sta regalando grandissime soddisfazioni. E da buon Ligure mi piace molto il mare.
Cosa non funziona in Italia in campo musicale? Da dove cominceresti ad operare?
Questa per me è la domanda più difficile perchè la risposta credo spetti più a coloro che stanno dietro alle quinte piuttosto che a quelli come me che fanno concerti e producono Cd. Personalmente, dopo avere avuto una breve avventura anni fa con una major, ho rifatto tutto il percorso all'indietro verso l'autogestione e l'autopromozione, con tutto l'aiuto che possono dare la rete e strutture come la vostra e mi sono ricostruito una certa credibilità. La tendenza adesso sono i programmi TV come XFactor o Amici. Molti pensano di arrivare al successo - e alcuni in effetti ci riescono - attraverso questi strumenti. Io però preferisco artisti che fanno la necessaria gavetta nei piccoli club per anni e riescono così a trovare - con il lavoro e la fatica - una forma di espressione originale e fuori dalle regole televisive. Ci sono poi endemici problemi culturali, quindi la prima cosa che farei è aumentare la cultura musicale nelle scuole. Più musica suonata, più esperienza sul campo, meno immagine, meno fuffa. Almeno questo è il mio gusto, per quanto banale. Ma come per la musica vale per tutto il resto.
Quali gli artisti che hai amato in gioventu' e quali quelli che segui ora?
In gioventù ho amato artisti che continuo ad amare profondamente anche ora, James Brown, Marvin Gaye, Curtis Mayfield, Sly and the Family Stone, ma anche musica rock come Iggy Pop, David Bowie, Roxy Music. Ultimamente incontro spesso produzioni formidabili che però scorrono via. Le ascolto qualche volta ma poi torno indietro ai vecchi. Mi piacciono D'Angelo e The Roots. L'altro giorno ho incocciato un disco straordinario Moonshine Sessions del DJ di Gotham Project. Tanta roba italiana indipendente mi capita fra le mani e ci sono cose niente male, tipo gli X-Mary. Poi seguo con passione tutta la scena funk italiana che con Ernesto De Pascale stiamo cercando di delineare e vitalizzare.
Il nostro diretur Giancarlo Passarella continua a sostenere che la tua musica ha una valenza internazionale: concordi? Quali sono dunque le tue prossime mosse per valorizzarla?
Beh qui ringrazio il vostro direttore e dico solo che non spetta a me dirlo. Io avevo iniziato cantando in inglese poi mi sono detto che gli originali lo facevano meglio e allora mi sono sforzato - negli anni - di praticare l'italiano, qualche volta, il dialetto genovese, per dare un senso anche culturale a quello che facevo. Ma non escludo che un giorno non decida di fare un album in inglese.
Ogni musicista italiano si lamenta della zona dove vive, cercando promised land in modo continuo: come credi si stia nella tua natia Genova?
Genova è una città molto stimolante sotto il profilo creativo, secondo me. Nel senso che è un posto che ti parla, con un'identità piuttosto forte. Un territorio frastagliato fra mare e monti dove si pratica molto il dubbio e si è assai diffidenti, anche di se stessi. Questo può essere un buon motore per sviluppare idee artistiche. Ma allo stesso tempo - a parte l'endemica mancanza di luoghi e strutture lavorative per la musica - contiene anche una forte negatività, il classico "mugugno" dei genovesi, che spesso impedisce a cose anche buone di crescere e maturare. Ma noi siamo qui per cambiare le cose, come sempre.
Un tuo brano ha fatto veramente il botto e si parlava di virilita' maschile: perche' ti sei autonominato Maschio #1?
Si tratta ovviamente di un brano ironico e soprattutto autoironico nato da personali peripezie erotico-sentimentali che alla fine - io credo - hanno sempre un lato comico. Sapevo bene che poteva essere male interpretata, in realtà credo sia una canzone tutto sommato fortemente "femminista" in quanto mette in ridicolo la vanità e le effimere performance di noi maschietti, in un mondo che ci cambia sotto agli occhi e che, mi pare, diventi sempre più adatto al femminile e sempre meno capace di ospitare certe nostre velleità. Non a caso nel testo dico "La mia specie è in estinzione". Ciò nonostante bisogna anche onestamente riconoscere che la propensione all'harem faccia parte del codice genetico di molti uomini ed è inutile negarlo ipocritamente.
Proiettiamoci in avanti con la macchina del tempo e dimmi come vedi il tuo lavoro il mese prossimo: e fra un anno? E fra cinque?
Al momento devo ringraziare di avere davanti a me tanti impegni, assai diversi fra loro e molto stimolanti. Quindi senz'altro il mese prossimo sarò a cercare di migliorare e mettere a punto quello che già c'è, sia in termini di live, sia in termini di produzioni sonore. Sto lavorando anche con il Teatro Garage di Genova in vari spettacoli e a brevissimo farò anche una webradio trasmissione sul sito Allinfo.it. Per il prossimo anno vorrei fare un nuovo album con la mia band Les Gastones, con video di alto livello in modo da poter accedere ai canali televisivi musicali. Proseguire il percorso musical-poetico con i Contesti Scomodi. E poi tanti concerti. Continuare a studiare il blues. E fra 5 anni? Troppo in là, dai. Fra 5 anni mio figlio sarà maggiorenne, dovrò preoccuparmi di pagargli l'università.
Quali sono stati i concerti recenti che hai visto e che ti hanno fatto impazzire?
Ho visto a Milano Tower of Power, straordinario gruppo di straordinari musicisti e poi Stevie Wonder, wow_!, incredibile voce e groove, scenografia spoglia, senza tanti fronzoli, quell'uomo è la musica. Poi un grande BluesMan al MuddyWaters di Sestri Levante, Sherman Robertson, che
classe!
Quale invece un disco recente che ci consigli? Ed uno del passato da avere?
Il CD di funk contemporaneo che preferisco è "There's one born every minute" di JaGoff, http://cdbaby.com/cd/jagoff, un gruppo indipendente di Chicago anche molto ben avvertito "politicamente". Mentre per il passato direi "Fresh" di Sly and the Family Stone, del 1973, un ottimo connubio fra funk, rock e blues, innovativo per l'epoca ma tuttora "freschissimo".
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