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Battiato celebra Giuni Russo nel documentario La sua figuradi: Antonio Ranalli Franco Battiato ha visionato trentasei ore di materiale d'archivio e ha fatto lui stesso le riprese, anche con il telefonino, per arrivare a un distillato di 40 minuti che rappresenta al meglio "La sua figura" (RadioFandango). Ha visionato trentasei ore di materiale d'archivio e ha fatto lui stesso le riprese, anche con il telefonino, per arrivare a un distillato di 40 minuti che rappresenta al meglio "La sua figura". Cosi' Franco Battiato ha scelto di ricordare l'amica Giuni Russo, prematuramente scomparsa nel settembre di tre anni fa. Per la collega palermitana, il cantautore catanese negli anni '80 aveva scritto hit come "Un'estate al mare" e "Una vipera saro'", ma aveva anche pubblicato con la sua etichetta un disco sperimentale come "A casa di Ida Rubinstein", e lavorato agli arrangiamenti del suo ultimo album, "Moriro' d'amore", legato all'intenso brano proposto al festival di Sanremo. Ora, su proposta della produttrice Maria Antonietta Sisini, storica collaboratrice e compagna di Giuni, l'artista ha diretto questo commovente docufilm dove, ai grandi successi popolari degli anni '80, si alternano rare interpretazioni di brani toccanti come "La sua figura", intervallate da interviste e dai contributi di Alice, Lene Lovich, The Mab e Piera Degli Esposti, tratti dal concerto-tributo tenutosi quest'anno a Torino. A rivedere oggi le interpretazioni di venti, trent'anni fa, la signorina Romeo (come Giuni, il cui vero cognome e' proprio Romeo, aveva scherzosamente battezzato uno dei suoi ultimi album) appare come il vero alter ego femminile del collega siciliano: entrambi feroci sperimentatori, accaniti ricercatori di una spiritualita' sempre piu' nascosta, lontani dalle logiche di mercato, intrisi di grande rigore, ma sempre pronti allo sberleffo educato. Giuni, pero', ha pagato cara la sua Articolo letto 6387 volte Riferimenti Web
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