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Pubblicato il 30/10/2006 alle 22:23:46Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Altri elogi per il cd degli Acid Brains, questa volta da Il Mucchio Selvaggio

di: Patty Busellini

La recensione e' firmata da Gianni Della Cioppa ed il cd Far away li consacra tra i migliori interpreti italiani di quel che resta del grunge. Il cd uscito per la U.d.U. Records che continua la sua attivita' senza scopo di lucro.

La recensione e' firmata da Gianni Della Cioppa ed il cd Far away li consacra tra i migliori interpreti italiani di quel che resta del grunge. Il cd uscito per la U.d.U. Records che continua la sua attivita' senza scopo di lucro.

Il nostro diretur Giancarlo Passarella quando ha letto questa recensione ha affermato che era ora che qualche critico si accorgesse della netta supremazia del secondo cd degli Acid Brains, rispetto al primo The end of the show, entrambi usciti per la nostra U.d.U. Records. Eppure i responsi della stampa specializzata pendevano troppo a favore diq uesto primo cd, rispetto al secondo che invece a nostro parere possiede della indubbie peculiarita'.
Se ne e' accorto Gianni Della Cioppa che su Il Mucchio Selvaggio scrive che ....Meno di trenta minuti per otto canzoni che proiettano i toscani Acid Brains – qui alla loro opera seconda – tra i migliori interpreti italiani di quel che resta del grunge. E per grunge intendo quello vero (non quello di ragazzini come The Calling e Hoobastank), quel suono sporco e ruvido che alla fine degli anni ’80 già covava e che è poi esploso con l’inizio del decennio successivo, con l’intento – si diceva – di rimettere le cose a posto, nel troppo colorato carrozzone del rock’n’roll di quel periodo. Le cose non sono andate esattamente così, ma molto di buono è rimasto. Come testimoniano questi quattro ragazzi con il cuore che batte al ritmo giusto. La devozione che traspare dalle loro canzoni per il grunge – più Nirvana che Soundgarden – è reale: come il genere insegna, le chitarre avanzano rigide su un tessuto ritmico variegato ma solido, e la voce di Stefano Giambastiani canta strascicata e malata. Detto questo, appare evidente che il limite degli Acid Brains è l’assoluta mancanza di originalità, ma “Do You Wanna Hear Me?”, “Be Like I Wanna Be”, “Mirror” e “Something Wrong” suonano convincenti pure dal punto di vista della produzione, scarna ed efficace. Allineati anche i testi, assolutamente poco solari. Sono davvero lontani i tempi in cui Kurt Cobain faceva paura: oggi la sua eredità suona lucida e potente in ogni angolo del mondo, anche in una cantina umida del centro Italia. Band da seguire con attenzione...

Bravo Gianni: ha centrato in pieno l'evoluzione che sta avendo una band originale come gli Acid Brains. Quanto prima dobbiamo intervistare gli Acid Brains, proprio per chiedergli come stanno vivendo questa passaggio dal grunge all'alternative...

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