Takk (grazie) Sigur Ros
di: Beppe de' Mayer
Sono rari i dischi che mi sento di poter definire dei capolavori; ancora più raro, per un singolo artista, che quella combinazione di circostanze che porta alla creazione di una vera opera d'arte possa ripetersi... Sono rari i dischi che mi sento di poter definire dei capolavori; (What's The Story) Morning Glory? degli Oasis, o il doppio Sign O Times di Prince, o ancora Songs in the Key of Life di Stevie Wonder ed il White Album dei Beatles.
Ancora più raro, nella storia di un artista, che quella combinazione di circostanze che porta alla creazione di una vera opera d'arte possa ripetersi; ed invece i Sigur Ros, dopo il sorprendente Ágætis Byrjun ed il monumentale ( ) sfornano il loro terzo capolavoro in fila, Takk..., primo lavoro realizzato dalla band islandese per una major, la Emi.
La loro musica, questo è ormai chiaro, non potrebbe suonarla nessun altro: dream pop, alternative punk, ambient ... impossibile trovare un genere che, da solo, riesca a catalogarli in modo non approssimativo.
Anche questo Takk... non tradisce le aspettative, anzi; dentro è possibile ritrovare i suoni ricchi di sostanza, gli echi ed i crescendo tipici dei lavori precedenti, ma con qualcosa in più che rende questo cd, forse, superiore per qualità espressiva rispetto a quanto fin qui realizzato.
Sembra infatti, dopo gli ultimi anni passati in concerto in giro per il mondo a raccogliere crescenti consensi, che qualcosa sia "scattato" nella vena creativa della band e dove i lavori precedenti peccavano per l’eccessiva introspezione (fino alla implosione in alcuni brani quasi drammatici come Popplagið ) qui invece le linee melodiche, i ritmi, ed i crescendo armonici si "liberano", prendendo coraggio, e realizzando intrecci sonori .. beh, magici (un buon esempio di questa nuova ricchezza è Hoppípolla).
Ogni traccia di questo CD è una scoperta, un sospiro di vento, un odore forte di erba falciata, sapori di terra, un quadro disegnato, questa volta, con tutti i colori dell'arcobaleno, senza più timori, ma, ancora, con il tratto unico ed inconfondibile dei Sigor Ros.
Takk è un disco capace di emozionare, di guidare l’ascolto fino alle lacrime e, questa volta non sono lacrime di disperazione, ma di gioia, speranza.
Ps: dimenticavo, Takk, in islandese, significa "grazie"! Ora so cosa dire la prossima volta che li incontro. :)
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