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Interviste
Pubblicato il 23/10/2003 alle 20:19:02Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Samuele Bersani: ecco Caramella Smog

di: Antonio Ranalli

Venerdì 24 ottobre esce per la BMG “Caramella Smog” il nuovo album di Samuele Bersani. Ne parliamo con il cantautore, che ci ha svelato alcuni segreti di questo bellissimo album, che lo proietta ai vertici della canzone d'autore italiana.

Dice che il suo modello creativo è Elvis Costello per via del suo eclettismo musicale. In effetti a pensarci bene Samuele Bersani (nella foto di Monica Silva) ce l'ha un po' quello stile costelliano. Come l'artista londinese si diverte a spaziare su ogni fronte musicale, mutando pelle di album in album, così Samuele Bersani in ogni suo lavoro guarda sempre avanti, esplorando percorsi sonori e stili diversi. "Caramella Smog", il suo nuovo album, è proprio questo: spazia dal rock di “Socio di minoranza”, all'urban soul di “Binario Tre” fino alle sonorità morriconiane di “Caramella Smog”. Se paragonato al precedente “L'oroscopo speciale” (uscito nel 2000) mostra prima di tutto una maturazione compositiva, che si manifesta soprattutto nelle musiche e nella ricerca dei suoni. Suoni che, come ha spiegato lo stesso artista, hanno poi dato l'idea dei testi. Bersani scava sempre a fondo nel significato delle parole, ridando luce e spessore alla canzone italiana, che negli ultimi tempi si è non poco impoverita. Lo dimostra nel primo singolo “Cattiva”, una critica al sempre più frequente uso da parte dei mass media delle tragedie e del dolore per creare audience, fino a ribaltare i ruoli, con i serial killer che diventano delle star. Incontriamo l'artista negli uffici romani della BMG. Fuori c'è una pioggia torrenziale che fa venire voglia di cantare “l'ampiezza di un ombrello non è proporzionale alla grandezza di certe gocce”, refrain del brano “Conforme alla Cee”. A ruota libera si parla di tutto, dalla politica (“a Bologna Cofferati è una scommessa”) all'ingresso dell'Euro, e ovviamente dei contenuti di “Caramella Smog”.

Antonio Ranalli: Ne “L'oroscopo speciale” il serial killer cercava di nascondersi tra la folla e la gente normale, quasi a voler espiare le sue colpe. In “Cattiva”, invece, si mostra in pubblico, come una star a cui si chiede l'autografo. I due brani possono essere inquadrati come la faccia diversa di una stessa medaglia. Da dove nasce questo interesse per la figura del killer?

Samuele Bersani: Si in effetti sono proprio due facce diverse della stessa medaglia. A dire il vero non ci avevo pensato a questo accostamento. Sono comunque tutti e due personaggi credibili. Ne “L'oroscopo speciale” il killer cerca di nascondersi, tanto che va via dal suo paese. In “Cattiva”, invece, succede il contrario. Volendo può essere anche una provocazione. Infatti, mi ha colpito il desiderio, la curiosità e la perversione che la gente può avere verso le cose proibite e orribili. Tra l'altro leggevo sul giornale che la Panini, famosa per le figurine dei calciatori, metterà in commercio una serie di figurine dedicate ai serial killer più famosi. “Cattiva” è stata scritta molto prima. E anche il fatto che Anna Maria Franzoni, indagata per la tragedia di Cogne, si sia presa un ufficio stampa, mi ha fatto percepire come la canzone sia molto attuale. Siamo arrivati a cose che vanno ben oltre le trasmissioni tipo Michele Cucuzza. Notavo anche che ogni generazione ha avuto i suoi criminali. C'è stato negli ultimi anni l'escalation degli omicidi in famiglia, dove gente che in genere dovrebbe stringersi e volersi bene, si da invece le coltellate.

Antonio Ranalli: “Cattiva” colpisce anche per le sue atmosfere morriconiane. A tratti fa mi pensare ad un film di Sergio Leone, dove però al posto della pistola la “cattiva” della situazione estrae dal taschino penna e taccuino per chiedere l'autografo all'assassino. Sei d'accordo? Lo sorso anno, inoltre, avevi annunciato che tra i pezzi che stavi preparando ce n'era uno che avresti voluto intitolare “Morricone”. Che fine ha fatto?

Samuele Bersani: Non ci hai preso. “Cattiva” ha un metro musicale diverso. L'ho incisa alla maniera di un musicista che si trova in un posto diverso dall’Italia, che ne so, a Liverpool per esempio. Essendo anche una delle prime canzoni incise per il disco ha anche cambiato il senso musicale dell'opera intera. C'è in effetti quel flauto andino nel ritornello che può far pensare a Ennio Morricone, un po' alla “Mission” se vogliamo, ma ti assicuro che non è un pezzo morriconiano. E te lo dice uno che ascolta ed apprezza Ennio Morricone da una vita. Il brano che invece è morriconiano, e che doveva intitolarsi “Morricone”, è proprio “Caramella Smog”.

Antonio Ranalli: Ci sono tante collaborazioni importanti nell'album. A partire da Fabio Concato, presente in “Binario Tre”, a Sergio Cammariere che suona il pianoforte in “Se ti convincerai”. Oltre a musicisti importanti, come Lillo Fossati, Alfredo Golino, Fausto Mesolella. Come sono nate queste avventure?

Samuele Bersani: Le prime cose sono state fatte con Lillo Fossati, percussionista che stimo tantissimo. Poi abbiamo avuto l'onore di avere Alfredo Golino, una scelta ovvia visto che è il più bravo batterista esistente in Italia, ma che ha dato il massimo nei pezzi del disco in cui ha suonato. C'è poi Zenima, una cantante molto brava che era scomparsa dalla circolazione dopo aver partecipato ad un Festival di Sanremo in coppia con Mango (ricordante “Luce”? n.d.a.). Lei un giorno mi ha detto “Cosa devo fare secondo te? Smettere di cantare?”. Nel mio disco canta in due brani: “Binario Tre” e “Caramella Smog”. Molto importante è stato l'apporto di Roberto Guarino, che ha prodotto con me “Caramella Smog”. Lui ha vissuto con me questa esperienza, trasferendosi da Mentana, il paese dove vive, negli studi in cui abbiamo lavorato per 16 mesi: un po' come quando Mogol e Battisti presero il cavallo per andare a fare il giro per l'Italia. A Roberto gli ho subito detto che anche se avessi scritto io il 70% della musiche e lui il restante 30% le avremmo comunque firmate al 50%. Ma nonostante questo lui non mi ha chiesto nulla per un brano come “Caramella Smog”, che infatti è firmata solo da me. Mi ha detto “è una cosa tua, e quindi è giusto che la firmi solo tu”. Una forma di rispetto unica.
Poi c'è Sergio Cammariere. Sergio suona il pianoforte meglio di tutti gli altri, ed ha uno stile ed un tocco inconfondibile. Il giorno che è venuto a suonare da noi suo padre stava molto male. Nonostante questo lui è rimasto con noi, perchè sentiva ed apprezzava tanto quello che stavamo facendo. Mi è dispiaciuto molto sapere che il giorno dopo gli è morto il padre.
Fabio Concato è un'artista che ascoltavo da quando ero piccolo. Da “Zio Tom” in poi ho comprato tutti i suoi dischi. La cosa sorprendente è che mi ha chiamato per cantare la canzone che, secondo lui, è la migliore della sua carriera, ovvero “Gigi” (il duetto è presente in “Voilà” l'ultimo live di Concato n.d.a.). Per me è stato un onore, così come averlo nel mio disco.

Antonio Ranalli: “Concerto” sembra molto personale. E' un po’ il resoconto di quello che avviene durante i tuoi concerti?

Samuele Bersani: Certo. Infatti è il brano meno universale del disco, che può essere compreso più da chi suona e fa questo lavoro che, non so, da un giardiniere. Oppure no. Magari mi sbaglio. La canzone parla di cose avvenute realmente. I miei musicisti conservano veramente gli scontrini dei bar e poi, quando vanno a fare i conti, sbagliano sempre nelle divisioni delle spese. Oppure quando non sanno cosa fare improvvisano in genere sempre due pezzi: “Blue Moon” oppure “Summertime”, che è citata nella canzone. Nel brano si vuol mettere in evidenza che cosa significa la vita da musicisti, che per molti è un privilegio. Io invece cerco di scappare un po' da questo.

Antonio Ranalli: “Caramella Smog” parla di licenziamenti e paradossalmente il CD esce proprio il giorno in cui è stato proclamato lo sciopero nazionale. Da artista come giudichi le involuzioni del mondo del lavoro, dove appunto come canti nella canzone “si potrebbe licenziare un terzo degli operai, ma sarebbe imperdonabile vendere il centravanti”? Anche per voi artisti sono cambiate molte cose nei rapporti di lavoro con manager e case discografiche?

Samuele Bersani: Non riesco a paragonarmi ad un operaio. Per loro la vita è diventata davvero impossibile. E' sicuramente una cosa diversa. Come canto in “Il destino di un VIP.”, un Vip non perde mai tutto. Mentre gli operai non sanno come comprare i beni di prima necessità perchè tutto è aumentato. I prezzi sono raddoppiati. A Milano prendere un appartamento vuol dire 8 mila euro al metro quadro. E' un po' quello dico anche in “Conforme alla Cee”. Per 12 anni abbiamo aspettato l'Europa unita e la moneta unica. Ricordo ancora di tutti i temi che mi facevano fare a scuola sull'argomento. Ora che ci siamo arrivati il risultato è una recessione determinata da tanti fattori. Un po' è dovuto alla guerra, ma anche i commercianti se ne sono approfittati.

Antonio Ranalli: I CD però, almeno quelli, non sono aumentati. Eppure ce chi si lamenta che sono sempre cari...

Samuele Bersani: E' vero il prezzo dei dischi è rimasto uguale. Per questo mi incavolo quando salgo su un taxi e il conducente mi riconosce e mi dice: “Bersani, complimenti, ho comprato tutti i tuoi dischi masterizzati”. A questo punto io gli vorrei rispondere: “Bravo, grazie. Se lo sapevo prima avrei preso un taxi abusivo”. Il discorso oggi sulla musica è molto complesso. Per carità sarebbe bello che i CD costassero un po' di meno, ma a fronte di quanto è avvenuto negli ultimi anni, e considerato anche il lavoro che bisogna fare per realizzare un album, non si può dire che il costo dei CD oggi è alto. Poi c'è il problema della pirateria e della musica on line. Indubbiamente la musica on line ha come vantaggio il fatto che puoi avere un brano in tempi rapidi. Ma ci sono tanti contro, tra cui il danno che si fa a chi ha prodotto quella musica. Lo svantaggio è quando capisci che anche i produttori comprano CD taroccati o scaricano file. Una volta c'erano le cassette, questo è vero. Ma li a fare la differenza c'era la questione della qualità. Uno si faceva le sue raccolte su cassetta, estrapolate dai vari album che possedeva. Oggi invece la qualità di un CD masterizzato è quasi uguale a quella di un CD originale. A pensarsi bene sono stato sempre un po' sfigato. Nel 1984, quando noi ragazzi iniziavamo a far l'amore, è uscito allo scoperto l'AIDS e tutti gli incubi e le fobie che ne conseguivano. Ho iniziato a fare questo mestiere e la discografia è entrata nel suo momento di crisi. Esce il mio album “Caramella Smog” e tra una settimana uscirà quello di Berlusconi (il disco di Mariano Apicella con testi di Silvio Berlusconi n.d.a.) e del mio lavoro non importerà più a nessuno. Evidentemente sono perseguitato da qualcuno....

Antonio Ranalli: “Socio di minoranza”, che tra l'altro doveva dare il titolo all'album, sembra rappresentare lo stato di un disagio interiore. Che cosa ti fa sentire oggi in minoranza e mancare quella libertà che bisogna “imboscare” ad ogni costo?

Samuele Bersani: Pensa al solo fatto che non possiamo mangiare più i prodotti genuini perchè non sarebbero conformi alle norme comunitarie. E' anche il tema di “Conforme alla Cee”. Hanno globalizzato tutto: i sapori, il sapere... Ma “Socio di minoranza” può anche essere vista in una visione di coppia. Nei rapporti ci può essere la persona che è il regista e l'altra che è l'interprete, ovvero uno che comanda e l'altro che subisce. Fortunatamente io ho trovato qualcuno che mi tiene in equilibrio. Nella canzone c'è appunto un disagio enorme, e l'unico sollievo ce l'hanno gli astronauti che si allontanano dalla terra. Ci sono persone che proprio per questa mancanza di equilibrio non riescono ad andare avanti. Per questo possiamo dire che si sposano per divorziare. E' un po’ quello che succede anche in “Salto la convivenza”, dove il protagonista, dopo la separazione dei genitori, per una casualità si è ritrovato a vivere con la madre. Ma dopo 30 anni la madre gli rimprovera il fatto che lui è come suo padre, nonostante con il padre non ci ha mai vissuto. Questo perchè ha paura di affrontare i rapporti, che se meglio approfonditi possono evitare situazioni spiacevoli. Io ho 33 anni, un'età quasi limite, in cui le donne cominciano a dirti “Stringi!”. Ma l'amore non è solo questo. “Pensandoti” e “Se ti convincerai” sono canzoni d'amore a tutto tonto.

Antonio Ranalli: Proprio “Pensandoti” mi ha colpito in maniera particolare. E' vero che è stata incisa proprio all'ultimo minuto, prima di chiudere l'album?

Samuele Bersani: Avevo 11 canzoni, ma ce n'era una che non mi convinceva. Allora cinque giorni prima di consegnare l'interno CD alla casa discografica mi sono andato a riascoltare tutti i demo che mi erano stati spediti negli ultimi anni da giovani autori e musicisti. Alla fine ho riascoltato questo brano di Pietro Calvagna, un giovane di Catania. Aveva 16 anni e mezzo quando me l'aveva mandato. Ora ne ha 19. Su quella musica, bellissima, ho scritto il testo di “Pensandoti”.

Antonio Ranalli: Chi è il Vip di cui parli ne “Il destino di un VIP”?

Samuele Bersani: Quello del Vip è un tipo di successo, che gioca molto sulla presenza. E i personaggi che non mi piacciono sono proprio dei Vip. Questa canzone è nata dopo che, andando al banco delle piadine dove vado di solito, c'era una copia della “Settimana enigmistica” con Alessia Mertz in copertina. E uno si era divertito con la penna a farle un dente nero. Essere Vip significa anche questo. Oppure pensiamo a come potrà essere il figlio di Briatore: appena nato avrà già il visone, l'assicurazione e tanti altri lussi. Oggi i bambini sono viziati da morire e sulla loro educazione ci sarebbe da fare un lungo discorso.

Antonio Ranalli: Nel tour di “Che Vita!” hai dato spazio ai ricordi e alle curiosità. Come sarà, invece, il live di “Caramella Smog”?

Samuele Bersani: A dire il vero non ci ho ancora pensato (il tour partirà a febbraio n.d.a.). L'unica cosa che ho proposto è quella di utilizzare degli schermi giganti. Solo che chi si occupa del tour mi ha detto che nei teatri gli schermi 3:80 non ci entrano. E quindi bisognerà risolvere questo problema.

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