Steve Hackett al Foro Italico (26/07/2004)
di: Paolo Ansali
Oltre duemila persone hanno salutato il ritorno di Steve Hackett a Roma nel concerto conclusivo di "Progressivamente 2004" C'era il pubblico delle grandi occasioni per il ritorno di Steve Hackett a Roma malgrado un temporale estivo pomeridiano ha rischiato di rovinare l'ultimo appuntamento della rassegna "Progressivamente 2004". Oltre duemila persone hanno gremito il Foro Italico sin dal tardo pomeriggio. Molti i fans dei Genesis e non poteva essere altrimenti anche perchè Hackett, a differenza di Peter Gabriel e Phil Collins, è l'unico ex a eseguire dal vivo alcuni classici della grande band che lo ha visto tra i protagonisti nel magico e irripetibile periodo da "Nursery Crime" sino al maestoso doppio live "Seconds Out" del 1977.
Alle dieci e mezzo il 54enne chitarrista, in ottima forma, sale sul palco con il suo gruppo rimanendo colpito dalla calorosa accoglienza dell'audience romana che lo appalude e incita senza sosta. Il pezzo iniziale è "Mechanical bride" tratto dal nuovo album "To watch the storms" con uno stacco molto simile a quello di "21st Century Schizoid man". Non a caso collabora al disco proprio Ian McDonald presente sul classico del Re Cremisi. Tra i brani migliori dell'ultimo CD vengono eseguiti "Brand New" e "The Circus of Becoming" dove si mettono in luce gli elementi del gruppo come il tastierista Roger King (che collabora da diverso tempo con Hackett) e il bassista Terry Gregory dal tocco jazz-rock. Quando Hackett prende la chitarra acustica si intuisce subito che eseguirà quella "Horizons" che è ormai il suo indiscusso marchio di fabbrica classico-strumentale. La vera chicca della serata è la sempre splendida "Blood on the Rooftops" di "Wind and Wuthering" cantata dal batterista (guarda caso...) Gary O' Toole con una bella voce, regalando più di un brivido "nostalgico" a tutti i presenti. Dalla sua lunga carriera solista arrivano le notevoli "Everyday" e"Clocks estratti da "Spectral Mornings"". Immancabile l'assolo da brivido di "Firth of Fifth" così come "Los Endos", potente miscuglio di fusion e prog che ci porta alla fine di una serata che di certo ricorderemo a lungo.
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