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Pubblicato il 18/07/2003 alle 20:33:02Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Chick Corea e Bobby Mc Ferrin al Pescara Jazz - Teatro D’Annunzio - 17 luglio

di: Massimo Giuliano

L’apertura della trentunesima edizione del Festival internazionale Pescara Jazz è stata affidata a questo duo, per la prima volta insieme su un palco. Nella foto, Chick Corea.

Chick Corea è indubbiamente uno dei pianisti più apprezzati e qualificati nell’attuale panorama jazz: non si discutono né la sua classe, né il suo inconfondibile tocco. Ecco perché assistere ad un suo concerto è sempre una garanzia di qualità. E infatti il bravo artista di origini italiane non ha deluso le aspettative nemmeno ieri sera, al Teatro D’Annunzio di Pescara. Semmai, poteva esserci un po’ di perplessità riguardo a Bobby Mc Ferrin, vocalist newyorkese che fa un uso decisamente non convenzionale della voce.
Stefano Zenni scrive di lui: «Mc Ferrin, classe 1950, ha letteralmente rivoluzionato il modo di pensare alla vocalità jazz: forte di un virtuosismo sconfinato e di un controllo totale sugli stili più diversi, il cantante di New York ha allargato gli orizzonti della voce oltre ogni limite immaginabile, inventando nuovi modi di emettere suoni, di fraseggiare, estendere, stirare, comprimere, elaborare il suono, il tutto con uno spirito giocoso, allegro, mai serioso, che gli ha conquistato il favore del pubblico».
Possiamo condividere in parte queste affermazioni: per quel che ci riguarda, ci limitiamo a riportare un dato di fatto, e cioè che in più di un’occasione Mc Ferrin ha strappato gli applausi del D’Annunzio (pienissimo), esibendo le sue doti canore che però – almeno per chi scrive – non sono state sempre convincenti appieno. Il punto è questo: certe volte si aveva l’impressione che il vocalist newyorkese fosse un po’ troppo “oltre” rispetto al pubblico, nel senso che sembrava cantasse più per se stesso che non per la platea. Di conseguenza, esibirsi in virtuosismi che parevano costruiti ad hoc, autoreferenziali, non si è rivelata sempre una scelta vincente. Nulla da eccepire su quello che Mc Ferrin ha in gola; ma in alcuni momenti i suoi repentini passaggi da tonalità bassissime a falsetti incredibili, effettuati con una furia, una celerità e un’impazienza che stupivano, erano di fatto difficili da seguire. E questo non permetteva di valutare adeguatamente la reale bravura dell’artista americano. Non parliamo poi dei “rumori” che Mc Ferrin ogni tanto emetteva, quando non provava ad imitare un sassofono o una tromba: va bene che nel jazz la voce deve essere uno strumento come gli altri (e questo principio Bobby lo ha applicato sicuramente alla grande), ma ripetiamo, non sempre tutto questo convinceva.
Per il resto, nulla da eccepire: Corea, che comunque era la vera star della serata, si è esibito prima per mezz’ora in un duetto solo piano e voce con Mc Ferrin – dove, anche questo va detto, spesso nel bene e nel male la voce finiva per catturare l’attenzione molto più del piano – poi, dopo un quarto d’ora di intervallo, è tornato sul palco per altri 90 minuti eccezionali, stavolta insieme alla sua Elektric Band III (composta da star del calibro di Dave Weckl alla batteria, Steve Wilson al basso e Frank Gambale alla chitarra, oltre al bravo Mike Pope al basso). Il risultato, neanche a dirlo, è stato straordinario: brani lunghi, avvolgenti, suadenti, caldi, ricchi di assoli e virtuosismi costruttivi e funzionali ai vari pezzi, con soluzioni stilistiche interessanti come il piano elettrico effettato in più di un’occasione, e adottato in questa seconda parte da Chick al posto del pianoforte acustico, che aveva invece caratterizzato la prima.
Jazz moderno, grandioso. Con punte di diamante come i momenti tratti dal bellissimo lavoro "Eye of beholder". Non c’è che dire: Corea attualmente è uno dei pianisti jazz più innovativi, amato ed apprezzato anche da chi è dentro altri generi musicali. Lo ha dimostrato la presenza ieri sera in platea di buona parte della Pescara che suona (tuttavia questa, se vogliamo, non è una novità: buona parte del pubblico dei concerti jazz è composta da musicisti). Ma anche il fatto che Celentano lo ha voluto nel suo ultimo disco per partecipare a due canzoni, “Mi fa male” e “Per sempre”, oltre alla traccia finale “Radio Chick”, in cui il Nostro dà libero sfogo a tutta la sua classe.
A proposito ancora del concerto di ieri sera, Mc Ferrin, per fortuna o purtroppo, è tornato nel finale per eseguire un paio di pezzi con Chick, tra cui un omaggio a Miles Davis. C’è stato spazio anche per un apprezzatissimo momento blues, che ha permesso ancor di più ai musicisti di mostrare tutta la propria verve.
I bis sono stati ben due: il pubblico proprio non ne voleva sapere di andar via, e Chick ha giocato con la platea con dei simpatici call & response, basati su accenni di note alla tastiera cui seguivano le stesse note cantate dai presenti sulle gradinate e i posti a sedere.
Alla fine dello show, Corea ha tirato fuori una macchinetta fotografica e scattato foto a tutti i settori del pubblico, come a sottolineare la volontà di immortalare una serata magnifica.
Ecco come sono i veri artisti. E questa serata lo ha testimoniato una volta di più.
Una serata oltretutto unica, dal momento che Corea e Mc Ferrin, pur avendo già inciso un disco insieme, non si erano mai esibiti prima d’ora dal vivo su uno stesso palco, e lo hanno fatto solo per Pescara: dunque, si è trattato di un evento in piena regola.
La qualità garantita dal Pescara Jazz, che dal 1969 porta in Abruzzo i grandi protagonisti della musica afroamericana per eccellenza, continuerà fino al 20 luglio. Domani sera, 19 luglio, c’è Caetano Veloso.

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