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Pubblicato il 03/11/2002 alle 14:56:17Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Ripercorriamo gli anni '90 degli U2

di: Massimo Giuliano

In collaborazione con U2 Newsletter (richiedibile a cantarelli@tiscali.it)

Energizzati nuovamente dalla rinascita creativa e commerciale di "All that you can't leave behind" del 2000, i progressi sull'ultimo album di studio degli U2 (in arrivo probabilmente nell'estate 2003) stanno scorrendo veloci. "Ci stiamo dando una mossa", ha dichiarato The Edge. "Sta diventando come i primi dischi degli U2: arrangiamenti veramente semplici e spogli. Ecco di cosa abbiamo veramente voglia: musica con quella forza vitale".
Naturalmente per gli U2 le cose non sono sempre filate così lisce: gli anni dal 1990 al 2000 rappresentano un periodo agitato nella storia del gruppo. È stato un decennio di sperimentazioni selvagge, frizioni interne, spettacoli dal vivo ambiziosi, bassisti esauriti per troppi party ed album pubblicati di fretta.
"Per noi è difficile perché si cerca d'ascoltare il materiale con un minimo di distanza", ha detto The Edge. "Ci sono su un po' di brani che non avrei mai pensato che sarebbero stati inclusi, come "The first time" tratto da "Zooropa" (1993). Poi, dall'altra parte, c'è una cosa come "The fly" da "Achtung Baby" (1991), della quale non sono più sicuro. Non sono certo che abbia passato il test del tempo. Ma questo è il perché questa raccolta per me è eccitante. Siamo tutti a favore del revisionismo".
Indietro fino a Berlino, tardo autunno 1990, inizio dell'inverno del malcontento degli U2. Si erano piazzati agli Hansa Studios, nell'ex Berlino Ovest, sperando che gli album che Bowie e Iggy Pop vi avevano fatto negli anni Settanta avrebbero garantito loro l'ispirazione per quello che sarebbe diventato "Achtung baby".
Una notte il loro complice di studio, il produttore Daniel Lanois, uscì a fare delle registrazioni sul campo di suoni di treni e si ritrovò seguito da una macchinata di skinhead ubriachi. "Sembrava che sull'intera sessione gravasse una nube scura", ha ricordato il co-produttore Flood.
Le divisioni all'interno degli U2 erano chiare: da una parte c'erano Bono e The Edge, intenti a modernizzare il gruppo utilizzando beat contemporanei e ascoltando nuova musica (la playlist che a quel tempo avevano in studio includeva i My Bloody Valentine, Butthole Surfers e perfino gli Ozric Tentacles). Dall'altra parte c'erano Larry Mullen e Adam Clayton, che resistevano al cambiamento. Notoriamente, nel corso di una jam surriscaldata, Clayton si sfilò il basso e lo cacciò nelle mani di Bono dicendo: "E allora te lo suoni tu!". The Edge, al riguardo, ha commentato: "Non è la prima o l'ultima volta che è successo. A volte ci riscaldiamo parecchio. Nessuno voleva mollare senza aver combattuto. Negli U2 ci sono quattro brutti bastardi".
Poi, con un incidente che avrebbe scosso la loro fiducia, le cassette con le bozze del lavoro svolto fino a quel punto vennero rubate (colpevole sconosciuto) e velocemente pressate in due bootleg doppi in vinile.
Daniel Lanois: "Ci turbò molto, perché nessuno sapeva come fosse accaduto". The Edge: "In realtà ne avevo una copia. Probabilmente c'è su qualche pezzo che in futuro potremmo rivisitare". Comunque, dopo tre mesi d'intenso lavoro, gli U2 tornarono al loro Paese con poco più di una linea di basso (per Mysterious ways) e vaghi accenni di "The fly" e di "Who's gonna ride your wild horses".
Bizzarramente la band si riunì nella stanza da biliardo di una casa presa in affitto alla periferia di Dublino. Poche settimane dopo l'album iniziò a prendere forma. Anche se, perversamente, erano i brani più tipicamente alla U2 che si stavano dimostrando i più difficili. È notevole, quindi, che "Achtung baby" emerse dal mezzo di questo tumulto come l'album più sorprendente della carriera degli U2.
The Edge: "Venne poi fuori che "Achtung baby" era un titolo molto controverso, specialmente in America". Larry Mullen: "E in Germania". The Edge: "Già. Inizialmente in Germania non andò bene. I tedeschi pensarono che in qualche modo li stessimo prendendo per il culo. Ma alla fine i titoli non contano realmente. Alcuni dei miei gruppi preferiti hanno brutti nomi. Come ad esempio, santo cielo, i Beatles".
Larry Mullen: "U2 non è che sia un nome particolarmente forte".
The Edge: "No, non è un gran nome, e neppure "Achtung Baby" credo che lo sia!". Avendo pubblicato il loro album più impegnativo, gli U2 lo portarono a termine con lo Zoo TV, ancora oggi il tour rock più spettacolare mai messo in scena da un gruppo.
Nel frattempo, in questo periodo di trasformazioni, gli U2 iniziarono a fare follie notturne e circolarono delle foto del gruppo che rimaneva a bere fino a tardi con orde di top-model.
Nonostante i disaccordi, la band era caricata dall'energia che aveva ricavato dal tour ed iniziò a lavorare su EP di materiale nuovo. Presto i brani si moltiplicarono fino a formare un nuovo album. "Zooropa" fu un disco ancor più audace, il prodotto di un'agenda lavorativa dall'intensità pazzesca.
"Fu lì che le cose diventarono pazzesche", ha detto Flood, "perché erano in tour e nel frattempo facevano anche il disco. Prendevano l'aereo, facevano il concerto, tornavano in studio a mezzanotte e poi lavoravano fino alle due o alle tre".
Allora, cosa pensano gli U2 quando adesso ascoltano "Zooropa"?
The Edge ha detto di Larry Mullen: "Lui non lo ascolta mai!".
E Mullen ha controbattuto: "È da un po' che non lo sento. È stato nel mezzo del tour più lungo che abbiamo mai fatto, ed è difficile ricordare cosa accadde. Il disco mi piace molto. Ma per un secondo mi sono confuso, lo ammetto, perché... qual è l'altro disco che abbiamo fatto?".
The Edge: "Passengers!". Mullen: "Passengers. Iniziavano ad amalgamarsi".
Ricompattati a Londra nell'estate 1994 con Brian Eno e il DJ-mixer Howie B, il loro intento fu quello di creare della musica da film. E poi trovare un film per la musica. Quando l'idea venne accantonata, il progetto emerse col titolo di Passengers. L'album, "Original soundtracks 1" (1995), comprendeva in gran parte dei pezzi strumentali ed era più vicino al lavoro di Eno che a quello degli U2. L'ultima volta in cui la rivista Q mise sul tavolo l’argomento Passengers con Edge e Mullen, nel 1997, provocò un litigio col primo che disse al secondo "È un disco che ti prende un po' alla volta, Larry. Dagli qualche anno".
Adesso sono passati un po' di anni. E quindi? Mullen ha sorriso: "Ancora non mi ha preso". E poi iniziò il periodo più turbolento nella storia degli U2. Il quartetto aveva costruito un team che comprendeva Flood, Howie B e Nellee Hooper, il produttore dei Massive Attack. Sebbene le sessioni iniziali ed esplorative per "Pop" si mostrarono interessanti, dopo poco tempo gli U2 compresero che si erano cacciati in un buco.
Si aggiunga la pressione di mettere in piedi un tour che avrebbe dovuto sorpassare lo Zoo TV, e l'atmosfera crebbe fino a livelli pericolosi. Poi gli U2 commisero un errore capitale.
E' Larry Mullen ad ammetterlo: "Facemmo la cosa che ai giovani gruppi diciamo sempre di non fare, cioè mettemmo in piedi un tour prima che il disco fosse finito". Gli U2 avevano terminato il tempo ed ora erano obbligati a pubblicare un album incompleto. "Verso la fine stava iniziando a diventare panico totale", ha ricordato Flood. "Mi sembrava di aver deluso la band e me stesso". Ad incrementare l'ansietà, gli U2 avevano anche avuto poco tempo per provare l'imminente tour PopMart. Poi, dopo l'orrore della serata d'apertura a Las Vegas il 25 aprile 1997 (in cui degli U2 che avevano provato poco fecero fatica a suonare perfino i loro pezzi più conosciuti), divenne evidente che "Pop" non stava vendendo nei termini che la band si attendeva. Quando iniziarono ad arrivare i dati di vendita, foste preoccupati?
Mullen: "Sì". The Edge: "Fu un successo, con l'eccezione degli Stati Uniti. In America si mise a vendere più velocemente di "The Joshua tree", solo che ad un certo punto finì".
Giunti alla fine del decennio, avendo trascorso gli anni Novanta cercando di essere meno simili agli U2, la band scoprì che, in realtà, doveva tornare indietro per cercare di essere più simile agli U2. Il risultato: "All that you can't leave behind".
Tutto il grande successo dell'album, e del successivo Elevation tour (uno dei tour più seguiti nella storia del gruppo), sono storia nota.

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