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Arè Rock Festival: quando gli anni ’70 incontrano l’elettronica e il sound morbido del popdi: Ambrosia J.S. Imbornone Un tuffo negli anni ’70, un salto nelle atmosfere dark di un rock elettronico, un balzo tra le melodie morbide del pop: questa è stata in sintesi la sesta serata dell’Arè Rock Festival,il 22 marzo.Doppio appuntamento questa settimana oggi e domani. Un tuffo negli anni ’70, un salto nelle atmosfere dark di un rock intriso di elettronica, un balzo leggero tra le melodie morbide e l’introspezione del pop: questa è stata in sintesi la sesta serata dell’Arè Rock Festival, concorso nazionale per emergenti organizzato dall’associazione culturale Europa Giovane, il 22 marzo 2007 eccezionalmente presso l’american bar pizzeria “Exploit” di via Marina 5, a Barletta. Ad azionare la macchina del tempo per riportarci nei Seventies sono stati i Railway (rock, Gioia del Colle): Alessandro Sette mostra molta sicurezza, nonostante la giovane età, e un’energia nel cantato che nei falsetti curati ricorda e segue il modello di Robert Plant; gli assoli chitarristici di Daniele Pellicoro fondono invece i Led Zeppelin, tra cenni di blues e momenti elettroacustici rallentati, alla psichedelia alla Hendrix, con il risultato di un sound molto americaneggiante. La band esegue i quattro brani del suo primo demo ufficiale, “Road to Rotterdam”, tra cui spicca la maliziosa ed accattivante “Sex Finder”. Secondo gruppo in scaletta i siciliani Hyra (dark-rock, new wave – Gela), che partono con un’intro strumentale, “Sleeping Trace”, in cui la chitarra elettrica e la base ritmica costruiscono un brano ipnotico attorno ad un sample elettronico. Ciò che contraddistingue la loro musica è un sound dotato di un fascino cupo e magnetico, che sfrutta il potere evocativo di iterazioni vocali e riff ossessivi (v. la rabbiosa “Everything was not for me”) fino a sfociare in un rock “aggressivo” e conturbante (l’urlata, bruciante “Damaged”). A fare da controcanto alla voce di Valentina Cassarino, il tastierista Riccardo Cammalleri, che si fa notare per l’intensità “scenografica” delle sue interpretazioni. A concludere la sesta serata dell’Arè Rock Festival sono stati i foggiani The Pixel: il loro set si apre con la suggestiva, emozionante ballata “Solo”. Lo stile compositivo e vocale della band rammenta le canzoni di Francesco Renga e dei salentini Negramaro. Il pop-rock dei Pixel associa inoltre dei ritmi orecchiabili e di presa immediata con melodie romantiche e testi introspettivi; d’atmosfera si rivelano le tastiere di Leonardo Caputo e gli arpeggi di chitarra acustica che aprono la dolce “Luce”. La band ad aprile parteciperà alle finali del concorso nazionale Accademia inedita italiana; in palio, l’iscrizione alle eliminatorie di Sanremo 2008. Attualmente la band sta ultimando un demo da cinque tracce. Articolo letto 4867 volte Riferimenti Web
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