Gaetano Civello: un talento d’autore destinato al successo, temprato dal tour con Ivano Fossati
di: Pippo Augliera
Nell’attesa del suo esordio discografico, gustiamoci questa chiacchierata per conoscere meglio questo promettente cantautore: siamo stati i primi a dargli attenzione e la strada verso il consenso del pubblico ormai è tracciata. Nell’attesa del suo esordio discografico, gustiamoci questa chiacchierata per conoscere meglio questo promettente cantautore: siamo stati i primi a dargli attenzione e la strada verso il consenso del pubblico ormai è tracciata.
Gaetano Civello, diciannovenne esordiente siciliano, ha avuto l’onore di aprire i concerti di Ivano Fossati con due sue interessanti composizioni Io uccido e Let it be, e una bella versione di Impressioni di Settembre in chiave acustica, accompagnato dalla sua chitarra e da una voce calda e avvolgente. Nell’attesa del suo esordio discografico, gustiamoci questa chiacchierata per conoscere meglio questo promettente cantautore.
Dalle note biografiche apparse sul tuo MySpace risulta che le prime composizioni sono nate a 14 anni. Qual è stata la motivazione?
Non saprei parlare di motivazione: in realtà un giorno ho preso la mia chitarra e ho suonato un giro di accordi, il giorno dopo gli ho accostato una poesia di Yeats, ma dopo un po’ quella melodia mi ha tirato fuori delle parole. Era la mia prima canzone vera e propria, il meccanismo è più o meno questo, ma non lo so spiegare, mi capita di non scrivere nulla per mesi e poi, in un attimo, magari alle quattro di mattina, buttare giù musica e testo. È una cosa indipendente dalla mia volontà!
Quali sono i tuoi modelli musicali di riferimento?
Ho avuto la fortuna di nascere immerso nella musica. In famiglia si ascolta di tutto e, di conseguenza, forse in modo inconsapevole ho imparato ad ascoltare tutti i generi musicali, dall’opera al jazz alla canzone italiana d’autore. Quest’ultima però è stata la scoperta più fulminante: Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati, Paolo Conte, De Gregori, sono stati loro ad aprire le porte della scrittura nel mio approccio alla musica, scrittura come imitazione dei loro modelli all’inizio, più personale poi, anche grazie alla scoperta di un panorama cantautorale straniero, popolato di artisti come Joni Mitchell, Leonard Cohen o Springsteen. Nel tempo la gamma di modelli si è allargata, con Carmen Consoli per esempio, o con i Radiohead, altro gruppo che amo.
Come è avvenuto l’incontro con il produttore Pietro Cantarelli?
È avvenuto per pura coincidenza in occasione di un concerto di Ivano Fossati a Palermo, nel 2006. Michele Giardina, mio manager nonché altra conoscenza fortuita, è stato tramite tra me e Pietro mettendoci in contatto.
Che effetto ha avuto su di te sapere di essere stato scelto per aprire i concerti del nuovo tour di Ivano Fossati?
Si immagini, un’emozione indescrivibile. Le ho già detto che Ivano Fossati è sempre stato, insieme ad altri cantautori, la mia vera e propria formazione musicale, un modello di grande spessore. Il fatto che abbia il piacere di farmi aprire il tour mi lusinga, mi emoziona e mi gratifica più di ogni altro complimento o apprezzamento, lo ritengo molto importante.
La tua opinione su Fossati.Ci sarà una collaborazione artistica nel futuro tra voi due, magari per il tuo cd di esordio?
Fossati ha scritto alcune delle più belle canzoni in tutta la storia della musica italiana, lo dico senza pensarci su neanche un attimo, ha saputo analizzare una gamma enorme di storie, sentimenti, stati d’animo, ha saputo essere coerente col tempo attuando anche delle inversioni di tendenza molto forti: è una qualità grandissima, che lo ammette a pieno diritto nel pantheon della musica italiana. Una collaborazione artistica sarebbe un dono fantastico per me, ma non se ne è mai parlato, e forse è meglio così: penso che avrei seri problemi di imbarazzo ed emozione, in misura maggiore di quelli che ho già provato durante il tour.
Hai anche collaborato con i Tiromancino e Niccolò Fabi. Qual è stata la tua esperienza a questo proposito?
L’estate del 2007 è stata molto intensa, grazie a Michele Giardina ho avuto la possibilità di salire sul palco della festa nazionale del PD a Firenze, aprendo il concerto dei Tiromancino. È stata un’esperienza bellissima, la prima volta che suonavo su un vero palco, con un bell’impianto e un pubblico abbastanza numeroso. Niccolò Fabi è un musicista che stimo molto, ho amato i suoi ultimi due dischi in particolare e l’incontro in un paesino dell’entroterra siciliano, in occasione di una manifestazione giovanile, è stato molto emozionante.
Siamo in attesa della tua opera prima. E’ già in cantiere? E che sorprese ci riserverà?
La mia opera prima è in cantiere, da quando ho iniziato la collaborazione con Pietro Cantarelli. È in cantiere nella misura in cui stiamo lavorando con passione per cercare, in un progetto discografico che sta maturando, di valorizzare al meglio le nostre competenze e possibilità.
Musicalnews ti ha tenuto a battesimo. Vuoi lasciarci con un saluto particolare?
Musicalnews mi ha regalato un’emozione fortissima, non era mai stato dedicato un articolo alla mia musica. Non posso che ringraziare di cuore Pippo Augliera e la redazione di questo splendido motore di informazione musicale.
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