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Pubblicato il 12/12/2008 alle 14:31:59Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Motorhead - Motorizer: un concentrato rock..., punto e basta!

di: Emanuele Gentile

Una delle poche cose positive esistenti al mondo. Per me ogni nuovo album dei Motorhead rappresenta un evento speciale. Sono loro i colpevoli del mio smisurato amore per l’heavy metal.

Una delle poche cose positive esistenti al mondo. Per me ogni nuovo album dei Motorhead rappresenta un evento speciale. Sono loro i colpevoli del mio smisurato amore per l’heavy metal.

Era il 1975 e grazie all’ascolto del loro leggendario 45 giri di esordio Leaving Here” / “White Line Fever decisi di consacrare la mia vita alla fede metallica. Sono passati ben 33 anni ed i Motorhead sono ancora qui fra noi. I Motorhead non sono solo un gruppo musicale. Sono un canone imperituro del rock’n’roll. Canone che si è rinnovato con il loro nuovo album “Motorizer”. Un album che è un concentrato del mondo di Lemmy e soci.

Con una tracks-list semplicemente micidiale: “Runaround Man”, “Teach You How To Sing The Blues”, “When The Eagle Screams”, “Rock Out”, “One Short Life”, “Buried Alive”, “English Rose”, “Back On The Chain”, “Heroes”, “Time Is Right” e infine “The Thousand Names Of God”. Non c’è un brano che sia inferiore agli altri. Tutti denotano un mood terribilmente efficace e devastante. L’album fila via dritto dritto al nostro cuore come le Harley Davidson che sfrecciano lungo la Route 66. Oppure la mitica “Ponderosa” del Che Guevara. Su tutto si erge come un eroe mitologico Lemmy autore di una prestazione emozionante e sontuosa.

Lo dovete sentire sputare sangue in “Rock Out” oppure diventare sognatore in “English Rose” o epico in “Heroes”. Basta altro non c’è da dire. Parlare di un album dei Motorhead è un’operazione di pura ipocrisia perché Lemmy non gradirebbe montagne di parole sui suoi Motorhead. Vuole semplicemente suonare. Le migliori parole sono le immortali canzoni che ha composto nel corso di 33 anni carichi di passione imperitura per il vero rock’n’roll.

Il resto è noia. Long live to Lemmy!

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