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Pubblicato il 29/12/2007 alle 12:09:05Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Ray Gelato, passione swing

di: Giuseppe Panella

In un auditorium gremito in ogni ordine di posti il "figlioccio" di Renzo Arbore regala ai presenti la voglia di dirvertirsi con lo swing

Ray Gelato and his Giants Orchestra
Festival d’Autunno
Auditorium “A. Casalinuovo”
Catanzaro 17/11/07


Giunge alla V edizione il “Festival d’autunno” sotto la direzione artistica della intrepida “condottiera” Tonia Santacroce. Sin dagli inizi ho seguito, con enorme interesse e simpatia, lo sviluppo che il direttore artistico ha dato alla sua “creatura”. Un festival che assume ogni anno una importanza sempre maggiore visti i nomi che vi partecipano. Ho atteso con curiosità il secondo appuntamento di questa edizione: Ray Gelato ed i suoi fidi “Giants”. Da anni Ray porta in giro uno spettacolo in cui a farla da padrone è lo swing. Questo genere musicale, derivante dal jazz, nasceva in America negli anni venti, quelli della crisi economica e del proibizionismo, e presenta una evidente sezione ritmica che, grazie al suo andamento “saltellante”, da cui il termine swing, riusciva nell’intento di far ballare la gente di qualsiasi estrazione sociale. Al suono di quei ritmi non c’era distinzione alcuna. Sia poveri che ricchi, sulle piste dei locali si lasciavano andare al suono di quelle note scritte per i bianchi. Difatti, lo swing si può considerare come la musica da ballo per i bianchi, non accettata dai neri seppure da questi suonata per sopravvivenza. I centri di maggior sviluppo di questo genere furono Kansas City e New York City. Era in queste città che si esibivano le orchestre di Count Basie e Duke Ellington. Quest’ultimo aveva fatto del “Cotton Club” il suo regno incontrastato. Basie con la sua Orchestra “regnava” a Kansas City. Ray Gelato, prosegue su quelle orme registrando i sold out ovunque si esibisce. Così è stato anche a Catanzaro. Presentato dal “padrino” Renzo Arbore attraverso un video, proiettato su un grande schermo, Ray Gelato non si è risparmiato nella esecuzione di brani noti a tutti i presenti. Mantenendo fede al titolo del suo concerto, Ray ha preso per mano gli spettatori portandoli in un viaggio musicale che andava a celebrare tutti i suoi miti. “Da Sinatra a Carosone”, appunto. Con il suo invito - “d’ora in poi non riuscirete a stare fermi, dovrete alzarvi e ballare” – Ray ha dato il via ad una sequenza interminabile di classici. Strepitosa l’interpretazione di “Torero”, “Volare”, “Tu vuò fa l’americano”, “Malafemmena” e “Mambo Gelato”. L’Orchestra lo assecondava in tutti i suoi momenti sottolineando, peraltro, la sua verve e la qualità di un professionista che da anni tiene il palco in barba ai nuovi epigoni del genere come l’italo-canadese Michael Bublè o il primo Peter Cincotti. Lontano dalle classifiche e dalle vendite di questi ultimi, Ray Gelato ha costruito la sua fama nota dopo nota. Si potrebbe obiettare che lo fa con un genere musicale, come lo swing, conosciuto in tutti gli angoli della terra e, quindi, con uno sforzo minimo. Ma la qualità della proposta non può essere sottovalutata. Così come il personaggio, che vive e respira questa musica dandole sempre quel tocco personale che ad altri manca.
Una serata piacevole questa con Ray Gelato che verrà ricordata per la freschezza e la gioia che lo stesso ha saputo regalare a tutti i presenti. Una ulteriore chicca nell’album del “Festival d’Autunno”.


The Giants Orchestra:

Alex Garnett, sax
Elliott Henshaw, batteria
Mike Janisch, contrabbasso
Gunther Kuermayr, pianoforte
Danny Marsden, tromba
Andy Rogers, trombone

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