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Pubblicato il 28/09/2014 alle 15:45:11Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Ezio Guaitamacchi presenta Lilli, la maggiolina hippie

di: Antonio Ranalli

Avete mai visto un’automobile che racconta la storia del rock? E una chitarra psichedelica alta tre metri? O una oltraggiosa “ultima cena” musicale, con Elvis circondato da dodici “apostoli del rock”? Mercoledì 1 ottobre, alle 21, a Milano.

Avete mai visto un’automobile che racconta la storia del rock? E una chitarra psichedelica alta tre metri? O una oltraggiosa “ultima cena” musicale, con Elvis circondato da dodici “apostoli del rock”? E’ quello che succederà mercoledì 1 ottobre, alle ore 21:00, alla Salumeria della Musica di Milano.

Una serata, dal titolo "The Hippie Night - A Touch Of Psichedelia", dedicata alla più straordinaria avventura artistico/culturale della storia de rock. Sul palco, con Ezio Guaitamacchi, le voci di Brunella Boschetti e Micol Martinez, le opere (morte e viventi) di Carlo Montana, le proiezioni di filmati e immagini storiche di Filippo Guaitamacchi e la partecipazione straordinaria di Matteo Guarnaccia. Special guest il cantante Eugenio Finardi.

Al pubblico è richiesto anche un dress code, che deve rispondere alla seguente frase (tratta da una nota canzone): “Be sure to wear some flowers in your hair!”.

La Salumeria della Musica si trova a Milano in via Pasinetti, 4 (per prenotazioni: 02 56807350).

Ecco come Ezio Guaitamacchi spiega la serata dell’1 ottobre.

California, estate del 1964
Ken Kesey, autore del best seller Qualcuno volò sul nido del cuculo, acquista un vecchio scuola bus scassatissimo. Lo ridipinge con colori sgargianti, ne svuota gli interni e posiziona dentro e fuori microfoni e altoparlanti prima di imbarcare un gruppo di personaggi creativi e anticonformisti noti come “Merry Prankster”, gli allegri burloni. Obiettivo: un viaggio da una costa all’altra degli States durante il quale viene proposto uno strano esperimento. Can You Pass The Acid Test? Riuscite a superare l’esame dell’acido? Chi partecipa ai party dei Prankster riceve una dose gratuita di Lsd per provare gli effetti collettivi della droga allucinogena.
Nel giro di poco, arte, cultura e musica psichedelica esplodono a San Francisco prima e in tutto il mondo poi. E, le stravaganti idee di Ken Kesey, fanno proseliti: Janis Joplin fa dipingere la sua Porsche 356c cabrio dall’amico pittore Dave Richards, John Lennon fa lo stesso con la sua Rolls Royce Phantom V, chiamando un gruppo di artisti tzigani dei quali ammirava un carretto “psichedelico” e anche George Harrison non è da meno: la sua Mini Cooper S del 1966 viene decorata ispirandosi all’arte tantrica.

Milano, estate del 2014
60 anni dopo, un critico musicale e un pittore, ripercorrono le gesta di Kesey, dei suoi amici Prankster ma soprattutto fanno un grande omaggio all’arte psichedelica e alla cultura rock. Ispirandosi alla Porsche di Janis Joplin (di cui ispezionano e fotografono una copia esposta al museo di Port Arthur, Texas) acquistano una VW New Beetle cabrio e iniziano la loro opera d’arte.
Dipinta a mano, con smalti all’acquaragia, la loro “Maggiolina hippie” (originariamente rossa) comincia pian piano a rinascere. Per prima cosa il cofano, una “citazione” del disegno indiano che compare sul davanti della Porsche appartenuta a Janis Joplin. Poi, gli stessi motivi psichedelici che ne ornano la fiancata sinistra vengono adattati a un lato della VW.
Quindi, l’idea base: l’auto deve celebrare quattro grandi icone del rock.
Vengono scelti i quattro soggetti principali del “famigerato club della J27”, quello formato da musicisti accomunati da due caratteristiche: avere una J nel nome ed essere morti a 27 anni.

E così, sul lato sinistro c’è il ritratto di Brian Jones, sul destro quello di Jim Morrison e sul retro, affiancati, i volti di Jimi Hendrix e Janis Joplin.
Ma non è finita: un enorme simbolo della pace (lato sinistro) è attraversato dallo spartito di All You Need Is Love mentre (lato destro) una grande onda sembra travolgere l’effige del cantante dei Doors, che poggia sul lembo di una bandiera americana. In più, decine di particolari, centinaia di minuscoli dettagli rendono l’automobile un’opera d’arte da scoprire giorno dopo giorno.
Ora però è completa: Lilli, la maggiolina hippie, è pronta a percorrere le strade del rock …

I papà della “Maggiolina hippie”

EZIO GUAITAMACCHI
Milanese e milanista, viaggiatore e tennista, Ezio nella vita fa tante cose divertenti: è giornalista musicale, autore e conduttore radio/tv, scrittore, musicista, docente e performer. Quando non dirige JAM, non trasmette sulle onde di LifeGate, non insegna al CPM, non scrive un saggio sul rock o la rubrica “Dark Side” su XL, non è sul palco o davanti a una telecamera a raccontare i suoi “RockFiles”, legge gialli e biografie di rockstar, guarda Fox Crime o i documentari di History Channel. Ha pubblicato una quindicina di saggi sul rock tra cui “1000 canzoni che ci hanno cambiato la vita” (Rizzoli), “Figli dei fiori figli di Satana” (Arcana), “100 dischi ideali per capire il rock” (Editori Riuniti), “Delitti Rock” (Arcana) e “RockFiles – 500 storie che hanno fatto storia” (Arcana). Dopo i DELITTI ROCK ritorna sulla scena del crimine: “PSYCHO KILLER – Omicidi in Fa maggiore” (Ultra) è il suo primo “rock thriller”.

CARLO MONTANA
Carlo è un pittore. Pittore per istinto, per necessità vitale, per volontà, per mestiere, per angoscia. La pittura ha dominato la sua vita. La scoperta della vocazione è precoce: ha soddisfatto gli studi al liceo artistico di Brera, affinando poi nel tempo il proprio bagaglio tecnico. Lavora assecondando le sue stagioni, in modo esplosivo o per nulla, com'è del tutto naturale in questo mestiere. Il rock è la sua passione, ma anche rifugio e ossessione. Sul palco, con Ezio Guaitamacchi, da dieci anni ritrae grandi artisti che, spesso, si ritrova al suo fianco: da Vecchioni, Branduardi, Agnelli, Turci, Fortis, Donà alle grandi icone del rock come Dylan, Springsteen, Lennon, Jagger, Cobain. Il critico d’arte Alberto Belotti, descrivendolo come “l’irregolare elogio del dubbio” ha detto che “la sua pittura è strumento e non fine, impregnata di una ipersensibilità deflagrante nei suoi assunti”.

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