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Pubblicato il 19/03/2012 alle 17:35:04Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Sessanta: Eugenio Finardi ed il suo nuovo triplo cd alla libreria Feltrinelli di Firenze

di: Dario Albelli

Ancora forte del successo incontrato dal singolo E tu lo chiami Dio presentato al Festival di Sanremo, e' stato ospite con Giancarlo Passarella alla Feltrinelli di Firenze con il suo Sessanta (un triplo cd di brani celebri e 4 inediti).

Ancora forte del successo incontrato dal singolo E tu lo chiami Dio presentato al Festival di Sanremo, e' stato ospite con Giancarlo Passarella alla Feltrinelli di Firenze con il suo Sessanta (un triplo cd di brani celebri e 4 inediti).
Fotografie di Lorenzo Desiati.

Figlio di una cantante lirica statunitense e di un tecnico del suono bergamasco, era quasi impossibile che in Eugenio Finardi non attecchisse fin da subito la passione per la musica. Ma da quel disco di canzoni per bambini inciso a nove anni, fino al 2012 di “Sessanta”, quanti sono stati i traguardi, e quanta dedizione!

L’onda del successo arriva nel 1976 con il singolo “Musica Ribelle”. I testi impegnati ed ideologici che prendono forma fra concreto pragmatismo e considerazioni di matrice filosofica si affinano anno dopo anno, e nella loro forza giungono a ridefinire la figura stessa del musicista lombardo agli occhi del pubblico, tanto che da qui in avanti più volte giornali e televisioni si riferiranno all’artista coll’epiteto di “cantautore ribelle”. Se l’acclamato singolo “Extraterrestre” del 1978 ha reso celebre l’ideologia di Finardi, ed una discografia di ben 22 album all’attuale ne fissa i caratteri fondamentali, il concetto assoluto di “ribellione” che è da sempre ombra del musicista è tuttavia da ricercare non nel prodotto finale e vendibile, bensì nel metodo di approccio di questi alla musica.

L’auditorium Feltrinelli di Firenze del 14 Marzo ha visto un Finardi quanto mai chiaro ed espressivo nelle sue parole. Nei racconti di un passato che non vuole passare e che opera da lontano sull’attualità, negli aneddoti che accompagnano la nascita di brani che oggi ascoltiamo senza troppo riflettere, nella cupa ironia di tante considerazioni fatte solo a posteriori, il dibattito si rivela un’inaspettata chiave di lettura a decodificare l’intera esperienza musicale finardiana.

Come egli stesso ricorda, scorrendo con le dita la copertina di quel triplo cd che è stato chiamato a presentare, la forza del musicista ribelle sta nell’opporsi alla marea, sta nell’innamorarsi del proprio lavoro tanto da rifiutare i compromessi e mantenere una linea d’azione coerente, nel rifiutare paradossalmente le etichette affibbiate da altri con troppa facilità. Finardi sperimenta, cambia formazioni, insegue la Libertà che è la pietra da costruzione del musicista. Egli crea l’ambiente a sé favorevole e si rende soggetto di un nuovo paradigma, dove egli stesso ritorna autore e scrittore creativo, controcorrente nel suo opporsi a ciò che altri vorrebbero da lui. "Eugenio" annienta "Finardi", e lo fa eseguendo un concerto interamente costituito da canzoni del poeta russo Vladimir Vysotsky: il musico ribelle conclude un concerto fra gli applausi pur senza eseguire “Musica Ribelle”.

Gli spunti di riflessione posti sul banco di lavoro della Feltrinelli sono tanti, forse troppi per essere approfonditi veramente. Di sicuro impatto l’ascolto di gruppo di alcuni inediti tratti dal nuovo album, fra cui “Nuovo Umanesimo”. Il brano, attorno al quale ruota “Sessanta”, è stato inciso in due versioni poste agli estremi della tracklist: alla prima versione, figlia di un approccio alla registrazione di tipo informale e impressionistico, si contrappone quella composta a quattro mani con Max Casacci dei Subsonica, splendidamente elaborata nella sua cavalcata di tastiere anni ‘70. E’ l’ultima delle provocazioni di un Finardi sessantenne: stiamo abbandonando il metodo barocco di incisione musicale per un’attenzione alla qualità del suono quasi ossessiva, verso la cacofonia?

Le due versioni di Nuovo Umanesimo proposte in “Sessanta” ci obbligano a riflessioni ben oltre il banale “si” o “no”. “Sessanta”, pubblicato per la storica Cramps, raccoglie gran parte dei più grandi successi firmati dall’autore di “Oggi ho imparato a volare”, risuonati per l’occasione e con l’aggiunta di 5 inediti come “Maya”, “Why” e “Passerà”. L’album contiene il brano “E tu lo chiami Dio”, con il quale Finardi ha partecipato alla 62° edizione del Festival di Sanremo: strana condizione quella dell’uomo, schiavo per natura dell’attribuire un nome ad ogni oggetto dell’esistenza, pena l’impossibilità di conoscere ciò che altrimenti è diverso da sé.


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