Durden & The Catering e l'alone scintillante: Max Sannella su Stordisco alle prese con il loro esordio discografico...
di: Giancarlo Passarella
Ben 4 punti su cinque disponibili: cosi' sintetizza Max Sannella il suo giudizio su Il nostro quadro, l'ep pubblicato dalla grintosa U.d.U. Records, con le edizioni curate da NML New Model Label. Amore nel giostrare parole. Ben 4 punti su cinque disponibili: cosi' sintetizza Max Sannella il suo giudizio su Il nostro quadro, l'ep pubblicato dalla grintosa U.d.U. Records, con le edizioni curate da NML New Model Label. Amore nel giostrare parole.
David Boriani e' Durden..
E pensare che Francesco Tosoni mi aveva invitato ad interessarmi a loro da diverso tempo. Io invece avevo traccheggiato (preso da mille altri impegni), ma quando finalmente li ho ascoltati per bene, mi sono innamorato dei loro colori pastello. La stessa cosa e' successa a Max Sannella che cosi' inizia la sua recensione ...Sei tracce in totale per una totale full immersion tra le pieghe in trasformazione di un nuovo artista romano Durden che, insieme ai suoi The Catering e nel nome di un estremo amore nel giostrare parole, concetti e somiglianze, arriva trafelato alla soglie di Il nostro quadro, un dischetto che fa sentire per intero la sua anima in ognuna della canzoni che sono in scaletta, e che senza tanta fatica catturano l’attenzione per la loro predilezione a fantasticare tra stomaco e cervello....
Prodotto dallo staff del romano Noise Symphony Art Studio, l'ep d'esordio dei Durden & The Catering raccoglie altri pareri positivi da Max Sannella ...Ed è anche una tracklist che col tempo prende ed assume forme pop contaminate e intriganti che ricordano da vicino i Tiromancino della prima epoca, quel senso dubbato e rallentato che evapora e contorna atmosfere mid-ricercate, pegne di riflessioni e ispirate qualità di contrasto; quello che David Boriani (questo il nome vero di Durden) vuole esprimere e allontanare dalla sua poetica è quell’appellativo “molto di moda in questi frangenti” di cantautorato generico e a stampo, quel “direttamente ispirato a niente” che sta bollando gran parte delle nuove proposte, e DATC vince per la ricerca di quella forma-canzone di contenuti che va a rappresentare una - seppur ancora virginale – nuova atmosferica, una infinitesimale rinascita di gusto, modo e confidenzialità al confine con il sorprendente....
Ma veniamo alle considerazioni finali di questa recensione apparsa su StorDisco ...Dunque piccole poetiche per grandi vibrazioni, che a parte la stupenda rivisitazione di La musica è finita di Umberto Bindi, fanno respirare le arie coloniali e gipsy di Nel tuo immaginario, s’intravede uno Zampaglione in levare Res Pubblica, Ventuno primavere per poi finire con la carica di una trama guascona che riga la titletrack; con un fascio d’estetica confidenziale, il disco gira che è un portento e si copre di un alone scintillante, che nella sua purezza scardina le più accomodanti convinzioni d’altro, un disco che fa strippare con la violenza delle cose respirate con amore....
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