Si è spento il maestro Franco Califano dopo una lunga malattia
di: Aurelia Mancini Messi
Dopo la scomparsa di Enzo Jannacci, un altro grave lutto colpisce il mondo della musica con la morte di Franco Califano, artista dalla vita sregolata e controversa che lascia un patrimonio artistico importante. Dopo la scomparsa di Enzo Jannacci, un altro grave lutto colpisce il mondo della musica con la morte di Franco Califano, artista dalla vita sregolata e controversa che lascia un patrimonio artistico importante.
Il cantautore, poeta, scrittore e attore, originario di Pagani, in provincia di Salerno, ma romano di adozione, è morto nella sua casa di Acilia, a Roma. Aveva 74 anni ed era malato da tempo. Era conosciuto anche come “er califfo” e “il maestro.
Solo pochi giorni fa, il 18 marzo, si era esibito al Teatro Sistina della capitale. Le sue ultime apparizioni televisive risalgono a qualche tempo fa, quando è stato ospite in una puntata di “Tale e quale show”, il programma condotto da Carlo Conti e in uno speciale che Omar Pedrini dedicava a come era nata la canzone “Minuetto”, scritta da lui e diventata famosa nell’interpretazione di Mia Martini nel 1973, proprio 40 anni fa. Con la grande e indimenticata interprete era tornato a collaborare nel 1990 con “La nevicata del ‘56”, ripresa anche da lui stesso in duetto con i Tiromancino.
Tra i suoi più grandi successi ricordiamo “Tutto il resto è noia”, “La mia libertà”, “Io non piango” e i”Io per le strade di quartiere”. Ma sono molte le canzoni che ha scritto per altri artisti come “La musica è finita” e “Una ragione di più” per Ornella Vanoni, “Un grande amore e niente più” per Peppino Di Capri, “E la chiamano estate” per Bruno Martino e “Un’estate fa”, ripresa successivamente da Mina, per la quale nei primi anni '70 scrisse un intero album "Amanti di valore" su musiche di Carlo Pes.
Una vita spericolata, fatta di eccessi, dai qual è riuscito a venire fuori, alimentando la sua vena artistica. Da una esperienza carceraria, ad esempio, è nato l’album “Impronte digitali”.Negli ultimi tempi si era dato al sociale e alla tv. Frequentava le carceri, preparava concerti ed era amatissimo dai detenuti, che forse si identificavano in questa complessa e travagliata vita.
Si definiva: ‘ero bello esagerato’, un personaggio vero, forse per questo scomodo, uno straordinario artista che amava visceralmente la musica.
Articolo letto 18850 volte
|