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Interviste
Pubblicato il 30/01/2014 alle 23:07:10Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Gaetano Curreri: ecco le immagini d’amore degli Stadio

di: Antonio Ranalli

Conclusi i festeggiamenti per i 30 anni di carriera, con un lungo tour, che ha visto la partecipazione di numerosi artisti ospiti legati alla loro lunga vita artistica, gli Stadio si concedano dal loro pubblico per scrivere nuove canzoni.

Conclusi i festeggiamenti per i 30 anni di carriera, con un lungo tour, che ha visto la partecipazione di numerosi artisti ospiti legati alla loro lunga vita artistica, gli Stadio si concedano temporaneamente dal loro pubblico per scrivere nuove canzoni e registrare un nuovo album.

Non prima di aver licenziato una nuova antologia, dal titolo “Immagini del vostro amore”, contenente anche due inediti e qualche versione alternativa dei loro successi più recenti.

Insomma non la solita raccolta compilata a caso. L’album, già nei negozi, è stato anticipato dal singolo “Immagini del nostro amore”, scritta dall’ormai consolidata coppia formata da Saverio Grandi e Gaetano Curreri. E’ proprio la voce, nonché fondatore, degli Stadio, ci racconta le emozioni vissute in quest’ultimo periodo insieme ai suoi compagni di avventura, ovvero il co-fondatore e batterista Giovanni Pezzoli, il chitarrista Andrea Fornili (nella band dal 1990) e il bassista Roberto Drovandi (nella formazione dal 1991).

Antonio Ranalli: Un’antologia che arriva un po’ come una ciliegina sulla sorta nel trentennale degli Stadio, che vi ha visto protagonisti nel 2013 con un lungo tour, che ha registrato ovunque il tutto esaurito. Com’è nato questo progetto?

Gaetano Curreri: Volevamo chiudere il trentennale con un omaggio al nostro pubblico, che ci è stato davvero molto vicino. Nel 2013 c’è stata un’incredibile dimostrazione di affetto e allora quale occasione migliore per raccontare le loro storie d’amore, il più delle volte contenute nelle nostre canzoni? Così abbiamo pensato di raccogliere le nostre canzoni d’amore, così come avevamo fatto in “Ballate tra il cielo e il mare” (CD uscito nel 1998, e poi ristampato nel 1999 con l’aggiunta de “Lo Zaino” in occasione della partecipazione del gruppo al Festival di Sanremo, nda), prima antologia dedicata alle nostre ballate e in un certo senso la prima antologia tematica. “Immagini del vostro amore” è un po’ il seguito di quel progetto.

Antonio Ranalli: Infatti ci sono brani dell’ultimo periodo, come “La promessa”, qui presente nella versione realizzata con Noemi. Si può insomma dire che non è la solita raccolta. Anche i vostri fans più stretti troveranno cose che non hanno mai ascoltato prima.

Gaetano Curreri: Ci sono innanzitutto due canzoni nuove. Una è “Immagini del nostro amore” e l’altra è “Tutto con te”. Poi c’è una canzone che da tanto tempo volevo risuonare in una versione più classica e orchestrale. Si tratta di “La mia canzone per te”, che abbiamo registato con il Solis String Quartet. Questo brano lo realizzammo per l’album “Diluvio universale”. Erano gli ultimi giorni di registrazione, l’album era praticamente pronto, quando con Saverio Grandi ci venne di getto questa canzone. Erano i giorni della tragedia di Eluana Englaro. Tutti esprimevano opinioni sulle condizioni di questa ragazza, però nessuno considerava il dolore del padre, Beppino Englaro, che stava vivendo gli ultimi giorni insieme alla figlia. Noi abbiamo immaginato “La mia canzone per te” come l’ultimo saluto di questo padre per la figlia che se ne stava andando. Questa versione con il Solis String Quartet è ancora più struggente di quella originale, che era piano e voce, e secondo me vale l’intero disco. E proprio attorno a questa canzone abbiamo costruito una specie di trama, scegliendo le canzoni più adatte. Ci sono alcuni brani molto significativi, come “Attimo di eternità”, “La promessa” e “La ragazza con il telefonico”. Un brano, quest’ultimo, cui tengo molto. E’ una delle poche canzoni d’amore scritte dal grande poeta Roberto Roversi. All’indomani della nascita del telefonino, che al tempo non si usava in maniera così forsennata come oggi (la canzone è uscita nel 2000 nell’album “Donne & colori”, nda), Roversi racconta la storia di un uomo che, nello scompartimento di un treno, vede finire la storia d’amore tra una ragazza e il suo uomo che però è al di là del telefonino. Lui si riconosce nel dolore di questa ragazza, attraverso questa tecnologia impertinente che, involontariamente, ti fa assistere e partecipare alle vicende altrui. La tecnologia a volte diventa un modo per arricchirti, a volte invece ti fa sentire impotente. E’ una lettura molto bella che Roversi diede allora, vedendo bene nel futuro e immaginando cosa sarebbe accaduto negli anni a venire. La versione presente in questo disco è stata remixata.

Antonio Ranalli: Anche altri brani sono stati remixati?

Gaetano Curreri: Si. In “Equilibrio instabile”, ad esempio, sono stati fatti degli aggiustamenti nel mixaggio degli archi. C’è un’orchestra fantastica che, nella versione originale, era stata un po’ mortificata.

Antonio Ranalli: Al riguardo, mi piacerebbe sapere se, tra tutti gli album che avete realizzato, ce n’è qualcuno che ti sarebbe piaciuto reincidere in maniera diversa, magari approfittando di strumenti e tecnologie che al tempo non erano ancora disponibili.

Gaetano Curreri: Ogni album ha qualcosa che vorresti rifare. Però ti posso dire che c’è un album che lo rifarei esattamente come lo abbiamo inciso. Si tratta de “La faccia delle donne”, che suona bene ancora adesso. Quello è un disco miracoloso.

Antonio Ranalli: Se mi posso permettere, credo che forse “Puoi fidarti di me” meritava qualcosa di più. Gli arrangiamenti erano molto elettronici….

Gaetano Curreri: Si, hai ragione. Quell’album (uscito nel 1989, nda) venne realizzato in molta fretta. Stavamo lavorando su “DallaMorandi”, poi dovevamo andare in tour in tutta Europa e quindi avevamo poco tempo. In effetti alcune canzoni di quel disco sarebbe bello poterle reincidere di nuovo, a partire dalla stessa “Puoi fidarti di me”, che ha un testo di Luca Carboni.

Antonio Ranalli: Quel disco conteneva anche “Per lei”, scritta da un giovanissimo Biagio Antonacci e Ron. Si può dire che gli Stadio hanno dato il via alla carriera di tanti cantautori.

Gaetano Curreri: Si, Carboni e Antonacci hanno iniziato con noi. Poi ci sono tanti ragazzi che hanno collaborato con noi, come Fabrizio Moro e Noemi. C’è un mondo musicale che, al di là degli amici con cui abbiamo cominciato, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Ivano Fossati e Roberto Vecchioni, che scrisse “Canzone d’amore sprecato” (contenuta in “Di volpi, di vizi e di virtù” del 1995, nda), abbiamo avuto la fortuna di avere avuto tanti grandi autori che hanno collaborato con noi. Questo ci ha dato l’immagine di gruppo d’autore, ed è quello che volevamo dall’inizio. Un gruppo che unisce, una specie di ponte tra la canzone d’autore, cui noi sentiamo di appartenere, e la canzone pop-rock.

Antonio Ranalli: C’è una curiosità che ho in merito alla vostra lunga collaborazione con Lucio Dalla. Voi avete suonato nel disco dal vivo “DallAmeriCaruso”. Nella versione uscita su LP e musicassetta c’è anche la vostra “Grande figlio di puttana”, che invece non venne inserita nell’edizione su CD. Come mai?

Gaetano Curreri: Il motivo è uno solo: il pezzo nella versione su CD non ci entrava. Mentre per il vinile uscì in edizione doppia, per il CD decisero invece di fare una versione singola. Per questo dovettero sacrificare alcuni brani, tra cui “Grande figlio di puttana”. Tra l’altro il minutaggio dei CD di allora era inferiore agli standard attuali. Sono quelle cose che fanno la gioia dei collezionisti.

Antonio Ranalli: Un’altra curiosità è invece legata alla vostra collaborazione con Ivano Fossati. In “Siamo tutti elefanti inventati” (1991) avevate inciso “Ci sarà”. Questo brano, che Fossati poi inserì in “Lindbergh – Lettere da sopra la pioggia” (1992) era nato per voi?

Gaetano Curreri: Ivano scrisse quel brano proprio per noi. Lui la incise successivamente. Tra l’altro questa canzone è stata inclusa anche in “Pensiero stupendo”, un’antologia con gli artisti che hanno inciso le canzoni di Fossati. “Ci sarà” è un brano che prima o poi risuoneremo. Lo consideriamo un grande regalo da parte di uno dei più grandi cantautori italiani, nato da una grande amicizia e da una grande affetto che Ivano ha nei nostri confronti. Tra l’altro noi all’epoca venivamo da un disastro discografico. Dopo puoi “Fidarti di me”, avevamo chiuso il rapporto con l’etichetta che ci produceva, e così andammo a posizionarci all’interno della Emi. Per questo primo disco con la Emi avevamo bisogno di grandi firme. Andammo a trovare Ivano in uno studio verso Treviso. Lui ci disse di rivederci dopo una settimana. Quando tornammo ci fece sentire questo pezzo, davvero bello, con un testo ancora attuale.

Antonio Ranalli: Torniamo ai 30 anni degli Stadio. Come hai detto in occasione dell’ultimo concerto a Roma, ora vi prenderete una pausa per scrivere canzoni.

Gaetano Curreri: Adesso ho bisogno di fare esperienze che mi arricchiscono, come la collaborazione con il Solis String Quartet. Sono dei bravissimi musicisti, hanno un modo particolare di affrontare la musica leggera, con il modo inusuale di usare strumenti classici nella musica pop. Abbiamo creato un piccolo spettacolo che si chiama “Canzoni da camera”. Mi piacerebbe, in questo periodo che siamo fermi, andare un po’ a suonare con loro, cantando anche quelle canzoni che ho scritto per altri, come “Prima di partire per un lungo viaggio” per Irene Grandi, ma che non ho mai cantato e inciso prima.

Antonio Ranalli: In effetti ci sono diversi brani, penso anche al primo Luca Carboni con “Fragole buone buone”, che avete scritto e prodotto, ma non inciso direttamente. Avete mai pensato di raccogliere questi brani in un album?

Gaetano Curreri: Ne ho scritte tante per altri. Però questo è un progetto che mi terrei per un momento in cui non avrò più idee. Ora preferisco concentrarmi sui brani originali.

Antonio Ranalli: Nel disco dal vivo “I nostri 30 anni”, che ha inaugurato i festeggiamenti per il vostro trentennale, avete sperimentato anche l’orchestra. Avete mai pensato di sfruttare la dimensione orchestrale per un progetto più vasto in studio?

Gaetano Curreri: Bisognerebbe costruire un album in cui l’orchestra viene usata in un certo modo. Quando con il maestro Bruno Santori avevamo pensato al disco dal vivo, lui mi aveva proprio consigliato le canzoni che avremmo dovuto eseguire rispetto ad altre. Lui del resto è un direttore d’orchestra molto esperto nel coniugare musica classica con musica leggera. L’idea sarebbe quella di scrivere canzoni che si prestano ad essere suonate con l’orchestra sinfonica. Sono cose che, adesso che abbiamo anni di carriera, ci divertono molto, visto che stiamo molto attenti alla qualità e alla ricerca. Ci piace molto confrontarci. Ad esempio, ogni tanto vado a suonare con Paolo Fresu, cosa che mi arricchisce molto e mi da una visione diversa della musica.

Antonio Ranalli: Terminato il tour, e in attesa di preparare nuovi dischi, che musica ascolta Gaetano Curreri?

Gaetano Curreri: Ascolto di tutto. Pensa, una volta non ascoltavo il rap. Ora seguo con interesse questo genere, anche gli artisti italiani. Caparezza, che è una via di mezzo tra un rapper e un cantautore, mi piace molto. Poi c’è Fedez: mi piace quel modo di raccontare e di mischiare la parola al suono. E’ una cosa che abbiamo tentato di fare anche noi tante volte. Credo che la sfida sia su quelle cose. Sfide che contiamo di affrontare nel prossimo album.

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