Partito da Barcellona il tour europeo degli U2, pensando a Michael Jackson
di: Giancarlo Passarella
Il tutto al Camp Nou, lo stadio dei campioni del Barça: a riscaldare i numerosi fans ci sono gli Snow Patrol, ma poi Bono e soci salgono su un palco da Guerre Stellari e ripropongono la bellissima Don’t Stop Till You Get Enough! Il tutto al Camp Nou, lo stadio dei campioni del Barça: a riscaldare i numerosi fans ci sono gli Snow Patrol, ma poi Bono e soci salgono su un palco da Guerre Stellari e ripropongono la bellissima Don’t Stop Till You Get Enough!
Difficile descrivere appieno l'intero colpo d'occhio: il palco e' circolare, collegato da due ponti mobili a una passerella (?) che a sua volta rinchiude in un recinto parte della platea, quella piu' visibile.
Gli U2 iniziano lo show catalano con attaccano con Breathe, tratto dal nuovo cd No Line on the Horizon. Ma poi diventano universali ed umanitari, quando Bono dice ...Siamo qui a suonare per Michael Jackson, perche' e' stato uno di noi! ed a quel punto i brividi sono garantiti, perche' il quartetto irlandese propone stralci da due brani straconosciuti come Man in the Mirror e soprattutto Don’t Stop Till You Get Enough ed il contenitore che le racchiude e' specularmente Angel of Harlem.
L'impatto visivo ha il suo peso e lo dimostrano anche tutte le recensioni uscite sulla stampa: The Claw significa artiglio e quello che sovrasta gli U2 sul palco da proprio questa netta impressione. I quasi 90 mila del Camp Nou di Barcellona vivono un concerto a tutto tondo, dove viene addirittura presentata la struggente The Unforgettable Fire per la gioia dei fan piu' anziani che non l'ascoltavano dal vivo da molti anni.
Nelle due ore e mezza di concerto poi compaiono telematicamente Aung San Suu Kyi e Desmond Tutu: mentre la band suona Walk On, alcune decine di fan sfilano sul palco indossando la maschera di Aung San Suu Kyi. Ma molti tra il pubblico hanno quella maschera, perche' la si poteva stampare e tagliare dal sito ufficiale degli U2. Dopo la presenza di Aung San Suu Kyi (leader dell’opposizione birmana e Nobel per la pace), tocca al discorso registrato di Desmond Tutu, vescovo sudafricano antiapartheid che gli altoparlanti incastonati nell'artiglio del palco fanno ben ascoltare.
Poi i botti finali con Where the Streets Have No Name e With or Without You che chiude i bis: magicamente i 90 mila escono dallo stadio storico di Barcellona da campioni, con pochi intralci: poi le Ramblas vengono letteralmente assalite.
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