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Arè Rock Festival: il rock è ancora vivo, evviva il rock!di: Ambrosia J.S. Imbornone Protagonisti della quarta serata del concorso nazionale,organizzato da Europa Giovane a Barletta,i riff elettrici dei Rest,la potenza e l’originalità dei Queimada, l’indie a sfondo sociale dei Trentadenari. A dimostrare che il rock è in buona salute Il rock è ancora vivo, evviva il rock. A dimostrarlo questa volta sul palco del pub “I Bucanieri” di Barletta durante la quarta serata dell’Arè Rock Festival, concorso nazionale organizzato dall’associazione culturale Europa Giovane, sono stati Rest (Alternative – Experimental, Barletta), Queimada (Rock, Bari) e Trentadenari (Indie Rock, Roma). Ad aprire il concerto del 9 marzo (straordinariamente un venerdì, e non un giovedì come ogni settimana) sono stati i Rest, che dopo un’intro elettronica, su cui dolente è spiccata l’interpretazione del cantante e chitarrista Giuseppe Chiumeo, hanno fatto riecheggiare nella sala i loro riff elettrici, tra momenti strumentali molto post-rock e basi ritmiche pulsanti. Si trattava dei brani del nuovo ep della band, attualmente in preparazione presso il “Folder Studio” di Napoli. A seguire, gli spettatori della manifestazione hanno potuto gustare l’esibizione degli originali Queimada . Il loro nome significa “bruciata” ed è anche il titolo di un film di Gillo Pontecorvo del 1969; il loro rock in effetti ha una carica che brucia e infiamma, grazie ad un’energia distillata in forme eleganti e graffianti allo stesso tempo. Notevoli sono i crescendo di “Waves”, entusiasmanti per gli appassionati di musica le linee del basso Fender di Roberto Tisbo. Esplosiva l’interpretazione di Mariella Ranieri, dotata di una voce potente dal colore soul, che si fa suadente soprattutto nelle strofe di “Coffee Break”. Il primo album della band, che a tratti ricorda i Garbage, è in uscita e si intitola “The Moocher” (X-Music/ TerraMiaMusic). Ultimo gruppo in gara durante la serata sono stati i Trentadenari; dal vivo il trio sfodera una grinta notevole che rafforza il peso delle parole dei testi, tra amarezza, pensosità e polemica socio-culturale contro la superficialità dei miti televisivi e dei paradisi chimici. Cupe e magnetiche sono le chitarre e la base ritmica dei pezzi, in primis l’aspra e impetuosa “Romantica illusione”; in “Geni incompresi”, non manca un accenno alla storia tragica di Luigi Tenco. Anche i Trentadenari hanno un ep in corso di pubblicazione; il titolo, manco a dirlo, sarà “Il lamento di Giuda”. Articolo letto 4039 volte Riferimenti Web
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