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Pubblicato il 26/07/2014 alle 17:39:32Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

I National al Siren Fest - Vasto (Chieti) 25/07/2014

di: Silvio Mancinelli

Non andavo ad un festival da tanto. Ricordo che l’ultimo festival fu a Bologna. C’erano Audioslave, Queen of stone age e White Stripes. Ex Arena Parco Nord. Il resoconto della prima giornata del Siren Fest a Vasto (Chieti).

Non andavo ad un festival da tanto. Ricordo che l’ultimo festival fu a Bologna. C’erano Audioslave, Queen of stone age e White Stripes. Ex Arena Parco Nord. Dopo essere stato ieri sera a Vasto, alla prima giornata del Siren Fest, ho rivalutato il mio essere abruzzese.

Non lo dico tanto per dire. Voglio infatti parlare prima del contorno. Rispetto ad altri festival sperduti in mezzo al nulla, seduto magari sul terriccio, qui a Vasto il pubblico si ritrova all’interno del centro storico, tra piazza del Popolo e Palazzo D’Avalos. Ed a parte le bellezze architettoniche che circondano la città, ti ritrovi tutto a portata di mano: gelaterie, pizzerie, negozi aperti. E tutto nella più semplice normalità. Scusate la mia meraviglia, ma in Abruzzo queste cose non succedono quasi mai. Una bellissima regione, sottovalutata (magari è bella proprio per questo) ma che potrebbe essere meta turistica invidiata da tutti. E poi c’è il festival. Nonostante la voglia di andare dall’inizio non mi è stato possibile. Purtroppo noi lavoratori ( lo scrivere di musica è solo una passione) non possiamo far quello che ci pare. Ed allora si parte da Sulmona verso le 19.30 con Ludovica, Andrea e Sandra perdendomi un bel po’ di gruppi. Quindi mi tocca chiedere un po’ in giro come sono state le band fino ad allora previste. Notizie positive per i gruppi presenti fino ad allora. Il mio amico Andrea è rimasto deluso dal fatto di non aver ascoltato i Dry The River. Comunque non ci nascondiamo. L’attesa era tutta per loro. I National. Io li ho trovati grandiosi, normali nel loro essere conosciuti in mezzo mondo. Voce strabiliante e 7 persone sul palco per cercare di riprodurre i suoni scuri dei loro dischi. Semplici come per me deve essere la musica. E a tutti coloro che, quando c’è un concerto stanno lì a fare i filosofi e i critici dico solo questo: la musica è divertimento, chi sta sul palco suona per chi è sotto al palco. Ieri ho visto un pubblico sorridente alla fine del concerto. Vi piacciano o no, i National hanno colpito il segno. Non me ne vorrà il buon Rossano Lo Mele, se mi frego una sua foto da Facebook. Guardatelo sul tavolo del pub a cantare l’ultima canzone. Le pop star devono avere il pubblico intorno e non essere oltre il pubblico. Ultima cosa: sono di Sulmona, una città vicino Vasto. Qui una cosa del genere sarebbe irrealizzabile, con negozi chiusi, il divieto di usare la piazza principale, e i carabinieri a ricordare che a mezzanotte bisogna “smorzare” la corrente. Fortunati chi potrà andare anche oggi e domani ad ascoltare Mogway e Grant.

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