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Jovanotti – Lorenzo Safari (Universal)di: Antonio Ranalli L’atteso ritorno di Jovanotti, con un album che si pone come metafora del viaggio. Con Ben Harper, Sly & Dunbar, Sergio Mendes, Michael Franti, Frank Marocco e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Esiste un'opera nella letteratura di tutti i tempi che riassume i significati concreti e simbolici legati al tema del viaggio: l' “Odissea” di Omero. Il viaggio di Ulisse è un viaggio di ritorno dalla guerra di Troia alla sua nativa Itaca. Quindi il viaggio può essere considerato inizialmente nella sua circolarità (partenza / percorso / arrivo e recupero) ove emerge soprattutto la finalità ultima della meta, del raggiungimento di uno scopo (la ricongiunzione, la riconquista definitiva della stabilità attorno ai valori originari). “Lorenzo Safari” il nuovo album di Jovanotti ruota proprio attorno a tutto questo. Un lavoro di ricerca interiore che, tra emozioni e dolori, si è trasformata in musica. E in questo viaggio Lorenzo è partito dalle sue origini rap (esattamente 20 anni fa l’artista irrompeva sul mercato con “Jovanotti For President”) per abbracciare la canzone d’autore, la musica brasiliana e inevitabilmente il rock, il tutto con alcuni compagni di viaggio: Ben Harper, che ha suonato la chitarra in “Fango”, Sly & Dunbar, leggendaria ritmica giamaicana, Sergio Mendes al Fender Rhodes, il fisarmonicista Frank Marocco (suonava nella colonna sonora de “Il Padrino”: Lorenzo lo ha scovato 84enne a Los Angeles” e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Registrato tra Los Angeles, Hannover, Milano, Cortona e Bologna, il disco si candida a diventare non solo il capolavoro della discografia di Jovanotti ma un classico della musica italiana, da conservare con cura e buono da ascoltare in qualsiasi momento. Basta immergersi nella poesia di “Fango”, brano posto in apertura dell’album (e scelto come singolo lancio) per entrare nella spiritualità del disco. La chitarra di Ben Harper scandisce la comprensione di musica e poesia, che non può prescindere dalla vita dell'artista, dal contesto in cui ha vissuto e lavorato, dalle passioni personali e dal momento in cui l'opera è stata concepita e generata. “Mezzogiorno” si candida a diventare un nuovo inno da cantare nei prossimi concerti dell’artista, mentre “A te” e “Dove ho visto” riscopre echi delle canzoni di cantautori come Sergio Endrigo e Luigi Tenco. La musica di “Lorenzo Safari” è il linguaggio dei suoni, il linguaggio che conserva un carattere di universalità forse inimitabile, ma unico nel suo genere. “Safari” (che in lingua swahili significa proprio “viaggio”) vede la presenza di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro: i due danno vita ad un’unione esplosiva, che detta ritmo ed energia. La musica brasiliana si fa sentire in “Punto” (con Sergio Medes), la parte finale del disco si caratterizza per la prevalenza del rap: “Mani libere 2008” vede la presenza di Michael Franti degli Spearhead (con cui Lorenzo collabora dalla fine degli anni ’90), mentre curiosa risulta “Come parli l’Italiano” in cui esce fuori un simpatico coretto al ritmo di “ohhh, oohhh, fammi sentire come parli l’italiano dimmi ohhh, oohhh”. Il disco dunque racchiude una sostanziale polarità tra la fedeltà alle radici della terra natale, della patria, dei valori della società in cui si vive e la scommessa della ricerca, della conoscenza piena dell'altro. E' rischio di perdita ma anche promessa di conquista, è speranza di ritorno ma anche abbandono angoscioso all'ignoto. Suggeriamo di acquistare l’album in versione deluxe edition, che include anche il DVD “La lunga di giorno”, documentario sulla lavorazione del disco girato da Marco Ponti (il regista di “Santa Maradona” e di “A/R Andata e Ritorno”) oltre a numerosi contenuti extra. “Lorenzo Safari” si candida ad essere uno dei migliori album del 2008. Articolo letto 12097 volte Riferimenti Web
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