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Pubblicato il 12/08/2005 alle 18:49:16Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Il futuro è pieno di Vibrazioni del passato: la recensione del loro concerto dell'11 Agosto 2005!

di: Andrea Del Castello

Comunicazione e retrospezione: la ricetta per una proposta originale. Ma, come ha dimostrato il concerto di Alfedena, i picchi creativi non sono le hit da classifica: ma guardate che grinta ha Francesco Sarcina!

Comunicazione e retrospezione: la ricetta per una proposta originale. Ma, come ha dimostrato il concerto di Alfedena, i picchi creativi non sono le hit da classifica: ma guardate che grinta ha Francesco Sarcina!

L’11 agosto ad Alfedena (AQ), presso l’Aia Casili, si è tenuto il concerto de Le Vibrazioni: Francesco Sarcina (voce e chitarra), Marco «Garrincha» Castellani (basso), Stefano Verderi (chitarra) e Alessandro Deidda (batteria). Davvero un’ottima occasione per poter apprezzare le qualità di una delle band più interessanti dell’ultima generazione. Si comincia con uno strano abbaiare dei cani, forse non solo un riferimento al testo della canzone che sta per cominciare, ma anche un implicito omaggio agli stessi effetti sonori di Dogs dei Pink Floyd; poi il vigore della batteria e su con la chitarra elettrica verso una costruzione di un sound che per molti versi richiama gli anni ’70: l’esordio è affidato, infatti, ad “Aspettando”, un brano che tratta il tema dell’attesa delusa, un tema che nello specifico è riferito ai cani, ma che risulta estendibile ad un’infinità di situazioni. Un’infinità di situazioni, sì, ma non a questo concerto che di certo non delude l’attesa.

Il concerto corre spedito tra fasi hard rock (spesso sulla scia dei Led Zeppelin) alternate a fasi più melodiche; talora, invece, all’istrionismo individualista Sarcina contrappone un dialogo con il pubblico, ovvero messaggi di etica riferiti ad una società contemporanea malandata. Ed in questa condotta piena di alternanze è possibile individuarne un'altra relativa al repertorio: ai classici de Le Vibrazioni come “Raggio di sole”, “Sono più sereno”, “Angelica”, “Ovunque andrò” (quest’ultima con un’ottima resa dal vivo), si alternano brani meno famosi come “Xunah” e “Lisergica”: e sono proprio alcuni di questi pezzi a dimostrare lo straordinario talento di questo gruppo, talvolta ingabbiato nei rigidi canoni dei pezzi adatti al consumo radiofonico o videografico. Quindi si arriva ai bis: Dedicato a te, “Sani pensieri”, “Vieni da me” e “Su un altro pianeta”, dalla prolungata durata per un interludio anticipato dal basso con ritmo funky, lasciando presagire un clima disco, confermato poi dalle citazioni di “Lady Marmelade” di Labelle, “Le Freak” degli Chic e “We are family” delle Sister Sledge; a seguire le presentazioni-fiume dei tre strumentisti-seconde voci e chiusura con la ripresa di “Su un altro pianeta”.

Ciò che Le Vibrazioni esaltano in generale ed hanno esaltato, dunque, anche nel concerto di Alfedena è la musica come forma di comunicazione: nei testi, nelle dinamiche musicali, nel look glamour, nell’interpretazione musicale, nell’interpretazione gestuale e, addirittura, nella “non-interpretazione”: ad un certo punto, infatti, hanno smesso di suonare ed il riflettore ha illuminato Sarcina che, immobile, per diversi secondi ha fissato tacitamente il pubblico; ebbene, quel momento di comunicazione “iconica” non era meno pregnante, anche considerando la reazione del pubblico (si tratta di una prassi che in maniera estrema era stata concepita da John Cage negli anni Cinquanta). Tutto questo amore per il passato è comunque assimilato e riproposto in maniera davvero originale, dimostrando che il futuro è decisamente loro appannaggio.
Insomma… neoavanguardie, hard-rock, glam-rock, post-rock, citazioni disco: il futuro è pieno di Vibrazioni del passato.

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