Blackmore's Night al Saschall di Firenze
di: Raffaello Colli
Diverte ma non convince l’esibizione del 61enne Ritchie Blackmore coi suoi Blackmore’s Night al Saschall di Firenze di Venerdì scorso. Il cattivo dei Deep Purple ha davvero smesso di graffiare? Non c’è che dire…..un po’ ce lo aspettavamo!
Ritchie Blackmore e la compagna Candice Night hanno fatto tutto il possibile per demoralizzare i vecchi fans dei Deep Purple. Il nuovo pubblico, che su richiesta del “guru-divinità” in persona deve essere in costume medioevale nelle prime file, deve ballare tarantelle, agghindarsi e (si l’abbiamo visto Ritchie) farsi persino corrompere a suon di birre date a mano dal palco.
Ma perché non vi ritrovate in una belle festa di paese in Baviera davanti ad uno dei vostri castelli in atmosfere pseudo-bucoliche e vi divertite un po’ fra voi vien da dire?
E’ così evidente che andare in tour sia ormai solo un’occasione di fare vacanze pagate da parte della coppia Blackmore/Night.
Sembrava di vedere la recita di scuola con famiglie ed amici invitati, il tutto nella cornice di un Saschall (con tanto di rammarico degli organizzatori) non proprio al pieno. Questo è l’ultimo capitolo di un guitar hero leggendario, che si vede, ha voglia di godersi la pensione con la giovanissima, biondissima compagna Candice Night. Inutile dire che chitarra, lira, strumento acustico od elettrico che sia, sia stato fatto brillare al meglio dalle infinite possibilità tecniche del menestrello blackmore, come inutile dire che Candice (che diciamolo non ispira proprio simpatia) sia una bravissima cantante supportata da altrettanto belle e brave coriste. Dal punto di vista tecnico un concerto impeccabile. Impeccabile però anche nel cattivo gusto.
Ridicole le ultime esibizioni dei Deep Purple che rischiano di rovinare il nome definitivamente (dopo tanti anni gloriosi) e tragicomico vedere Blackmore in abiti di paese medioevali con cinturone sulla fornita panciona a ballare la tarantella con la moglie.
Ma il pubblico esiste o no?
Per gli amanti del chiudere in bellezza (Marcello Lippi docet) non è stato un bello spettacolo. Forse per i giornalisti è stato ancor meno divertente (perché si, divertire comunque il concerto poteva) dal momento in cui l’organizzazione s’è infischiata degli accrediti spedendo altrove i poveri accreditati, che se non avessero avuto il loro biglietto (come nel caso mio) non si sarebbero manco seduti nel primo settore. Di chi sia la responsabilità……io solo una cosa so “di nulla sapere”, per dirla con Socrate (un altro off limits per la serata di Venerdì poiché non appartenente al medioevo).
Non c’è da meravigliarsi dunque, se dopo diversi urli dal loggione del tipo “ora basta Ritchie, tira fuori la Strato!”, scroscino gli applausi al momento in cui il menestrello dà ai suoi vecchi fan il contentino rock tanto atteso…la gente si alza in piedi (era l’ora) e partono i bis. Fra rock e musica di un passato ormai veramente lontano volge così a conclusione una serata discreta, che nonostante la comica acconciatura del palco (balle di fieno anche attorno alla batteria) ed il simpatico saluto di Ritchie al pubblico (usando la scopa della befana ha spazzato il sudicio addosso ai fans, invece di stringere loro la mano) è valsa il prezzo del biglietto.
Ma come la penserebbe uno che a differenza di me era ventiquattrenne ai tempi dei Purple ed assisteva ai loro concerti??
Meglio non rispondere!
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