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Pubblicato il 31/05/2004 alle 21:27:19Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

"Zu & co.", i duetti di Sugar

di: Massimo Giuliano

Torna Zucchero, a tre anni da “Shake”, con l’annunciato album di duetti (e due inediti)

Negli ultimi 10 anni, Zucchero ha assestato alterne fortune - pur mantenendosi sempre sulla cresta dell’onda - sfornando in concreto un solo disco effettivamente brutto: “Bluesugar” del 1998, fatto prevalentemente di ballate insipide e non più di un paio di brani movimentati, che però erano sporcati da un battito dance assolutamente fuori posto.
Seguì un discreto album come “Shake”.
Ora, tre anni dopo, ecco “Zu & co.”, raccolta di duetti che il signor Adelmo Fornaciari ha registrato in giro per il mondo negli ultimi 16 anni: l’incisione più vecchia, infatti, è quella con il defunto Miles Davis (deliziosa la sua tromba su “Dune mosse”), e risale al 1988. Il grande jazzista non è però che uno dei tanti illustri scomparsi presenti nel cd: “Ali d’oro”, già nel precedente cd, è cantata in coppia con il re del blues John Lee Hooker, e troviamo una dedica a Stevie Ray Vaughan, chitarrista blues morto alcuni anni fa in un incidente aereo.
“Muoio per te” è l’unico successo non di Zucchero, ma di un altro artista, contenuto nel disco: trattasi infatti della versione italiana di “Mad about you”, brano di Sting del 1991 del quale Sugar riscrisse il testo. Un bel duetto. “Come il sole all’improvviso”, scritta con Gino Paoli nel 1986, viene riproposta con Macy Gray e diventa “Like the sun”: chi scrive preferisce non esprimersi sulla resa finale, perché la voce della Gray lo ha sempre infastidito. Fortuna che, nella canzone, spicca anche la chitarra di Jeff Beck.
Certo sarebbe stato più interessante sentire questo brano cantato proprio con Paoli, o magari riscoprire “Diamante” in duetto con il suo autore del testo, e cioè Francesco De Gregori: ma in questo cd, di chiaro target internazionale, non c’è spazio – eccezion fatta per gli ottimi Pavarotti e Bocelli di “Miserere” – per gli artisti italiani.
“A wonderful world” è il duetto del 1989 con Eric Clapton, incluso in “Oro incenso e birra” e qui leggermente modificato nell’arrangiamento: rispetto alla versione che si sente sul disco di quindici anni fa, la novità più rilevante è rappresentata dal fatto che ora Clapton, oltre a suonare, canta.
“Pippo”, mutata in “Nasty guy” e interpretata assieme a Tom Jones, suona appunto “alla Tom Jones” con un battito dance che, neanche a dirlo, la rovina (è inutile, Zucchero non c’entra niente con quel tipo di sonorità, e farebbe bene a lasciarle perdere). “Senza una donna”, già ascoltata a suo tempo (1991) in coppia con Paul Young ma mai uscita su un album ufficiale di Zucchero (era contenuta in un’antologia per il mercato estero), è buona, e i due interpreti si amalgamano bene tra loro. Cosa che invece non avviene minimamente nel duetto con Ronan Keating: l’ex componente dei Boyzone non aggiunge niente a quello che consideriamo uno dei capolavori di Zucchero, “Il volo”.
Dall’unione con Cheb Mami nasce “Così celeste”: giudizio negativo, il cantato arabo di Mami non calza a pennello sul pezzo. Molto meglio quando Sugar la cantò nel ’95 con Luciano Pavarotti.
I Manà, che l’anno scorso hanno voluto Zucchero nel loro ultimo album, ricambiano il favore cantando “Baila”: non male. La chitarra di Brian May impreziosisce “Il mare, impetuoso al tramonto…”, mentre sono nella (nobile) norma i duetti con B.B. King (“Hey man”), Solomon Burke (“Diavolo in me”) e Sheryl Crow (“Blue”, con testo inglese di Bono Vox). Poiché buona parte dei duetti è stata riarrangiata, si ha anche l’occasione per valutare se le nuove versioni siano o no superiori alle vecchie: ascoltando “Puro amore”, originariamente contenuta in “Bluesugar” e qui reincisa con Dolores O’ Riordan (ex Cranberries), si può optare decisamente per un sì. Il brano viene spogliato di alcuni orpelli che aveva nell’originale, e soprattutto viene eliminato quel riff di chitarra che ricordava parzialmente “Hedonism” degli Skunk Anansie.
Anche i due inediti sono duetti, realizzati però con due artisti che non cantano: “Il grande Baboomba”, il primo singolo (realizzato con Mousse T), che – pur riconoscibile nel suo stile – non è la solita cosa di Zucchero (e noi apprezziamo sempre cose del genere), e “Indaco dagli occhi del cielo”, una gradevole ballad frutto dell’incontro del bluesman con il piano di Vanessa Carlton.
Insomma, “Zu & co.” è la succulenta scusa estiva per riproporre i maggiori hit di Zucchero, anche se - in questo senso - continua ad essere preferibile il best uscito 8 anni fa…

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