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Interviste
Pubblicato il 16/02/2011 alle 19:33:04Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Serena Abrami: grazia da (e grazie di) ascoltare

di: Ambrosia J.S. Imbornone

Con grazia e garbo Serena Abrami da X-Factor a Sanremo ha affrontato un percorso di esperienze che le hanno consentito di crescere.E di acquisire la consapevolezza di un progetto musicale da fare ascoltare.A partire da stasera a Sanremo

“Listen Without Prejudice” si intitolava il secondo album di George Michael, allorche’, bruciati i simboli della sua esperienza piu’ pop con il blue-eyed soul/post-disco degli Wham! e invocato il suo diritto alla liberta’, cercava di affrancarsi dagli stereotipi che vincolavano la sua carriera da solista. Beh, di pregiudizi in Italia sui "figli" dei talent-show ce ne sono tanti e a volte sono ingiustificati: il mondo discografico, forse per pigrizia nello scavare nell’underground, forse perche’ i costi della promozione per spingere i giovani pesano (in tempi di vendite magre), ha bisogno di scoprire, o forse meglio ancora di lanciare mediaticamente artisti nuovi anche grazie al potere della tv. E queste nuove aspiranti stelle della musica non sono tutte uguale,ne' fanno le stesse scelte o gli stessi percorsi:c'e' chi esplode subito,ma magari si fa dimenticare, perche' ha poco su cui puntare, e chi cerca di crescere,maturare e presentare un suo progetto,meno commerciale e piu' raffinato. Ci chiede senz’altro di ascoltarla con grande attenzione e senza pregiudizi, tra poche ore Serena Abrami, cantautrice marchigiana dall’immagine solare e delicata, senza grilli per la testa o divismi, ma con tanta semplicita’ e voglia di farsi ascoltare. Un atteggiamento che si fa apprezzare in tempi in cui il successo a certi livelli sembra passare troppo spesso per pose provocanti e scandali. Ieri e’ uscito il suo primo ep, "Lontano da tutto "(EMI), con un inedito di Ivano Fossati e collaborazioni con Ferruccio Spinetti, Lillo Fossati (Ivano Fossati, O. Vanoni, Riccardo Tesi), Max Gelsi (Elisa, Gianna Nannini) , Davide Ferrario (F. Battiato, Gianna Nannini) e Fabrizio Barale (Ivano Fossati, Yo Yo Mundi). L’artista venticinquenne e’ coautrice di musica e testi di diversi pezzi dell’ep, prodotto da Pietro Cantarelli, di recente al fianco ad esempio di Fossati, che la dirigera’ anche tra poco all’Ariston. La Abrami ci preannuncia nel suo album “un pop d’autore con sfumature folk e indie” con “quel mix di energia e umanità che rendono il disco vero”. E attraverso l’indie e’ passata soprattutto con l’esperienza degli Elfrida, che le e’ valsa anche un paragone con la voce fragile e nervosa di Sara Mazo degli Scisma, gruppo storico che aveva tra i fondatori anche Paolo Benvegnu’, band tra le preferite di Serena. La musica d’autore e’ entrata invece prepotentemente nella sua esperienza soprattutto grazie alla stima trovata in Fossati, che ha deciso di seguire il suo debutto sia personalmente che attraverso i suoi fidi collaboratori. E in Niccolo’ Fabi che ha scritto per Sanremo per lei un brano prezioso, intitolato ancora "Lontano da tutto", che incanta con le sue atmosfere acustiche lievi, descrivendo la ricerca di uno spazio di respiro per potersi reimmergere tra le braccia della persona amata con rinnovata entusiasmo, e non per l’obbligo di un patto. La Abrami negli ultimi due anni, seguita dal manager Michele Giardina, aveva gia’ aperto i live di Niccolo’ ed ha collaborato con l’Orchestra Sinfonica del Mediterraneo di Palermo, Simone Cristicchi, Gnu Quartet, Paolo Vallesi, Noemi, Sagi Rei, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti.
In attesa di vederla sul palco del Festival della Canzone italiana, leggiamo cosa ci ha raccontato qualche giorno fa in merito alle sue emozioni della vigilia, al suo percorso, ai suoi ascolti, che senza fondamentalismi o pregiudizi si nutrono di suggestioni variegate, che spaziano dalla Dona’ ai Marta sui Tubi, dai Joy Division alla musica classica. E ovviamente riguardo al suo progetto musicale. Finalmente tutto suo, con la sua grazia e la sua delicatezza.


Ambrosia: Nel tuo ep c’e’ un inedito di Ivano Fossati e per questo lavoro tu hai collaborato con il suo ultimo produttore e alcuni suoi musicisti (Fabrizio Barale e Lillo Fossati). Come hai vissuto umanamente e musicalmente questo incontro con Fossati?

Serena Abrami: In maniera molto tranquilla: dal momento in cui Ivano e’ entrato in studio con me, e’ stato lui a permettermi di vivere in modo tranquillo questo percorso, lasciandomi libera di esprimermi, anche di sbagliare, di sperimentare diverse cose con la voce. Per me quindi questo incontro e’ stato fonte di continua crescita, perche’ Ivano, standoti vicino, anche con poche parole riesce a farti capire molte cose sull’interpretazione e sul peso da dare alle parole. Gli sono molto grata e so che sono stata anche fortunata a poter lavorare con lui in studio.


A: Ho letto che e’ stato proprio Fossati a coinvolgere Niccolo’ Fabi, autore del brano che porti a Sanremo, “Lontano da tutto”: hai avuto modo ovviamente di conoscerlo personalmente? Che rapporto hai con la sua musica?

SA: Beh, seguo Niccolo’ Fabi fin dal suo esordio. Ha accettato di scrivere questa canzone ovviamente non solo perche’ gliel’ha chiesto Ivano, ma anche perche’ il progetto gli e’ piaciuto, altrimenti non l’avrebbe mai fatto…Ha ascoltato alcune canzoni che avevo scritto io e ha reputato questo progetto interessante in qualche modo; quindi anche qui ho avuto fortuna! Ho tutti i suoi album, lo stimo da morire e mi piace ovviamente molto anche questa canzone: spero di darle la luce che merita. Anche lavorare con lui mi ha formato molto: lavorare con questi grandi personaggi ti fa capire che, oltre ad essere dei grandi artisti, sono anche grandi persone, umanamente parlando. La loro generosita’ e’ un’arma molto potente, perche’ ti fa riflettere su come possano essere continuamente di stimolo, dando la loro attenzione ai giovani. Questa secondo me e’ la loro piu’ grande capacita’!



A: Questa canzone racconta l’esigenza di allontanarsi dall’altro per riscoprire i propri spazi, la propria libertà e poi poter riapprezzare lo stare insieme come scelta e non obbligo: ti è mai capitato di provare qualcosa di simile? Cosa pensi di questo tema?

SA: Si’, vivo ogni giorno questa volonta’. Quando si sta insieme, soprattutto quando passa diverso tempo, si tende a sottostare l’uno all’altro, a fare della quotidianita’ insieme l’essenza della giornata. Pero’ quando uno riesce a recuperare quelli che sono i propri spazi, che sia per il tempo per una passeggiata, una chiacchierata, una giornata fuori, o per più giorni, poi si scopre ogni volta qualcosa di nuovo e si ritrova la voglia di stare assieme, che magari altrimenti si va un po’ a perdere. Io che mi dedico cosi’ tanto alla musica, ogni giorno, quando sono lontana dalle persone care, non vedo di tornare per stare loro vicino. Percio’ penso che sia una posizione molto diffusa: non conosco persone che non abbiano questa esigenza!


A: Quali sensazioni provi al pensiero di calcare il palco di Sanremo? Cosa prevale? L’emozione, l’ansia, la voglia di imparare e divertirsi?

SA: E’ una grande opportunita’ che voglio vivere con il sorriso. Sicuramente quella sera saro’ emozionatissima, ma non e’ che vado a fare qualcosa di brutto! (ridiamo) Vado a cantare, quello che mi piace fare e che faccio sempre. Di conseguenza essere a Sanremo e’ per me un’occasione in piu’ per respirare musica dal vivo: e’ un sogno che avevo fin da bambina che si avvera. Quello e’ un palco ambito… Pero’ la cosa che mi da’ forza e’ la musica stessa, il poterla vivere quella sera insieme all’orchestra in prima persona, con la sicurezza e la felicita’ che esce un album. La cosa importante e’ infatti che l’esibizione all’Ariston rappresenta l’inizio di una promozione, che e’ sempre difficile da avere.



A: Cosa ti aspetti? Hai fatto un pensierino sulla vittoria?

SA: Nooo!(ridiamo) La vittoria per me e’ un buon passaggio per la canzone: l’importante e’ che il brano sia capito e diffuso attraverso le radio. Ci sono artisti che vincono Sanremo, ma poi non fanno molta strada, cosi’ come artisti che non vincono e vanno piu’ avanti. La vittoria per me sara’ sapere di aver dato il meglio e non aver fatto una brutta figura!

A: Quali tra gli artisti in gara tra i big stimi maggiormente?


SA: Beh, mi piacciono molto i La Crus…e poi mi piace molto Battiato e sara’ da ascoltare la sua collaborazione con Luca Madonia. Inoltre penso che quello che Bungaro ha scritto per Giusy Ferreri sia un bellissimo brano e sono molto curiosa di sentirlo quando comincera’ il festival.



A: Per come la stai vivendo, sono simili o diverse le sensazioni che stai provando ora alla vigilia di Sanremo rispetto a quelle delle puntate di X-Factor, considerando anche che lì si cantava sulla base, mentre qui c’e’ lo scoglio e l’emozione di cantare con l’accompagnamento dell’orchestra?

SA: Sono due cose completamente diverse, perche’ X-Factor si affronta in maniera meno cosciente come un’esperienza in piu’: quando ho pensato di parteciparvi, non ho mai creduto che fosse un punto di arrivo, ma di partenza. E’ stata un’esperienza che mi ha dato tanto, da mettere insieme a tutte le altre attivita’ che ho fatto. Nell’andare a Sanremo c’e’ molta piu’ consapevolezza, perche’, dopo tre anni che sei in studio, vai li’ e sai che non ci sei arrivato perche’ hai superato delle selezioni, un po’ anche con la fortuna o per caso, ma perche’ hai un progetto alle spalle, ci sono persone che credono in te e c’e’ una forza maggiore. Sei totalmente te stessa e non devi sottostare a delle cover da cantare o indossare abiti diversi da quelli che porti abitualmente.


A: Quali sono appunto le caratteristiche del tuo progetto che speri trovino visibilita’ con il passaggio sanremese?

SA: Spero che questo progetto venga apprezzato per la sua autenticita’, per l’attenzione che abbiamo dato alla qualita’ delle registrazioni, per il fatto che e’ un disco suonato dal vivo, con tante sfumature musicali.


A: Tu hai iniziato a cantare da bambina, a soli sei anni; poi a 17 hai iniziato a cantare nella tua prima band, i 34 gradi, in cui c’era gia’ Mauro Rosati, pianista con cui lavori e scrivi canzoni ancora oggi. Piu’ in la’ sei entrata negli Elfrida. Come e’ cambiato nel tempo il tuo rapporto con i live e che differenza senti come emozioni, adrenalina, ecc. tra i normali concerti e le esibizioni in tv?

SA: La differenza tra le esibizioni in tv e quelle dei concerti e’ essenziale, perche’ nelle prime ci sono le telecamere e quindi devi stare attenta a tutta una serie di aspetti, come guardare in camera, o metterti qualcosa che poi in televisione renda. Nei concerti dal vivo certe considerazioni non le fai magari, ma secondo me il fattore della comunicazione incide in entrambi i casi: come si dovrebbe cercare di comunicare in tv, cosi’ lo si deve riuscire a fare dal vivo. Fare musica non significa fornire la dimostrazione di saper fare qualcosa, ma dare agli altri un messaggio e creare un feedback con le persone. In televisione e’ piu’ difficile, perche’ c’e’ il filtro dello schermo, ma se si riesce ad andare oltre quello, poi dal vivo e’ anche piu’ semplice. Nel corso del tempo, quello che ho imparato da tutti i live che ho fatto e’ arrivare alle persone, perche’ quando si e’ sul palco, si fa musica per se’, per l’arte, ma allo stesso livello per il pubblico che si ha di fronte.



A: Come e quanto pensi di essere cresciuta musicalmente e artisticamente in questi due anni da X-Factor a Sanremo, passando per Musicultura e tante altre esperienze, come l’apertura di concerti importanti?

SA: Sento semplicemente di aver fatto delle cose in piu’ e penso di essere cresciuta solo per questo: ogni esperienza che si va ad aggiungere alle tue ti da’ una conoscenza maggiore di te, di quello che fai, ti mette sempre alla prova. Non penso di essere cresciuta perche’ ho fatto una scuola, ne' credo di essere diventata chissa’ cosa!Sono sempre la stessa persona, ma che ha alle spalle qualche esperienza in piu’. Come dicevo prima, quello che mi hanno insegnato gli altri e’ mettermi a disposizione sempre e comunque della musica e questo insegnamento cerco di portarlo sempre con me. Se la vivi in questo modo, riesci a farlo capire anche ai musicisti che suonano con te e alle persone che ti ascoltano.


A: Ho letto una recensione in cui la tua voce veniva paragonata a quella di Sara Mazo degli Scisma…

SA: Si’, perche’ era a proposito dell’album degli Elfrida, con delle canzoni che sono anche un po’ diverse dal genere del mio album…Quel disco apparteneva al panorama indie e il fatto di essere paragonata a lei fu bellissimo, perche’ gli Scisma rappresentano uno dei miei gruppi preferiti, uno dei gruppi che ho piu’ ascoltato nel tempo…Il contesto era diverso: non so se quel sito che pubblico’ quella recensione ora si occuperebbe di questo disco, perche’ e’ piu’ indirizzato ad altri aspetti del panorama italiano…

A: Vabbe’, questo e’ anche un po’ un limite, nel senso che tu sei tu a prescindere...anche ora! (ridiamo)

SA: Ma sai come funziona…Quando fai qualcosa di autoprodotto e’ una cosa…


A: Certo, ma tu resti tu…e tanta stima se ci sono gli Scisma tra i gruppi preferiti!Ho letto degli articoli in cui tra i tuoi ascolti citavi Joy Division, Smiths…

SA: Si’, nei concerti facciamo sempre due cover, “Love Will Tear Us Apart” dei Joy Division e “Please, Please, Please, Let Me Get What I Want” degli Smiths, perche’ sono brani che mi piacciono particolarmente…




A: Proprio in un’intervista per Musicalnews nel 2009 citavi poi tra gli italiani anche i primi Afterhours, Cristina Donà, Moltheni, il Teatro degli Orrori…Come pensi che questi ascolti cosi’ vari ti abbiano influenzato e cosa credi poi di aver imparato/poter imparare da questi artisti cosi’ diversi e dalle tue esperienze, sia nel campo dell’indie che con questi contatti con il cantautorato?

SA: Beh, la musica offre molte suggestioni e quanto piu’ si ascoltano diversi stili e diversi generi, tanto piu’ si e’ ispirati e si puo’ prendere qualcosa da questo e da quello. Ognuno da’ qualcosa a suo modo. Ad esempio io reputo Cristina Dona’ la migliore artista femminile che c’e’ in Italia, mi piace tantissimo come scrive, quello che dice e come lo dice. Ma poi come non mostrare stima anche per un Tiziano Ferro, che non fa parte dei miei ascolti maggiori, ma dal vivo ha un carisma pazzesco ed ha portato tante sue canzoni al grande pubblico?Secondo me non si deve essere "fondamentalisti" nella musica e dire “questo mi piace, tutto il resto e’ schifoso”! A mio avviso la distinzione piu’ grande che andrebbe fatta e’ quella tra chi fa musica in modo autentico perche’ sente quello che fa e chi fa musica fatta a tavolino. Quando ti rendi conto che un progetto musicale e’ autentico, che quell’artista e’ davvero cosi’, perche’ non ascoltarlo e non farsi suggestionare, fare attenzione a certe cose che ti da’? Quanto piu’ varie sono queste suggestioni, meglio e’. Io sono una persona molto curiosa, mi piace andare alla ricerca di tutto, ascolto musica classica, ma di li’ poi passo magari ai Marta sui Tubi che mi piacciono molto…Insomma per me la distinzione maggiore da fare e’ questa.


A: Lo dovrebbe capire, al di la’ di ogni pregiudizio, anche chi scrive di musica, che non sempre mostra di comprenderlo…(ridiamo) Ti auguro tanta fortuna con questo ep e ti faccio un’ultima domanda: in futuro di chi ti piacerebbe aprire i concerti?


SA: Beh, ho aperto i concerti di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, di Niccolo’ Fabi, di tanti altri artisti che rientravano proprio tra quei nomi di cui avrei voluto aprire i live!Ora mi piacerebbe fare i concerti del mio disco. Poi qualunque occasione di collaborazione e’ sempre un’occasione di crescita e confronto. Saro’ felice di aprire i live di chiunque me lo proporra’, ma quello che mi auguro adesso e’ di cominciare a fare dei concerti tutti miei…


A: Te lo auguro anche io, perche’ credo tu possa avere tutte le carte in regola per farti conoscere per quello che sei.

SA: (sorride) Grazie mille, sei stata gentilissima.

A: Grazie a te e in bocca al lupo per Sanremo.


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