Ben Harper : RomaRock Festival, (26/7/08)
di: Paolo Ansali
Ben Harper con gli Innocent Criminals ha chiuso la stagione 2008 al RomaRock Festival alle Capanelle, con 8 mila spettatori, e due ore di grande concerto.
Ben Harper con gli Innocent Criminals ha chiuso la stagione 2008 al RomaRock Festival alle Capanelle, con 8 mila spettatori, e due ore di grande show.
Ben Harper con gli Innocent Criminals ha chiuso la stagione 2008 al RomaRock Festival alle Capanelle, con 8 mila spettatori, solo i Tokyo Hotel hanno fatto di più, ma lì vanno contati anche i parenti dei piccoli fans. Invece il pubblico del 39enne folk-rocker californiano è fatto di coetanei, una generazione che ha visto in lui l’erede naturale di grandi miti come Jimi Hendrix e Bob Marley. E’ lui lo ha capito subito. Ha dato il meglio, sin dai primi dischi e nei live infuocati, senza mai cedere alle lusinghe dello show business, un percorso senza compromessi, sino all’ultimo album “Lifeline”. Uscito la scorsa estate, registrato a Parigi in una sola settimana, è un buon disco, con alcuni momenti notevoli, ovviamente riproposti dal vivo. Sale sul palco dopo le 21,30 accolto da un boato, camicia di flanella, sempre abbottonata, e fascia da tennista. Il primo brano in scaletta è la classica “Jah work”, l’inizio reggae felpato, il messaggio è “Il lavoro di Jah non è mai concluso”. Un altro classico immancabile nella set list è “Excuse Mr. Mister”. Il concerto ha un andamento in crescendo, ben dosato, raccolto sul carisma del leader. La band è a dir poco rodata, dopo anni passati on the road, la cricca dei Criminali Innocenti, guidata dal mitico Juan Nelson, da sempre accanto a Ben, come Saturnino con Jovanotti. Il corpulento bassista non fa mancare un assolo funky e riceve molti applausi quando viene presentato. Tra le chitarre usate spicca la storica Wesseinborn, suonata sulle ginocchia con lo stile bottleneck, il suo simbolo. Il singolo "In the colors", di recente ha dichiarato “Non penso a nessuna differenza tra pubblico nero e bianco, credo solo nei colori" insieme a “Diamonds on the inside” rappresenta bene il sound attuale, orientato verso il soul melodico di Marvin Gaye e Otis Redding. Ancora il blues in trio di "Whipping Boy", “Like a king”, dedicata a Martin Luter King, e “Black Rain”. Nel bis Ben Harper è uno che non offre i soliti “contentini” di fine serata, tipici di alcuni artisti, ma quasi un altro show. Così’”Lifeline”, solo voce e chitarra, seduto, a luci basse, sotto le stelle. Vengono in mente i paesaggi evocati da David Lynch in “Una storia vera”, sarà che Ben ha sposato la sua attrice preferita Laura Dern. Poi “Better way” e una versione epica di “With my own two hands”. Tutto il pubblico salta con le mani aperte, in un botta e risposta festoso e avvincente, uno spettacolo visto dalle tribune. Finisce con la band a pasteggiare vino sul palco, offrendo la bottiglia al pubblico. Alla prossima edizione.
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