Europe: welcome back in Roma! 24 Gennaio 2007
di: Paolo Ansali
L'atteso ritorno degli Europe a Roma e la prima capitolina dei toscani Mantra per una serata speciale, malgrado un tempo da lupi. L'atteso ritorno degli Europe a Roma e la prima capitolina dei toscani Mantra per una serata speciale, malgrado un tempo da lupi.
Parlare degli Europe mi riporta ad uno dei miei primi concerti, quando al Palaeur nel 1987 la band svedese celebrň il trionfo di “The Final Countdown” con uno show memorabile, rimasto negli annali. Quella data fu bissata da altre due tappe romane, l’ultima nel ’92 quando “Prisoners in paradise” chiuse la prima parte della loro carriera. Con un salto di oltre dieci anni si arriva alla reunion di “Start From The Dark”. Purtroppo il tour non ha toccato la Capitale.
Con il settimo lavoro “Secret society” finalmente li rivediamo dalle nostre parti, per un'intera giornata. Nel pomeriggio all’Hard Rock Cafč un manipolo di fans ha sfidato il maltempo per salutare gli Europe al completo, che hanno firmato un po' di tutto (anche una chitarra!) mentre sugli schermi passano i video storici e alcuni brani del recente DVD “Live From The Dark”.
Il sound di oggi č suonato con classe da musicisti quarantenni. Le rockstar ossigenate sono solo un simpatico ricordo. La risposta di pubblico al Tenda Striscie č stata buona, segno di un ritrovato interesse. A rompere il ghiaccio, č il caso di dirlo visto che fuori grandina, tocca ai prodi Mantra. Il quartetto fiorentino parte in quarta, con la voce di Jacopo Meille e la chitarra di Gianluca Galli a guidare le danze. Il loro sound, caldo e trascinante, spazia abilmente dai 70's ai giorni nostri, dai Free ai Black Label Society e Audioslave. Alcuni estratti dal recente cd Hate box conquistano l’audience sotto il palco.
Anche gli Europe partono bene. Svettano John Norum, un vero guitar-hero, e la voce inconfondibile di Joakim Larsson alias Joey Tempest, che non rinuncia a roteare la sua asta bianca. Il nuovo singolo “Always The Pretenders” č puro Europe-style ai giorni nostri(Rasmus in ascolto?), notevoli anche “Let The Children Play" e “Brain And Beautiful Soul". Tra i classici non mancano l’epica “Seven Doors Hotel”. "Superstitious" e “Carrie” in versione acustica, dove Tempest con la chitarra cita l'intro di "Wish You Were Here". Il pubblico aspetta il gran finale con la triade d'oro “Rock The Night”, “Cherokee” e “The Final Countdown”, l’inno che uně metallari e paninari vent’anni fa e ancora adesso scatena il delirio. A fine serata il poderoso drummer Ian Haughland, č tornato all'Hard Rock Cafč per suonare con la tribute band dei Prisoners In Paradise. Rockin' the night away!
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