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Interviste
Pubblicato il 16/07/2007 alle 21:51:24Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Il Recanati Forever e Shapiro, diviso tra musica e teatro

di: Ambrosia J.S. Imbornone

Ha scritto i testi del nuovo Concerto Grosso dei New Trolls. E’ in teatro con Edmondo Berselli. Ha un disco in uscita. E’ direttore artistico del Recanati Forever, che ospiterà il 19 Bregovic e il 25 i Negramaro. E’ un uomo da ascoltare:Shel Shapiro

E’ giunto alle quinta edizione il Recanati Forever, la manifestazione organizzata nella suggestiva cittadina leopardiana con la direzione artistica di Shel Shapiro. Il festival è partito il 5 con il concerto di Fiorella Mannoia, nell’ambito del tour “Onda Tropicale”, titolo del suo ultimo disco. Secondo ospite è stato lo straordinario piano di Ludovico Einaudi, che ha portato sul palco di Piazza Leopardi il suo album “Divenire”. Il 19 luglio sarà la volte invece di Goran Bregovic e della sua orchestra, che coniugano la fanfare tzigana, le polifonie tradizionali bulgare, la chitarra elettrica, il ritmo accattivante delle percussioni e il rock più fascinoso nelle sue “Tales&Songs from Weddings and funeral” (biglietti: 18 euro + 2,70 prevendita). Chiuderanno l’edizione 2007 i Negramaro che presenteranno dal vivo il loro fortunato terzo album, “La finestra”, il 25 luglio (biglietti: 18 euro+2,70 prevendita). Gli spettacoli iniziano alle ore 21:30. Organizzatrice del festival è l’Associazione Culturale senza scopo di lucro “RecanatiForever”, con la Comstar di Domenico Mascitti e Giulio Spadoni. Il Recanati Forever è inserito nell’ambito di una serie di iniziative che vedono coinvolti il Comune e la storica azienda produttrice di chitarre4 EKO.
Il festival non è tuttavia al momento l’unico progetto di Shapiro. Versatile, poliedrico e instancabile, ha scritto i testi del Concerto Grosso n. 3 dei New Trolls, in cui Vittorio De Scalzi e Nico Di Palo sono tornati a lavorare insieme dopo dieci anni. Si intitola “The Seven Seasons” e si avvale della partecipazione della White Light Orchestra diretta dal violoncellista genovese Stefano Cabrera e della produzione di Franz Di Cioccio. Inoltre in questi giorni Shapiro sarà in teatro come voce narrante e teatro in uno spettacolo di Edmondo Berselli che racconta gli anni Sessanta e Settanta in Italia, ricostruendo il clima e lo spirito di un’epoca.
La musica di Shapiro ai tempi dei Rokes ha declinato il beat in italiano,con canzoni come "Che colpa abbiamo noi" o "E la pioggia che va" che restano tuttora di bruciante attualità,attirando un pubblico vasto,ampissimo e variegato. Terminata la storia del gruppo, dal 1970 in poi Shapiro è diventato uno dei più ambiti e ricercati operatori del "dietro le quinte" della canzone:ha collaborato infatti con il fior fiore degli artisti italiani, come Mina, Rino Gaetano, Patty Pravo, Alberto Camerini, Gianni Morandi,Riccardo Cocciante, Mia Martini, I Decibel di Enrico Ruggeri, David Riondino,Luca Barbarossa, Eugenio Bennato e tanti altri. Tra le canzoni scritte per illustri interpreti della canzone italiana si possono citare "E poi" (Mina), "Non ti bastavo più" (Patty Pravo), "Quante volte" (Mia Martini), "Stupidi" e "Per te" (Ornella Vanoni), "Buonasera dottore" (Claudia Mori).Diverse le sue interessanti incursioni nell'ambito del cinema e della televisione: l'abbiamo visto infatti ad esempio in "Vento di Ponente" "Eldorado", "Operazione Rosmarino" con Marco Della Noce e Anna Falchi e "Il nostro matrimonio è in crisi" diretto da Antonio Albanese. Già nel 1970 d'altronde era stato diretto da Mario Monicelli in "Brancaleone alle Crociate". Il suo ultimo album,"Shel",contenente tra l'altro una versione di "Che colpa abbiamo noi" con Frankie Hi Nrg Mc, è del 2002, ma un nuovo disco è in lavorazione. Shapiro è attento direttore artistico della rassegna musicale dell'estate recanatese dal 2003.
Ecco cosa ci ha raccontato di questa edizione del Recanati Forever e dei suoi affascinanti progetti, che comprendono anche un disco in uscita a fine settembre.
Ambrosia: Il Recanati Forever è giunto alla 5° edizione: che bilancio può fare come direttore artistico di quest’esperienza?

Shel Shapiro: Beh, il bilancio credo lo facciano essenzialmente gli altri. Io sono molto felice di com’è andato il festival in questi anni. E’ anche vero però che in futuro avrei voglia di ingrandirlo sia come tipo di situazione che come scelta degli ospiti: mi piacerebbe avere artisti più di nicchia, un pochino meno clamorosamente nazional-popolari.

A: Il 5 la manifestazione è stata aperta da Fiorella Mannoia, il 12 protagonista della serata è stato Ludovico Einaudi. Se l’anno scorso il festival era per lo più dedicato alla musica d’autore, il cast di quest’edizione è composto da artisti molto differenti tra di loro. Come li ha scelti?

SS: Anche l’anno scorso in realtà avevamo artisti molto diversi tra di loro, però essendo più di nicchia, sembravano dello stesso tipo di caratura. Pacifico era diverso da Carlo Fava, Magoni&Spinetti sono diversi da me, e tutti sono diversi ancora da Stefano Di Battista e Nicky Nicolai. Sembrava però più un festival di nicchia e d’autore; un po’ lo era, ma anche quest’anno lo è in qualche modo. Fiorella Mannoia, Ludovico Einaudi, Goran Bregovic, i Negramaro fanno tutti musica d’autore in senso lato…Li ho scelti un po’ per disponibilità, un po’ per desiderio, un po’ anche per il prezzo: quest’anno per la prima volta introduciamo il biglietto d’ingresso, cosa che io chiedevo da due anni almeno. Io credo che la musica vada pagata. Si paga per andare al cinema o in pizzeria, è giusto pagare anche per un bel concerto. Se il pubblico ama un artista, deve essere disposto a tirare fuori non una cifra esagerata, ma un prezzo anche politico, altrimenti vuol dire che non ama abbastanza quel cantante. Se ama Scamarcio, tira fuori gli 8 euro per andare al cinema. Lo stesso discorso deve valere per la musica.

A: Secondo lei, in particolare cosa rende così travolgente secondo lei la musica di Goran Bregovic?La contaminazione di culture, generi, sonorità?

SS: Un po’ tutto questo, sì. Poi è particolare anche il suo luogo di origine: a Sarajevo 15 anni fa c’era la guerra. C’è stato un genocidio…I Balcani sono sempre stati terra di combattimento. Lui arriva da lì, con una musica vitale, energica, intrigante che è nella nostra, nella mia memoria collettiva. Io ricordo non tanto lui, ma quella musica sia nei film di Kusturika sia in sé. Mi piace molto…Basti dire che ha chiamato la sua band orchestra di funerali e matrimoni!

A: Lei di recente ha dato un importante contributo allo storico nuovo capitolo del Concerto Grosso dei New Trolls, di cui ha scritto i testi in inglese. Precedentemente avevano utilizzato testi shakespeariani, questa volta che tipo di versi avevano in mente e che tipo di versi lei ha composto?Incentrati su quali argomenti?

SS: Io, Vittorio (De Scalzi) e Nico (Di Palo) ci conosciamo da tantissimo, se non da 40 anni, da 37-38 anni. Siamo in età in cui è necessario, se non fare i conti con la vita, almeno parlare di quello che abbiamo imparato e di quello che dobbiamo ancora imparare. Il titolo del disco è “The Seven Seasons”, sette stagioni, e secondo me indica proprio le stagioni della nascita, della crescita, della coscienza, della debolezza, dell’amore, della morte…Sono stagioni molto più importanti della primavera, dell’estate, dell’autunno, dell’inverno…La consapevolezza e la conoscenza sono fondamentali. Io ho superato i 32 anni da diversi anni e forse alla mia età bisogna cominciare a rispondere a dei perché. Quando mi hanno chiamato inizialmente non sapevo di cosa parlare, poi invece ho riflettuto sull’argomento e ho capito che era di questo che volevo e dovevo scrivere. Si tratta della capacità di commuoversi seriamente per una musica, per un pensiero, per un bacio, per una donna, per un bambino, per qualunque cosa. Vi si arriva solo quando non c’è più la ricerca disperata dell’essere, quando si è ormai coscienti della propria condizione.

A: Un’altra delle sue interessanti collaborazioni è quella con Edmondo Berselli. Oggi, 16 luglio, ci sarà a Rubiera (RE) l’anteprima nazionale di “Sarà una bella società”, che il 18 approderà a Cividale del Friuli al Mittelfest 2007. Che ci dice di questo progetto?Com’è nata l’idea?

SS: E’ nata probabilmente dieci anni fa quando Edmondo e io ci siamo conosciuti. Ci siamo presentati quando avevano chiesto a una serie di giornalisti della cultura di intervistare personaggi dello spettacolo e lui scelse me, perché in qualche modo avevo influito sulla sua vita fin da bambino. Lo show è un po’ la storia che ci siamo raccontati in questi dieci anni. E’ bellissimo: è un trip emotivo; oltre alla musica, c’è un racconto, una storia affascinante in grado anche di commuovere moltissimo.

A: Lei aveva già affrontato uno spettacolo simile nel 1992 con “Backstage: Il grande sogno”, ideato con Gianni Minà: che rapporto ha con il teatro?

SS: Io ho un rapporto difficile con il teatro, perché teoricamente il teatro è, tra virgolette, una cosa “colta” e io invece sarei un rockettaro. Però mi faccio delle domande e non sono soddisfatto delle risposte…Allora indago un po’ di più, entro in zone particolari lontane dal rock. Per certi versi sono un po’ incosciente…Mi dico: “Ma sì quello lo posso fare…”, poi magari casco…Io credo che bisogna provare nella vita…Io ci ho provato a 16-17 anni e continuo a provare da 40-50 anni!

A: Alle sue variegate esperienze, un mese fa ha aggiunto anche quella di voce narrante in “Pierino e il lupo” di Prokofiev eseguita dall’Orchestra del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano…

SS: Sì, erano le 11 di una domenica mattina, c’erano 1600 persone, è stata una cosa clamorosa!Questo direttore d’orchestra, amico mio, Amedeo Monetti, mi ha proposto questa cosa e gli risposto: “Assolutamente sì, mi diverto…”. E’ stato incredibilmente bello, tanto che ci hanno già chiesto di rifare lo spettacolo 4-5 volte, a Milano, alla Biennale, a Roma…sempre con l’orchestra dei ragazzi del conservatorio, che sono eccezionali. Il primo violino aveva 16 anni ed era straordinariamente brava!

A: Cantante, attore, arrangiatore: c’è ancora una dimensione artistica che vorrebbe sperimentare?

SS: Non so, finché non te lo propongono, magari non ti viene neanche in mente. Secondo me bisogna rimanere incantati da qualcosa. In quel caso mi dico: “Sì, qui ci vado…”.

A: L’anno scorso mi parlava dell’intenzione di registrare un live acustico…

SS: Fatto! Esce alla fine di settembre. Si chiamerà “Shel Shapiro. Storia, sogni e rock ‘n roll” e uscirà con un libro di Edmondo Berselli. Abbiamo finito di masterizzarlo pochi giorni fa.

A: Un’ultima battuta sul Recanati Forever: cosa distingue questa manifestazione dalle altre?

SS: Beh innanzi tutto Piazza Leopardi, dove si svolgono i concerti, che è molto bella, come lo è il Colle dell’Infinito. Poi lo contraddistingue la mia mentalità. Io credo che ognuno di noi possa contribuire a lasciare un segno culturale nella vita…E’ particolare anche che per la prima volta ci sia un biglietto, perché la musica merita più rispetto e io lo sostengo da un bel po’. Ne ero convinto da due-tre anni, ma mi rispondevano che non era possibile…Invece è giusto rispettare gli artisti e spendere una piccola cifra di 10-15-18 euro per ascoltare artisti di altissimo livello.


Sito ufficiale di Shel Shapiro:Shelshapiro.com

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